Legislatura 14 Atto di Sindacato Ispettivo n° 4-05497

Atto n. 4-05497

Pubblicato il 28 ottobre 2003
Seduta n. 480

BOCO. - Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio. -

Premesso:

che con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri del 19 luglio 2002 veniva dichiarato lo stato di emergenza a seguito di un dissesto idrogeologico verificatosi nel territorio del comune di Firenzuola (Firenze), località Monte Beni: il 13 aprile 2002 si era infatti verificato un movimento franoso con distacchi di blocchi di roccia per fenomeni di crollo dal fronte dell’omonima cava, che aveva reso necessaria l’interruzione del traffico nel tratto della ex strada statale n. 65 della Futa, sottostante il versante di frana, e lo sgombero di alcune abitazioni a titolo precauzionale;

che l’ordinanza del Presidente del Consiglio dei ministri n. 3245 del 1º ottobre 2002 disponeva all’articolo 1 che il comune di Firenzuola definisse e realizzasse gli interventi necessari per superare l’emergenza in atto, in particolare per consentire il ripristino della viabilità e il rientro dei nuclei familiari evacuati nelle proprie abitazioni, dichiarava tali interventi urgenti e indifferibili e, all’articolo 2, consentiva al comune l’esercizio della facoltà di deroga alle normative indicate nello stesso articolo;

che con la deliberazione n. 128 del 17 ottobre 2002 la giunta comunale di Firenzuola approvava il progetto della duna paramassi da realizzare al piede del versante per il contenimento di eventuali frane e crolli di massi;

che il 27 giugno 2003, a barriera già eseguita e a urgenza terminata, il consorzio Cavet presentava un progetto per il completamento della messa in sicurezza del versante, che prevedeva il riempimento con materiali limoso-sabbiosi della parte retrostante la duna paramassi;

che il consorzio Cavet dichiarava di avere la disponibilità dei terreni interessati dall’intervento e di essere in grado di realizzare lo stesso senza alcun costo per l’amministrazione comunale, in quanto in grado di utilizzare materiali e mezzi già impiegati nei vicini cantieri dell’Alta Velocità, in particolare lo smarino delle gallerie e i limi derivanti dall’impianto di lavaggio degli inerti della cava Sasso di Castro, limi che sono considerati dall’attuale normativa rifiuti a tutti gli effetti;

che il 2 luglio 2003, quindi con notevole ritardo e a operazioni di messa in sicurezza già effettuate, con deliberazione n. 65 la giunta comunale di Firenzuola autorizzava il suddetto progetto per il completamento della messa in sicurezza del versante come variante al precedente progetto della duna paramassi, ne approvava l’esecuzione da parte del consorzio Cavet e riteneva di poter applicare a tale intervento quanto disposto dai provvedimenti del Presidente del Consiglio dei ministri sopra citati;

che in sostanza si è realizzata una scarpata di quattro metri di altezza per difendere la strada sottostante, per poi riempire la scarpata con limi derivanti da impianti di chiarificazione delle acque di una cava, senza, a quanto consta all’interrogante, nessuno studio dal punto di vista chimico e fisico sulla qualità dei rifiuti riutilizzati e senza alcuna considerazione relativa alla difesa di eventuali risorse idriche presenti in loco, con due principali conseguenze: i rifiuti utilizzati, solidificandosi, hanno creato uno strato duro, quindi non idoneo ad ammortizzare nuove cadute di massi, e il consorzio Cavet o chi per esso risparmia sullo smaltimento dei rifiuti,

si chiede di sapere:

se siano mai state appurate le cause della frana di Monte Beni e se si siano accertate omissioni da parte degli enti preposti al controllo che possano aver avuto come conseguenza il movimento franoso di questa bellezza naturale;

se si ritenga idoneo, conforme e legittimo l’utilizzo dei rifiuti descritti in premessa, soprattutto in considerazione del fatto che il loro uso è stato autorizzato dalla giunta comunale tardivamente rispetto all’ordinanza n. 3245 del Presidente del Consiglio dei ministri, che si riferiva solo alla prima fase di urgente messa in sicurezza;

se non si ritenga di dover verificare con urgenza come sia stato possibile per l’amministrazione comunale di Firenzuola trasformare dei rifiuti in semplice terra di riempimento, quali analisi siano state eseguite e con quale esito, e quanto risparmi il consorzio Cavet o chi per esso per lo smaltimento regolare di quei rifiuti;

se sia stato accertato che il consorzio in questione o chi per esso non abbia procedimenti in corso per illeciti smaltimenti di quei fanghi e altri rifiuti derivanti dai cantieri dell’Alta Velocità;

quali iniziative e provvedimenti si intenda intraprendere per salvaguardare la bellezza naturale e paesaggistica del Monte Beni;

quali studi siano stati richiesti per progettare i provvedimenti atti a impedire ulteriori frane del Monte Beni;

quali provvedimenti di vincolo e tutela dell’area siano stati richiesti o attuati, in modo che una devastante frana non si trasformi in un forte utile per gli sfruttatori dell’ambiente;

quali iniziative si intenda intraprendere per tutelare i cittadini che transitano sulla ex strada statale n. 65 della Futa;

quali iniziative si intenda intraprendere a tutela dell’ambiente per evitare un simile utilizzo di rifiuti.