Legislatura 17 Atto di Sindacato Ispettivo n° 3-01316

Atto n. 3-01316 (con carattere d'urgenza)

Pubblicato il 16 ottobre 2014, nella seduta n. 333
Svolto nella seduta n. 530 dell'Assemblea (22/10/2015)

MANCONI , PALERMO , LAI , FEDELI , LO MORO , GOTOR , LO GIUDICE , DE PIN , FASIOLO , SPILABOTTE , CAPACCHIONE , PEZZOPANE , SERRA , MATTESINI , ORRU' , SCAVONE , AMATI , LUCHERINI , CHITI , PAGLIARI - Al Ministro dell'interno. -

Premesso che:

da segnalazioni giunte da alcune associazioni che operano nel territorio di Crotone, si è appreso che un gruppo di profughi siriani, tra i quali 32 donne e 21 minori, arrivati venerdì 10 ottobre 2014 sulle coste di Isola di Capo Rizzuto e accolti nel Centro per richiedenti asilo e rifugiati (Cara) Sant'Anna, hanno intrapreso un'azione di protesta e uno sciopero della fame per opporsi alla rilevazione delle impronte digitali;

tale procedura, unitamente alla foto e a una breve intervista, viene svolta ai fini dell'identificazione del migrante il quale, in ottemperanza al Regolamento (UE) n. 604/2013 (detto Dublino III), potrà chiedere asilo in Italia, ovvero nel Paese europeo di primo approdo. Ciò comporta che la stessa richiesta non potrà essere avanzata in Stati diversi dall'Italia. Per questo motivo i siriani sbarcati a Crotone si rifiutavano di farsi identificare;

da quanto ha riferito il garante per l'infanzia e l'adolescenza della Calabria, dottoressa Marilina Intrieri, interpellata in merito a questa vicenda, il giorno successivo all'arrivo alcuni dei migranti siriani sono stati accompagnati in Questura per procedere all'identificazione. I migranti (una trentina di persone) hanno dichiarato che, in seguito al loro rifiuto di sottoporsi a tale prassi, avrebbero subito diverse pressioni, anche fisiche;

ai migranti appena giunti al Cara era stato distribuito un volantino tradotto in più lingue in cui si fa esplicito riferimento all'obbligo di farsi identificare, eventualmente ricorrendo a metodi coercitivi: "I migranti che fanno ingresso illegale nel territorio dello Stato italiano, anche se soccorsi in mare, devono essere identificati mediante l'acquisizione delle generalità ed il fotosegnalamento. Le generalità - nome, cognome, giorno mese ed anno di nascita - saranno acquisite nel corso di una breve intervista che sarà effettuata con l'assistenza di un mediatore linguistico-culturale. Il fotosegnalamento sarà effettuato dalla polizia e consiste nell'acquisizione delle fotografie del volto e delle impronte digitali delle dita delle mani. Il rifiuto di fornire le proprie generalità e di farsi fotosegnalare costituisce reato e determina la denunzia all'autorità giudiziaria. In ogni caso la polizia procederà all'acquisizione delle foto e delle impronte digitali anche con l'uso della forza se necessario";

il fotosegnalamento è previsto dal Regolamento (CE) n. 2725/2000 (cosiddetto Eurodac) che ne stabilisce l'obbligatorietà e ne descrive i passaggi. All'art. 8, comma 1, viene precisato che "ciascuno Stato membro procede tempestivamente, in conformità delle salvaguardie previste dalla Convenzione europea dei diritti dell'uomo e della Convenzione delle nazioni unite dei diritti del fanciullo, al rilevamento delle impronte digitali di tutte le dita di stranieri di età non inferiore a 14 anni, che siano fermati dalle competenti autorità di controllo in relazione all'attraversamento irregolare via terra, mare, o aria della propria frontiera in provenienza da un paese terzo e che non siano stati respinti",

si chiede di sapere:

se al Ministro in indirizzo risulti che i fatti riportati corrispondano al vero;

se risulti che nei confronti dei profughi siriani sbarcati a Crotone si sia agito nel pieno rispetto di quanto previsto dal regolamento Eurodac, specificatamente laddove si richiama la tutela dei diritti fondamentali delle persone;

quali disposizioni contenga la circolare inviata nel mese di settembre 2014 a Prefetti e Questori in merito alle procedure di fotosegnalamento;

quali azioni di competenza il Ministro in indirizzo intenda intraprendere affinché l'applicazione della normativa sul fotosegnalamento obbligatorio non metta a rischio l'incolumità dei profughi sbarcati sulle coste italiane.