Legislatura 17 Atto di Sindacato Ispettivo n° 3-01890
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Atto n. 3-01890 (in Commissione)
Pubblicato il 29 aprile 2015, nella seduta n. 439
CAPPELLETTI , GIROTTO , PUGLIA , AIROLA , SANTANGELO , BUCCARELLA , PAGLINI , CASTALDI , SERRA , SCIBONA , BERTOROTTA , DONNO , MANGILI , MONTEVECCHI , GIARRUSSO - Ai Ministri delle infrastrutture e dei trasporti, dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare e della salute. -
Premesso che:
con i decreti interministeriali 39 e 42 del 2008 si sono stabilite le regole per l'omologazione e il montaggio dei filtri anti particolato (FAP), cioè una tecnologia idonea ad abbattere le emissioni inquinanti da polveri sottili dei motori diesel;
considerato che:
il sistema FAP aggrega il particolato dei gas di scarico in agglomerati di particelle senza un legame chimico, miscelando al gasolio una sostanza chimica detta "cerina". Tali agglomerati, essendo più grossi del particolato originario, diventano "imprigionabili" dal filtro e non si disperdono in atmosfera. Il processo è controllato in modo automatico dal sistema FAP;
gli agglomerati catturati dal filtro a nido d'ape tendono ovviamente ad intasarlo ma, grazie alla "cerina", hanno un'infiammabilità minore rispetto all'originario particolato;
periodicamente il filtro viene quindi "ripulito" bruciando gli agglomerati catturati: questo viene fatto mediante una post-iniezione di gasolio e quindi rendendo più caldi i gas di scarico che a loro volta, nel filtro, scaldano gli agglomerati bruciandoli. Il sistema automatico del FAP decide il momento opportuno per la rigenerazione del filtro (prevalentemente durante i percorsi extraurbani ogni 300-400 chilometri) valutando il salto di pressione che il motore deve vincere a cavallo del filtro che tende ad aumentare con l'intasarsi del dispositivo stesso;
con questo trattamento le Pm10 (particulate matter) vengono sminuzzate riducendosi di diametro divenendo Pm2,5 (particolato fine) o anche meno (ultrafine): queste ultime però, quando le respiriamo per strada, non vengono bloccate nel naso e nella laringe come le Pm10, ma arrivano direttamente nei polmoni e sono molto più dannose per la salute;
considerato inoltre che a quanto risulta agli interroganti:
nel 2008 la società veneta "Dukic Day Dream" ha inventato il dispositivo "Tre D" Car-Van-Econotruck che lavora sulla combustione anziché sull'ingabbiamento delle polveri. La società si è rivolta al CPA (centro prove autoveicoli) di Bari, un organo del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti per la verifica, ai sensi del decreto ministeriale n. 42 del 2008, dello strumento ideato. Il CPA ha ritenuto lo strumento "funzionante" e quindi "conforme";
a differenza dei filtri che agiscono all'uscita dei fumi tossici, il dispositivo "Tre D" interviene sulla combustione diminuendo alla fonte la produzione dell'inquinamento. Il dispositivo non patisce l'usura come accade per il filtro e non raccoglie particolato, ma fa in modo che se ne produca meno; per questo motivo la Dukic non può effettuare il test di durabilità, ed inoltre secondo il CPA, tale test non è necessario per il dispositivo Dukic;
il CPA di Bari comunica al Ministero delle infrastrutture e dei trasporti che la Dukic può ricevere l'omologazione, perché la prova dei fumi è riuscita e il dispositivo è "idoneo" e "conforme";
dal 2008 ad oggi il dispositivo Dukic ancora non ha ottenuto l'omologazione;
si apprende da notizie di stampa (un articolo da "Il Fatto Quotidiano" del 29 marzo 2015) che il procuratore di Torino, Raffaele Guariniello, starebbe indagando, dopo l'incendio di un mezzo, sul funzionamento e l'utilità dei dispositivi FAP. Anche la Procura di Roma indagherebbe sul funzionamento dei filtri antiparticolato e su alcuni presunti illegittimi interventi dei dirigenti del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti;
si rileva altresì che negli ultimi tempi molti autobus adibiti a trasporto pubblico e privato si sono incendiati a causa dei FAP;
in data 29 aprile 2014 il pubblico ministero Giorgio Orano avrebbe ricevuto da Elisabetta Massini, sostituto procuratore di Terni, gli atti di un procedimento a carico di Alessandro De Grazia, Antonio Di Pietroantonio, Maurizio Vitelli, Paolo Cupini e Vito Di Santo. I 5 dirigenti del Ministero, in concorso tra loro, avrebbero commesso i reati di abuso d'ufficio e falso ideologico, sostituendosi illegittimamente ai CPA per l'esecuzione delle prove tecniche;
nel provvedimento a firma del pubblico ministero Massini si riterrebbe "necessario valutare l'opportunità di procedere al sequestro dei filtri medesimi, per i quali non appare sussistere alcuna prova assunta nel rispetto delle norme in ordine alla loro efficacia rispetto ai precetti della Comunità Europea che hanno dato luogo alla emissione del decreto ministeriale 39/08 nonché valutare le eventuali probabili conseguenze negative in materia ambientale derivanti dalla loro utilizzazione";
dalla perizia commissionata dal pubblico ministero Massini si evince che viene concessa a Pirelli &C. l'omologazione e l'opportunità di sfruttare il mercato in esclusiva. Il perito incaricato riporta le anomalie riscontrate sui dispositivi venduti sul mercato e rivela che neanche Fiat, Iveco e Pirelli si sono sottoposti al test di durabilità, nonostante il filtro subisca un progressivo deterioramento,
si chiede di sapere:
se i Ministri in indirizzo siano a conoscenza dei fatti esposti in premessa;
quali iniziative urgenti di competenza intendano assumere per eliminare le conseguenze negative in materia ambientale derivanti dall'utilizzazione dei filtri FAP e scongiurare un grave pregiudizio alla salute dei cittadini;
se non intendano attivarsi, per quanto di loro competenza, per sollecitare la procedura di omologazione del dispositivo "Tre D" e quanto ancora dovrà attendere la società Dukic Day Dream per vedersi riconosciuta l'omologazione;
quali provvedimenti, nell'ambito delle proprie competenze, intendano adottare nei confronti dei dirigenti responsabili del mancato nullaosta ministeriale al dispositivo "Tre D";
se non si intenda valutare la sussistenza di profili che legittimino forme risarcitorie in favore della società Dukic, qualora fosse riconosciuta vittima di un illegittimo comportamento dei dirigenti del Ministero che hanno omologato filtri antiparticolato in assenza delle prescritte prove di durabilità, in presenza di motori capostipite in violazione del decreto ministeriale suddetto.