Legislatura 17 Atto di Sindacato Ispettivo n° 4-03655

Atto n. 4-03655

Pubblicato il 18 marzo 2015, nella seduta n. 412

CERONI - Ai Ministri dell'economia e delle finanze e delle infrastrutture e dei trasporti. -

Premesso che:

la grave e perdurante crisi economico-finanziaria che permane ormai da diversi anni ha coinvolto vari settori produttivi e commerciali del nostro Paese e determinato un crescente e preoccupante aumento della disoccupazione, in particolare quella giovanile;

le cause che impediscono all'Italia di uscire da questo periodo di crisi sono molteplici;

sicuramente il settore delle costruzioni rappresenta un comparto trainante in termini di capitali investiti e di indotto coinvolto;

il comparto dell'edilizia è in grado di sollecitare un vasto ventaglio di attività quali: le imprese edili, le maestranze specifiche, le società elettriche ed idrauliche, i produttori di materiale da costruzione e le aziende di lavorazione di legname, alluminio, vetro, marmo e pvc, eccetera;

risulta evidente, quindi, che il settore edile sia senza ombra di dubbio strategico e in grado di riattivare il mercato interno;

in sostanza le aziende che operano in edilizia sono realtà che operano quasi esclusivamente sul mercato interno, per via del fatto che i beni prodotti non sono propriamente considerabili beni da esportazione, e che contribuiscono fortemente al sostegno del Paese in quanto l'edilizia è prevalentemente composta da piccole e medie imprese, artigiane e partite Iva il cui apporto è riscontrabile tramite l'osservazione sui territori in cui operano, sia a livello di investimenti economici sia a livello di produzione, in termini di: strutture aziendali, macchinari, crescita del know how dei propri dipendenti e nuove costruzioni;

considerato che:

la crisi dell'edilizia è formalmente iniziata nel 2008 con un profondo peggioramento nei 2-3 anni seguenti. Gli edifici precedenti al 2008 (verosimilmente con concessioni edilizie rilasciate dal 2004 in poi), e gli imprenditori impegnati nella loro realizzazione, si sono trovati a dover affrontare una crisi inaspettata. Mentre gli edifici successivi al 2008 (verosimilmente con concessioni edilizie rilasciate tra il 2008 ed il 2011) sono frutto di piani imprenditoriali precedenti all'inizio della crisi. In questi casi gli imprenditori e investitori non potendo uscire dai piani di investimento iniziati se non con grande danno economico e nella speranza che la negativa congiuntura economica, seppur attesa, avesse una durata di un paio di anni, hanno proseguito nel loro completamento;

le conseguenze di ciò sono la mancanza di "collocazione" per una moltitudine di edifici, in parte completati e in parte mancante di finiture interne;

da notizie in possesso dell'interrogante vi sono numerosi disegni di legge presentati al Senato, su questo tema, che giacciono senza alcuna assegnazione alle competenti commissioni;

a giudizio dell'interrogante è necessaria l'adozione di qualsiasi strumento fiscale volto alla riduzione delle imposte per l'acquisto di un'abitazione di nuova costruzione affinché si rilanci il comparto dell'edilizia, vero traino dell'economia, e in grado di riattivare il mercato interno,

si chiede di sapere:

quali orientamenti intendano esprimere in riferimento a quanto esposto e, conseguentemente, quali iniziative vogliano intraprendere, nell'ambito delle proprie competenze, per rivitalizzare il mercato dell'edilizia italiano;

se intendano attivarsi al fine di sospendere agli acquirenti di una casa il pagamento delle imposte IRPEF e IMU per 5 anni o sino all'estinzione dei mutui gravanti sul relativo immobile;

se vogliano incrementare il fondo di garanzia per la prima casa, di cui all'art. 1, comma 48, lett. c), della legge n. 147 del 2013, estendendone l'accesso al beneficio a tutte le famiglie senza alcuna distinzione.