Legislatura 17 Atto di Sindacato Ispettivo n° 3-01849
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Atto n. 3-01849 (in Commissione)
Pubblicato il 15 aprile 2015, nella seduta n. 430
FABBRI - Al Presidente del Consiglio dei ministri. -
Premesso che:
come già sottolineato nell'atto di sindacato ispettivo 3-01634, a partire dal 4 febbraio 2015, una forte ondata di maltempo ha colpito alcune regioni dell'Italia centrale e meridionale e, in particolare, diverse zone della regione Marche;
i maggiori problemi hanno riguardato il reticolo idrografico, sebbene fortissimi danneggiamenti si siano verificati anche alla fascia costiera, cui si sono aggiunti i numerosi allagamenti. Le mareggiate hanno devastato ampi tratti del litorale e impedito il regolare deflusso delle piene dei fiumi, causando ingenti danni alle infrastrutture pubbliche e private e alle attività produttive localizzate sulla costa;
oltre alla zona di Senigallia (Ancona), dove è scattato il preallarme per l'alluvione e dove tutte le scuole sono state chiuse, allagamenti e danni hanno colpito anche le città di Fano, quella di Pesaro e il suo entroterra;
le Marche sono state in parte già interessate da eccezionali eventi meteorologici che hanno provocato esondazioni di diversi corsi d'acqua, allagamenti in aree urbane ed extraurbane, frane, interruzioni stradali e ferroviarie;
il 9 febbraio il presidente della Regione ha chiesto al Governo di dichiarare lo stato di emergenza per i territori colpiti dall'eccezionale ondata di maltempo, ma il Governo, contrariamente ad altre realtà interessate dai simili eventi eccezionali, non ha decretato lo stato di emergenza per le Marche;
la stima dei danni risulta di poco inferiore a 80 milioni di euro;
considerato altresì che nel successivo mese di marzo 2015 la regione è stata nuovamente interessata da ulteriori e gravi eventi naturali che hanno aumentato inevitabilmente il computo dei danni,
si chiede di sapere:
quali siano le motivazioni per le quali il Presidente del Consiglio dei ministri ha ritenuto di non concedere lo stato di emergenza per le province marchigiane e per i territori colpiti dalla forte ondata di maltempo iniziata il 4 e 5 febbraio 2015;
se non ritenga di dover rivedere le sue posizioni, anche alla luce degli eventi alluvionali intervenuti successivamente nel mese di marzo 2015.