Legislatura 14 Atto di Sindacato Ispettivo n° 4-05682

Atto n. 4-05682

Pubblicato il 26 novembre 2003
Seduta n. 497

SODANO TOMMASO. - Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio. -

Premesso che:

l’inchiesta della Procura di Napoli sul traffico internazionale di rifiuti tra la Campania ed il Nord ha portato all’arresto, lunedì 24 novembre 2003, di 19 imprenditori legati a società di stoccaggio ed intermediazione; sono un centinaio gli indagati;

il subcommissario all’emergenza rifiuti della Campania Giulio Facchi, che avrebbe denunciato il traffico illegale di rifiuti e ricevuto minacce da uno degli imprenditori arrestati, ha dichiarato che alcuni personaggi di questa vicenda, a suo dire legati alla Fibe, producono inquinamento in Campania e poi prendono soldi per disinquinare nelle vesti di aziende autorizzate. Nel corso dell’audizione tenuta il 25 novembre 2003 nel Consiglio regionale della Campania, Facchi ha parlato di fuoriuscita di corrispondenza riservata del commissariato all’assessorato all’ambiente finita a stretto giro di posta nelle mani della camorra;

inoltre, ha dichiarato Facchi, la Fibe, società che ha vinto l’appalto in Campania di smaltimento e gestione degli impianti, avrà bisogno di dieci milioni di metri cubi di cave, quattro milioni di metri quadrati di aree per lo stoccaggio delle balle dei Cdr, di attrezzature per movimentare 7.500 tonnellate di rifiuti al giorno. Si tratta di un business da un miliardo di euro nei prossimi 10 anni. La camorra sta cercando di mettere le mani sulle cave e di monopolizzare i trasporti per rientrare nella rete nazionale o internazionale di smaltimento fuorilegge;

le affermazioni del subcommissario all’emergenza Facchi e la polemica con il responsabile area dell’assessorato regionale all’agricoltura Mario Lupacchini, che ha concesso le autorizzazioni a ditte indagate, confermano la necessità di una attenta verifica sugli interventi incrociati nelle istituzioni per il controllo sulle aziende, compresa Fibe, coinvolte nello smaltimento e nello stoccaggio dei rifiuti risultate, dall’inchiesta, autorizzate ma in odore di camorra;

sono state più volte denunciate anche dall’interrogante, attraverso numerosi atti di sindacato ispettivo, l’inquietante emergenza rifiuti in Campania legata all’ecobusiness; l’emergenza diossina che non ha ancora trovato risposte adeguate; l’inattendibilità delle indagini condotte dalla Sogin – attore di uno strano gioco delle parti, dove controllori e controllati sono sempre la stessa persona –; la richiesta che venga effettuata una vera valutazione di impatto ambientale in vista della realizzazione del termovalorizzatore di Acerra. Il sottosegretario Tortoli, nella seduta dell’Assemblea del Senato della Repubblica n. 333 del 13/2/2003, in risposta ad una interrogazione, ha, tra l’altro, testualmente dichiarato: “È certamente vero che il territorio in esame è compromesso dall’abbandono incontrollato di rifiuti di varia natura e dalla contaminazione chimica dei suoli e delle falde, tant’è che l’area vasta in cui si colloca il territorio del comune di Acerra è inserita nel sito di interesse nazionale del litorale domizio-flegreo ed agro-aversano ai fini della successiva bonifica ed è già sottoposta ad interventi di messa in sicurezza di emergenza della falda soggiacente il territorio comunale di Acerra, consistente in limitazioni di impiego delle acque per scopi potabili ed irrigui, in relazione alla contaminazione delle acque sotterranee riscontrata a seguito dell’effettuazione di una capillare campagna di monitoraggio a cura di ANPA, ARPA e SOGIN in circa la metà dei pozzi controllati. A tale riguardo il Ministero dell’ambiente ha tenuto in data 10 dicembre 2002, presso la Regione Campania, una Conferenza di servizi nel corso della quale sono state descritte le campagne di monitoraggio effettuate e le indagini ancora in corso per l’identificazione delle discariche abusive, la caratterizzazione dei livelli di inquinamento del suolo e delle acque ed è stato sollecitato il Commissario delegato ad adottare ulteriori misure di messa in sicurezza idonee ad evitare la propagazione dell’inquinamento in falda, contaminata, in particolare, da metalli pesanti, idrocarburi e composti organici aromatici”,

si chiede di sapere se il Ministro in indirizzo:

non ritenga necessario e urgente, alla luce di quanto sopra esposto e di fronte allo sconcertante silenzio e all’assenza delle istituzioni, un intervento per fare chiarezza sui torbidi rapporti che sembrerebbero intercorrere tra la struttura del Commissariato di Governo per l’emergenza rifiuti, l’assessorato regionale all’ambiente, la Sogin e l’Arpac per affrontare efficacemente il problema dei rifiuti, l’emergenza diossina e la costruzione dei termovalorizzatori;

non reputi utile che venga redatto un nuovo piano regolatore dei rifiuti che preveda più approfondite valutazioni di impatto ambientale;

non reputi opportuno, vista questa ultima grave vicenda su cui la Procura di Napoli ha ritenuto di dover aprire una inchiesta, istituire una Commissione d’indagine ministeriale.