Legislatura 17 Atto di Sindacato Ispettivo n° 4-03673

Atto n. 4-03673

Pubblicato il 19 marzo 2015, nella seduta n. 413

AMIDEI , MARIN , BERTACCO , PICCOLI , AURICCHIO , ARACRI , ALICATA , GIRO , RAZZI , SERAFINI , ZUFFADA , PAGNONCELLI , LONGO Eva , IURLARO , MILO , D'AMBROSIO LETTIERI , LIUZZI , BRUNI , MAZZONI , CENTINAIO , STEFANI , FLORIS , PERRONE , CARRARO - Al Presidente del Consiglio dei ministri e ai Ministri dell'economia e delle finanze e delle infrastrutture e dei trasporti. -

Premesso che:

il patto di stabilità interno nasce dall'esigenza di convergenza delle economie degli Stati membri della UE verso specifici parametri, comuni a tutti, e condivisi a livello europeo in seno al patto di stabilità e crescita e specificamente nel trattato di Maastricht (indebitamento netto della pubblica amministrazione sul PIL inferiore al 3 per cento e rapporto tra debito pubblico delle amministrazioni pubbliche e il PIL convergente verso il 60 per cento);

l'indebitamento netto della pubblica amministrazione costituisce, quindi, il parametro principale da controllare, ai fini del rispetto dei criteri di convergenza e la causa di formazione dello stock di debito. Esso è definito come il saldo fra entrate e spese finali, al netto delle operazioni finanziarie (riscossione e concessioni crediti, partecipazioni e conferimenti, anticipazioni), desunte dal conto economico della pubblica amministrazione preparato dall'Istat;

un obiettivo primario delle regole fiscali che costituiscono il patto di stabilità interno è proprio il controllo dell'indebitamento netto degli enti territoriali (Regioni e enti locali). Il patto di stabilità e crescita ha fissato dunque i confini in termini di programmazione, risultati e azioni di risanamento all'interno dei quali i Paesi membri possono muoversi autonomamente. Nel corso degli anni, ciascuno dei Paesi membri della UE ha implementato internamente il patto di stabilità e crescita seguendo criteri e regole proprie, in accordo con la normativa interna inerente alla gestione delle relazioni fiscali fra i vari livelli di governo;

dal 1999 ad oggi l'Italia ha formulato il proprio patto di stabilità interno esprimendo gli obiettivi programmatici per gli enti territoriali ed i corrispondenti risultati ogni anno in modi differenti, alternando principalmente diverse configurazioni di saldi finanziari a misure sulla spesa, per poi tornare agli stessi saldi;

la definizione delle regole del patto di stabilità interno avviene durante la predisposizione ed approvazione della manovra di finanza pubblica, momento in cui si analizzano le previsioni sull'andamento della finanza pubblica e si decide l'entità delle misure correttive da porre in atto per l'anno successivo e la tipologia delle stesse;

considerato che:

la legge di stabilità per il 2015, legge n. 190 del 2014, all'art. 1, comma 467, prevede l'estensione alle Province ed alle città metropolitane dell'esclusione dal computo del saldo finanziario, rilevante ai fini della verifica del rispetto del patto di stabilità interno 2015 e 2016, delle spese sostenute per interventi di edilizia scolastica. Una simile deroga dal patto di stabilità è già vigente per i Comuni con riferimento alle spese sostenute per interventi di edilizia scolastica negli anni 2014 e 2015, ai sensi dell'art. 31, comma 14-ter, della legge n. 183 del 2011 così come modificata dall'art. 48, comma 1, del decreto-legge n. 66 del 2014, convertito, con modificazioni, dalla legge n. 83 del 2014;

tale disposizione ha come fine ultimo la salvaguardia dell'incolumità fisica degli alunni e del personale docente e non, consentendo la realizzazione di interventi di recupero e messa a norma di strutture ed impianti degli edifici scolastici, senza sforare i limiti imposti dal patto di stabilità;

vari Comuni, però, hanno come finalità altrettanto importanti e cogenti da un punto di vista sociale ed umanitario, la realizzazione di altre opere strategiche, al di fuori dell'edilizia scolastica, che risultano di primaria importanza per la popolazione;

da notizie in possesso degli interroganti, il Comune di Fiesso Umbertiano (Rovigo), alla pari di tanti altri, ha come esigenza uno stralcio di ampliamento dell'attuale cimitero comunale, che, in base ad uno studio di fattibilità effettuato dall'ufficio tecnico comunale, presenta un costo complessivo di realizzazione di poco superiore a 250.000 euro, somma che è nettamente superiore agli spazi finanziari concessi nel 2014 dalla Regione Veneto;

giova sottolineare come il Comune stesso sarebbe in grado di sostenere gran parte dell'intervento, con fondi a propria disposizione rinvenienti dalla precedente vendita di loculi, ma che di fatto non può essere appaltato e realizzato a causa dei succitati vincoli di spesa imposti dal patto di stabilità;

tenuto conto che:

sulla base dell'ultimo censimento dell'Istat, nel 2011, la speranza di vita alla nascita, in Italia, era di 79,4 anni per gli uomini e 84,5 per le donne, in crescita rispetto ai dati del 2005, 78,1 e 83,7 rispettivamente. Sempre nel 2011 la speranza di vita a 65 anni, ovvero il numero di anni che in media una persona che ha attualmente 65 anni ha ancora da vivere, era di 18,4 per gli uomini e 21,9 per le donne;

sempre in base alle previsioni elaborate dall'Istat nel 2011, nello scenario centrale dei prossimi 50 anni, la popolazione residente in Italia aumenterà fino a toccare un massimo di 63,9 milioni attorno al 2040;

a questo proposito il Comune di Fiesso Umbertiano, al pari di moltissimi altri Comuni italiani, si potrebbe trovare nelle condizioni di non aver più loculi a disposizione delle persone decedute con gravi conseguenze sociali nonché svariati problemi dal punto di vista igienico sanitario;

i cimiteri costituiscono un punto focale del "buon amministratore" in quanto il popolo italiano ha posto, da sempre, una particolare attenzione al culto e al rispetto dei defunti, ed un ente locale ha il dovere di dare risposte certe ed importanti a tal riguardo;

a giudizio degli interroganti risulterebbe necessario che si prevedesse l'esclusione dal computo del saldo finanziario dei lavori relativi all'ampliamento del cimitero comunale per il Comune di Fiesso Umbertiano e per tutti quelli che, trovandosi nelle medesima situazione, ne facciano richiesta,

si chiede di sapere:

quali orientamenti il Governo intenda esprimere in riferimento a quanto esposto e, conseguentemente, quali iniziative voglia intraprendere per porre rimedio alla questione dell'esclusione dal computo del saldo finanziario degli enti locali, per interventi di prima necessità che detengano carattere di necessità e urgenza;

se non ritenga di concedere la possibilità, al Comune di Fiesso Umbertiano, di eseguire i lavori per l'ampliamento del cimitero comunale in deroga al patto di stabilità interno;

se non abbia l'intenzione di offrire l'opportunità, a tutti i Comuni italiani che ne facciano debita richiesta, di escludere dal computo del saldo finanziario i lavori relativi all'ammodernamento dei cimiteri;

se non voglia individuare misure alternative, all'esclusione dal computo del saldo finanziario degli enti locali, per le questioni riguardanti gli ampliamenti, le manutenzioni e le nuove aperture di campi cimiteriali italiani.