Legislatura 14 Atto di Sindacato Ispettivo n° 4-05898

Atto n. 4-05898

Pubblicato il 20 gennaio 2004
Seduta n. 516

FABRIS. - Al Ministro dell'interno. -

Premesso:

che un fascicolo per i reati di attentato con finalità di terrorismo ed eversione dell'ordine democratico interno ed internazionale, detenzione e fabbricazione di ordigno esplosivo, aggravato dalle stesse finalità eversive, oltre a danneggiamento e incendio, è stato aperto presso la Procura della Repubblica di Bologna dopo lo scoppio di un pacco bomba recapitato nell'abitazione bolognese del Presidente della Commissione dell'Unione europea Romano Prodi il 27 dicembre 2003;

che, fortunatamente, l'on. Romano Prodi, ex Presidente del Consiglio, è rimasto illeso, mentre la fiammata provocata dall'esplosivo ha causato solo lievi danni al mobilio del suo studio;

che i rilievi svolti dalla Polizia scientifica bolognese hanno dimostrato che il pacco in questione conteneva una carica esplosiva modesta, con l'evidente scopo di costituire un messaggio intimidatorio e dimostrativo nei confronti del Presidente della Commissione dell'Unione europea;

che tale episodio era stato preceduto da due bombe rudimentali di piccole dimensioni esplose nella notte del 21 dicembre 2003 che hanno distrutto completamente altrettanti cassonetti dell'immondizia, a pochi metri dall'abitazione del presidente Romano Prodi;

che dalle prime indagini compiute dalla magistratura bolognese risulta che il pacco-bomba esploso il 27 dicembre 2003 presso l'abitazione dell'on. Romano Prodi sarebbe stato spedito negli stessi giorni in cui furono piazzate le bombe nei cassonetti;

che diversi pacchi bomba sono stati inviati in ottobre ad alcune stazioni di polizia italiane e uno, in particolare, a novembre ha ferito un poliziotto ferendogli la mano;

che la polizia bolognese ha asserito di sospettare che gli autori di questi attacchi siano gruppi anarchico-insurrezionalisti italiani;

che, in relazione a quanto accaduto al Presidente della Commissione dell'Unione europea, il Ministro in indirizzo ha annunciato la propria intenzione di riferire in Aula al Senato solo dopo la ripresa dei lavori parlamentari, acquisita la disponibilità del Governo;

che, da ultimo, in data 13 gennaio 2004 si è verificato l' ennesimo episodio di intimidazione nei confronti dell'on. Romano Prodi, essendo stato recapitato, sempre presso la sua abitazione di Bologna, un pacchetto contenente cartucce e petardi;

considerato:

che la sicurezza di tutti i cittadini italiani è uno degli obiettivi prioritari che il Governo della Repubblica si deve porre per migliorare la qualità della vita dei cittadini;

che l'area anarco-insurrezionalista costituisce da sempre un'evoluzione radicale del più ampio movimento anarchico, dal quale si distacca assumendo connotazioni autonome e marcatamente eversive;

che, in particolare sotto il profilo operativo, essa teorizza, in luogo di un assetto organizzativo verticistico e strutturato, la costituzione progressiva di "gruppi informali di affinità" che rappresentano "unità autonome di base, autogestite", nate "in relazione a precipue situazioni e che si richiamano alla conflittualità permanente, all'autogestione e all'attacco";

che in questi ultimi anni il movimento anarco-insurrezionalista ha promosso specifiche "campagne", sostenute anche con diffusione documentale, su tematiche antirepressive ed ambientaliste, che hanno interessato l'intero territorio nazionale;

che a tematiche antirepressive è da ricondurre l'attentato del 9 dicembre 2002 contro la Questura di Genova, a pochi giorni di distanza dai provvedimenti cautelari emessi dalla locale Procura della Repubblica nell'ambito dell'inchiesta sugli episodi di violenza di piazza verificatisi durante il noto vertice G8 di Genova;

che all'accresciuta offensività dei gruppi insurrezionalisti, registratasi nel recente passato, si è accompagnata una spiccata vocazione internazionalista;

che non è mancato il consueto impegno contro i regimi di carcerazione speciale di altri Paesi, con specifico riferimento a quello del FIES, in vigore in Spagna, ove tuttora sono detenuti anarchici italiani condannati per una sanguinosa rapina compiuta, nel dicembre 1996, a Cordova;

che la compagine sarda del movimento anarchico ha avviato, nel recente passato, un rapporto sinergico con altre realtà estremiste dell'isola, quali le componenti "indipendentiste";

che nel contesto in esame si inseriscono gli invii di "plichi incendiari" indirizzati alle redazioni di quotidiani isolani ed al Presidente della Regione Sardegna, l'on. Mauro Pili, nel luglio 2002;

che nel periodo gennaio-giugno 2003 sono state già arrestate 12 persone appartenenti a quest'area eversiva;

che più in generale alla situazione di tensione terroristica internazionale si sono aggiunti nel nostro Paese ripetuti segnali di riaccendersi del fenomeno terroristico, che ha raggiunto il suo apice con l'uccisione proprio a Bologna, il 19 marzo 2002, del prof. Marco Biagi,

si chiede di sapere:

per quali motivi, alla luce di quanto rilevato nella presente interrogazione, il Ministro competente sulla vicenda relativa ad un così grave attentato al presidente Prodi non sia stato capace di riferire subito in Parlamento, lasciando che Parlamento e pubblica opinione fossero informati a mezzo stampa;

come sia stato possibile che neppure al centro meccanizzato delle Poste di Bologna, il quale dispone di apparecchiature a raggi X in grado di verificare il contenuto degli involucri, che avrebbe potuto individuare la pila dell'innesco dell'ordigno, non fossero state date disposizioni di filtrare la posta destinata all'on. Romano Prodi;

se il Ministro competente non ritenga che ciò contrasti nel modo più palese con l'obiettivo ambizioso e, comunque, realizzabile prefissatosi da questo Governo, di pervenire ad un sistema di sicurezza integrata e globale, anche nell'intesa operativa fra sistema pubblico e privato;

quali provvedimenti siano stati assunti o si intenda assumere a fronte degli eventi descritti in premessa;

se non si ritenga opportuno avviare immediatamente un'inchiesta sulle eventuali responsabilità di quanti abbiano omesso di assicurare la piena tutela della incolumità del Presidente dell’Unione europea, l'on. Romano Prodi.