Legislatura 17 Atto di Sindacato Ispettivo n° 3-01706
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Atto n. 3-01706 (con carattere d'urgenza)
Pubblicato il 25 febbraio 2015, nella seduta n. 398
PELINO , BERNINI , BRUNO , AMIDEI , PICCOLI , MALAN , FLORIS , ALICATA , D'ALI' , FAZZONE , AMORUSO , SCIASCIA , RAZZI , LIUZZI , BRUNI , D'AMBROSIO LETTIERI , CALIENDO , RIZZOTTI , MANDELLI , ZIZZA , SCILIPOTI ISGRO' , FALANGA , MILO , LONGO Eva , IURLARO , SCOMA , DE SIANO , GIBIINO , CERONI , ZUFFADA , PAGNONCELLI , SERAFINI , BOCCA , VILLARI , PICCINELLI , BONFRISCO , PERRONE , BLUNDO - Al Ministro della salute. -
Premesso che:
nel corso della Conferenza Stato-Regioni del 16 dicembre 2010 si è giunti ad un accordo, tra il Governo, le Regioni e gli enti locali, nel quale è stato individuato il percorso da intraprendere con la definizione di tutti gli standard operativi, di sicurezza, assistenziali e tecnologici relativi ai punti nascita. In questo ambito normativo sono stabiliti il parametro generale dei 1.000 parti all'anno e dei 500 per le aree di montagna quale standard di sicurezza;
in Abruzzo, dei 12 punti nascita presenti nei vari ospedali, quello di Sulmona (L'Aquila), città che ricade in territorio di montagna, è a rischio soppressione da parte della Regione, a causa del numero di parti annui inferiore al limite minimo dei 500;
da notizie emerse sul quotidiano abruzzese "il Centro" del 16 febbraio 2015 si può evincere che sarebbe prossima l'emanazione di un decreto da parte del Ministro della salute, cosiddetto Decreto Lorenzin, per stabilire gli "standard qualitativi, strutturali, tecnologici e quantitativi relativi all'assistenza ospedaliera";
tale decreto, sempre da quanto emerso da fonti giornalistiche, stabilirebbe anche quale debba essere il bacino d'utenza minimo e massimo entro il quale devono operare le singole strutture: per Ostetricia e Ginecologia il bacino minimo corrisponderebbe a 150.000 abitanti e quello massimo a 300.000;
i bacini minimi si applicherebbero alle zone a bassa densità abitativa e, quindi, alle aree montane, ma l'ospedale di Sulmona, seppur rispetti questo parametro, verrebbe ugualmente privato del suo punto nascita per effetto del minor numero di parti all'anno rispetto ai 500 previsti per il mantenimento della struttura;
a giudizio dell'interrogante, considerati i perduranti effetti del terremoto del 2009, le particolari caratteristiche di territorio di montagna nel quale ricade la città di Sulmona ed al fine di evitare che si producano gli effetti di grave disagio per i cittadini di un'area vasta e articolata sarebbe quindi opportuno, considerando preminenti le caratteristiche di territorio di montagna con il corollario di disagi soprattutto nel periodo invernale per raggiungere gli ospedali più vicini (distanti oltre 100 chilometri da Sulmona) rivedere i parametri per mantenere operativo questo punto nascite,
si chiede di sapere:
quali orientamenti il Ministro in indirizzo intenda esprimere, in riferimento a quanto esposto in premessa e, conseguentemente, quali iniziative voglia intraprendere, nell'ambito delle proprie competenze, per risolvere l'annosa questione relativa al punto nascita di Sulmona (L'Aquila).