Legislatura 17 Atto di Sindacato Ispettivo n° 4-02525

Atto n. 4-02525

Pubblicato il 22 luglio 2014, nella seduta n. 286

LUMIA - Ai Ministri dello sviluppo economico, del lavoro e delle politiche sociali e dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. -

Premesso che:

l'ENI è presente da ben 50 anni a Gela (Caltanissetta), in Sicilia, esattamente dal 1962. È una presenza che ha saputo garantire il diritto al lavoro a migliaia di operai, tecnici di elevata professionalità, impiegati, con una conseguente crescita della cultura produttiva che ha impegnato positivamente la coscienza civile e democratica del territorio e della comunità locale. Nello stesso tempo il territorio ha pagato un prezzo elevato sulla delicata tutela ambientale mettendo in pericolo le falde acquifere del sottosuolo con gravi pregiudizi, maturati negli anni, soprattutto sul diritto alla salute;

anche le imprese dell'indotto locale hanno dato un loro contributo alla crescita dell'azienda e allo sviluppo del territorio con uno qualificato e specifico know how in settori delicati della produzione, della raffinazione e della manutenzione, garantendo un'alta qualità professionale, una capacità occupazionale e produttiva senza la quale l'ENI non avrebbe potuto mantenere in vita per tanti anni la sua attività;

dopo anni di impegno, è maturo il tempo per tenere legati il diritto alla salute e di diritto al lavoro, attraverso un grande processo di innovazione tecnologica che potrebbe puntare, nell'attività di raffinazione, sul superamento dell'utilizzo del petcock per trasformare l'ENI di Gela in una punta avanzata nel contesto della raffinazione a livello globale;

si sta ingenerando nel nostro Paese l'idea sbagliata secondo la quale alcuni settori maturi del manifatturiero italiano, ad esempio quello delle automobili, dell'acciaio e adesso quello della raffinazione, non siano in grado di reggere in un contesto globale altamente competitivo. Ci sono degli esempi in Europa, con in testa la Germania, che invece dimostrano che in un contesto concorrenziale, anche quando c'è una contrazione della domanda globale, come sta avvenendo non solo per le automobili ma anche per la raffinazione, un Paese moderno che investe, che fa ricerca e che innova può mantenere alti livelli di capacità produttiva ed occupazionale così da trasformare la crisi in un'importante opportunità e risorsa di cambiamento e di crescita;

la zona industriale di Gela dove insiste l'ENI dovrà contemporaneamente avviare un processo di bonifica delle falde del sottosuolo che dovrà impegnare l'azienda stessa e lo Stato con ingenti risorse finanziarie, azione propedeutica a qualunque altro processo di rilancio o di riconversione produttiva, pena una desertificazione che determinerebbe una catastrofe ambientale ed occupazionale del territorio;

un altro settore importante su cui il territorio e il sindaco pro tempore Rosario Crocetta, oggi presidente della Regione Siciliana, sono stati chiamati ad un impegno senza precedenti è quello della lotta alla mafia per liberare l'ENI di Gela e il suo indotto dalla presenza delle cosche, con un contributo prezioso delle forze sociali e sindacali che ha dato energia e forza all'associazionismo anti racket e alla stessa Confindustria siciliana: oggi sono un punto di riferimento nazionale ed internazionale per il sistema economico che vuole investire e crescere senza compromessi con le mafie e i loro capitali illeciti;

da notizie di stampa ("Il Giornale di Sicilia", "Avvenire" e "La Sicilia" del 13 luglio, "La Sicilia", "Il Giornale di Sicilia" e "la Gazzetta del Sud" del 14 luglio e "Il Giornale di Sicilia", "la Repubblica" del 15 luglio 2014) emerge l'annuncio da parte di ENI di voler rivedere la sua presenza sul territorio gelese creando un forte allarme sociale, imprenditoriale e sindacale perché si intravede il rischio di un progressivo abbandono dell'attività produttiva di ENI facendo compiere al territorio così un passo indietro nell'impegno produttivo e antimafia che si è basato sull'inedito binomio di legalità e sviluppo;

oggi l'ENI è presente a Gela con una capacità produttiva vasta e per diversi profili innovativa, oltre ad una capacità professionale dei lavoratori e dell'indotto, con il coinvolgimento di più di 4.000 addetti, in grado di scommettere sul progetto di cambiamento, di innovazione e di ricerca che l'ENI aveva programmato solo pochi mesi fa attraverso un investimento programmato di 700 milioni di euro e con un vago annuncio di un'altra missione produttiva da assegnare al sito di Gela;

si è fatto riferimento alle perdite prodotte dallo stabilimento di Gela, ma se si dovesse porre l'attenzione solo sul versante dei conti finanziari, emergerebbe che le maggiori perdite in Italia si registrano nella raffineria di Sannazzaro de' Burgondi (Pavia) in Lombardia, mentre quella in cui si registrano le perdite minori è proprio la raffineria di Gela dove paradossalmente si sceglie di abbandonare la funzione produttiva nel campo della raffinazione senza neanche tener conto che tutta l'attività estrattiva dell'ENI è collocata in buona parte in Sicilia con gli evidenti costi ambientali tutti a carico del territorio siciliano;

è poco lontana nel tempo la cocente storia di Termini Imerese (Palermo) e non si deve ripetere quanto è già avvenuto nella produzione di automobili. Si deve fare in modo che l'ENI presenti al Governo, e che il Governo stimoli, una politica industriale moderna, ecosostenibile, innovativa e che vi sia una concertazione e una capacità di dialogo, in modo tale che queste decisioni siano soppesate ed equilibrate,

si chiede di sapere:

se i Ministri in indirizzo abbiano intenzione di riferire in Parlamento e interloquire con l'azienda per rilanciare la politica industriale nel settore della raffinazione attraverso l'applicazione di tecnologie ecocompatibili, integrando semmai nuove strategie produttive in grado di arricchire e rilanciare il territorio con un vero e proprio nuovo piano industriale;

se intendano adoperarsi per far sì che l'intero indotto sia riqualificato in modo che possa aumentare la capacità produttiva e occupazionale;

se intendano impegnarsi ad avviare processi di bonifica del territorio e riconsegnarlo alla comunità con elevati standard di salute e di rispetto per le falde;

se l'ENI intenda integrare la sua presenza nel campo della raffinazione con un rilancio della produzione energetica rinnovabile applicata alla produzione agricola, a Gela così presente, qualificata e capace di competere sui mercati internazionali.