Legislatura 17 Atto di Sindacato Ispettivo n° 2-00250
Azioni disponibili
Atto n. 2-00250 (procedura abbreviata)
Pubblicato il 17 febbraio 2015, nella seduta n. 392
PADUA , ALBANO , AMATI , CARDINALI , CIRINNA' , COLLINA , DALLA ZUANNA , DI GIORGI , FASIOLO , FILIPPIN , GINETTI , LAI , LUCHERINI , MATURANI , MORGONI , MOSCARDELLI , ORRU' , PAGLIARI , PEZZOPANE , PIGNEDOLI , PUGLISI , RUTA , SCALIA , SOLLO , SPILABOTTE , VALENTINI , VATTUONE , ZANONI , BATTISTA , BOCCHINO , CAMPANELLA , CARIDI , ROMANO , MASTRANGELI , IDEM , GRANAIOLA - Al Ministro della salute. -
Premesso che l'unità di Terapia intensiva neonatale (Utin) è un reparto ospedaliero specializzato che permette la cura e il monitoraggio, attraverso specifiche attrezzature, delle patologie neonatali ed ha come obiettivo la cura di tutti i neonati "a rischio", cioè di quei neonati la cui vita o la cui salute presente e futura sono messe in pericolo da situazioni o patologie che si manifestano durante la vita fetale, al momento della nascita o nei 30 giorni successivi;
considerato che:
ha suscitato particolare clamore, nella pubblica opinione, a livello mediatico e istituzionale, la notizia del 12 febbraio 2015 relativa alla sorte della piccola neonata Nicole Di Pietro, morta nei pressi della località di Vizzini (Catania) durante il viaggio che, da Catania, la doveva portare a Ragusa per il ricovero d'urgenza, a causa di gravi crisi respiratorie accusate successivamente al parto avvenuto in una clinica privata etnea;
da quanto ricostruito dalla stampa e dalle dichiarazioni rese dai legali della clinica si apprende che, nonostante fossero state contattate le Utin degli ospedali di Catania ai fini di un trasferimento d'urgenza, non vi sarebbero stati posti disponibili, motivo per cui l'unica alternativa possibile sarebbe stata quella del trasporto della neonata, con un'ambulanza privata, nell'unità presente nel nosocomio di Ragusa, dove sarebbe dovuto avvenire il ricovero;
l'assessore regionale per la sanità, Lucia Borsellino, ha convocato una riunione d'urgenza con i vertici delle strutture ospedaliere etnee per il giorno successivo alla tragedia, al fine di rilevare dati e considerazioni e iniziare a far luce sulla triste vicenda; anche lo stesso Ministero della salute, peraltro, ha immediatamente diramato la notizia dell'invio di ispettori in Sicilia, con la richiesta di una relazione dettagliata, e in tempi brevi, sulla faccenda;
a seguito della vicenda la Procura di Catania ha iscritto 9 persone nel registro degli indagati, con l'accusa di omicidio colposo;
considerato, inoltre, che:
il decreto 14 gennaio 2015 dell'Assessorato per la salute, recante riqualificazione e rifunzionalizzazione della rete ospedaliera-territoriale della Regione Siciliana, pubblicato nel supplemento ordinario alla Gazzetta ufficiale della Regione Siciliana del 23 gennaio 2015 è l'ultimo atto dell'amministrazione siciliana, in termini di tempo, intervenuto sulla distribuzione territoriale e sulla presenza di servizi e di specifiche unità all'interno delle strutture ospedaliere regionali, comprese le Utin e i relativi posti a disposizione;
l'organizzazione e la distribuzione territoriale dei punti nascita e della rete ospedaliera rientrano nella sfera di competenza regionale, tuttavia è compito dello Stato garantire che sull'intero territorio nazionale non siano posti in essere ostacoli fattivi nell'accesso universale alle cure, come chiaramente avvenuto nel caso descritto;
nonostante recenti dati confermino come l'Italia abbia uno dei sistemi sanitari meglio organizzati in Europa, in termini di qualità e gratuità, tuttavia non è né ammissibile né assolutamente accettabile l'esistenza di simili disservizi nella gestione delle emergenze o delle criticità,
si chiede di sapere:
se il Ministro in indirizzo ritenga opportuno compiere una valutazione relativa all'assicurazione di prestazioni adeguate in riferimento ai livelli essenziali di assistenza nella provincia di Catania, nonché nell'intero territorio regionale siciliano;
se intenda promuovere, con atti di propria competenza, specifiche iniziative volte a garantire un opportuno livello delle prestazioni sanitarie per i casi di patologia neonatale;
se, per quanto di competenza e di concerto con la Regione Siciliana, intenda accertare l'esistenza di eventuali negligenze o errori di valutazione da parte degli ospedali catanesi e dalla clinica privata in cui è avvenuto il parto;
come intenda intervenire al fine di evitare, il più possibile, il ripetersi di simili incresciosi episodi.