Legislatura 17 Atto di Sindacato Ispettivo n° 3-01062

Atto n. 3-01062

Pubblicato il 25 giugno 2014, nella seduta n. 269

PEPE - Ai Ministri dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, della giustizia, dell'interno e per la semplificazione e la pubblica amministrazione. -

Premesso che da uniinchiesta de "Il Mattino" del 18 giugno 2014 a firma di Leandro del Gaudio si è appreso che il collaboratore di giustizia Antonio Iovine avrebbe raccontato di come con l'altra ex "primula rossa" Michele Zagaria, durante le vacanze estive del 2007, cominciò a lavorare sull'affare ecoballe. «Tutto era fondato sul sistema dei prestanome, Mastrominico aveva intestato alcuni terreni al fratello, alla moglie e alla moglie del fratello, in modo da incassare affitti molto remunerativi. Si partiva da un contratto decennale, 4 milioni di euro, che produceva una rendita di 400 mila euro l'anno, solo di fitto. Poi arrivarono i soldi per il cemento, le sponde, l'illuminazione, la messa in sicurezza»;

considerato che:

nel corso del 2007, con la saturazione delle discariche campane, si verificò una nuova crisi nella gestione dei rifiuti, che indusse il Governo Prodi ad intervenire direttamente individuando nuovi siti da destinare a discarica ed orientando la soluzione del problema verso la regionalizzazione dello smaltimento dei rifiuti, autorizzando la costruzione di 3 nuovi inceneritori e superando, in questo modo, l'impostazione della gestione commissariale di Antonio Bassolino, che ormai ruotava tutta intorno alla travagliata costruzione di un unico mega inceneritore ad Acerra. L'ordinanza per la costruzione degli inceneritori venne firmata il 31 gennaio 2008, mentre ancora il 25 gennaio 2008 la Giunta comunale di Napoli approvava una spesa di 228.000 euro per una "Analisi sulla percezione della qualità del proprio territorio/ambiente, durante l'emergenza rifiuti, da parte delle imprese e dei cittadini campani rispetto a quella dei cittadini del resto d'Italia", poi revocata;

per la gestione delle nuove criticità emerse, quindi, con ordinanza n. 3639 dell'11 gennaio 2008, il Presidente del Consiglio dei ministri Romano Prodi nominò il nuovo commissario per l'emergenza rifiuti l'ex capo della Polizia di Stato Gianni De Gennaro, con l'obiettivo di risolvere la situazione entro 4 mesi. Ripresero così i trasferimenti di rifiuti verso la Germania tramite ferrovia, con un costo nettamente inferiore rispetto a quanto il commissariato per l'emergenza spendeva per smaltirli in Campania. Inoltre vennero individuate ulteriori aree da adibire a discarica, tra le quali la discarica chiusa nel quartiere di Napoli Pianura, e successivamente una cava dismessa nel quartiere di Chiaiano, al confine con il comune di Marano di Napoli; ma subito montò la violenta protesta della cittadinanza locale. Il mandato del commissario venne nel frattempo prorogato alla scadenza dal dimissionario Governo Prodi, e la situazione, ancora lontana dall'essere risolta, degenerò con gravi ripercussioni sull'ordine pubblico;

tenuto conto che non esiste corruzione tra privati, che per ogni "privato corruttore" deve necessariamente esistere un corrotto nel pubblico, che se qualcuno ha comprato e fittiziamente intestato ad insospettabili dei terreni, come racconta il pentito Iovine, questi doveva necessariamente conoscerne le destinazioni d'uso ancora da definire e quindi doveva necessariamente avere accesso ai piani del commissario di Governo per l'emergenza dei rifiuti,

si chiede di sapere:

se i Ministri in indirizzo siano informati dei fatti;

se siano configurabili responsabilità politiche;

se il semplice sospetto che i fatti qui ipotizzati rispondano a verità determini la necessità di un'indagine della Commissione d'inchiesta sui reati connessi al ciclo dei rifiuti.