Legislatura 14 Atto di Sindacato Ispettivo n° 4-05659
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Atto n. 4-05659
Pubblicato il 25 novembre 2003
Seduta n. 494
FABRIS. - Al Presidente del Consiglio dei ministri e al Ministro della difesa. -
Premesso:
che in data 12 novembre 2003 un attentato devastante ha colpito la base dei carabinieri di Nassirya in Iraq uccidendo 19 italiani di cui 17 soldati, 12 dell’Arma dei carabinieri e 5 dell’esercito, e 2 civili;
che, in particolare, un camion imbottito di esplosivo è riuscito con grande facilità a forzare un posto di blocco all’entrata della base e a proseguire la sua corsa sino davanti alla palazzina di tre piani che ospitava il dipartimento logistico italiano;
che, secondo quanto appreso dalla stampa nazionale, quando le truppe italiane giunsero in Iraq a metà giugno del 2003 constatarono che le difese approntate dai contingenti americani di stanza a Nassiriya non erano sufficienti, tanto da dover essere rafforzate successivamente dal contingente italiano con barriere di terra, oltre 400 sacchetti di sabbia e la chiusura parziale della strada di fronte alla palazzina dei servizi logistici;
che, secondo quanto dichiarato alla stampa nazionale dal Ministro della difesa Antonio Martino a conclusione del dibattito alla Camera sull’attentato di Nassirya, le misure di sicurezza approntate a Nassirya sarebbero state studiate con una cura tale da essere dimostrata anche dal fatto che negli ultimi anni, pur essendoci stati molti impegni di simile rischio senza precedenti, non si erano mai verificate vittime;
che secondo quanto dichiarato alla stampa nazionale dal Colonnello dei carabinieri Georg Di Pauli, in missione a Bassora al momento dell’esplosione, al fine di garantire l’effettiva efficacia della missione umanitaria in Iraq, era stata privilegiata la scelta di tenere sempre aperto il rapporto con la gente irachena e quindi di garantire la piena cooperazione con la popolazione irachena anche se ciò avrebbe potuto significare scegliere minore sicurezza per i soldati;
che, secondo quanto dichiarato alla stampa nazionale dal colonnello Carmelo Brugio, il nuovo comandante dei circa 550 uomini del nucleo dei carabinieri paracadutisti del Tuscanica (oltre 150 in più del contingente arrivato a giugno) in partenza per l’Iraq, “...per forza di cose occorrerà trovare un compromesso tra la filosofia di pace che impronta la missione e l’incolumità dei nostri uomini...”;
considerato che anche dai reportage apparsi sulla stampa e sulle televisioni nazionali le difese della nostra base sono apparse quanto mai inadeguate rispetto all’evidente minaccia delle nostre truppe in quell’area,
si chiede di sapere:
come sia stato possibile che, nonostante la base si trovasse in una zona che a tutti gli effetti può definirsi di guerra, venisse colpita con un così tragico bilancio una base del nostro contingente;
quali misure di sicurezza siano state approntate in difesa della base;
quali misure si intenda assumere al fine di rafforzare la sicurezza dei nostri contingenti.