Legislatura 17 Atto di Sindacato Ispettivo n° 1-00273

Atto n. 1-00273

Pubblicato il 11 giugno 2014, nella seduta n. 259
Esame concluso nella seduta n. 261 dell'Assemblea (12/06/2014)

SCAVONE , COMPAGNONE , MAURO Giovanni , FERRARA Mario , BARANI , D'ANNA , DAVICO , LANGELLA , MILO , RUVOLO

Il Senato,

premesso che:

l'operazione militare e umanitaria denominata "Mare nostrum" finalizzata a fronteggiare il massiccio fenomeno degli sbarchi clandestini di migranti, ha avuto inizio nell'ottobre 2013;

l'operazione, a detta del Ministero dell'interno, avrebbe dovuto anche spiegare un effetto deterrente per le organizzazioni criminali che lucrano sull'organizzazione dei viaggi di tante persone disperate;

è possibile a distanza di mesi tracciare un bilancio sull'efficacia e gli effetti dell'operazione: dall'inizio del 2014 il numero dei migranti sbarcati nel nostro Paese è pari a 45.000, ma si stima che il numero supererà i 100.000 entro la fine dell'estate;

si tratta di un flusso migratorio di proporzioni immani che incide pesantemente sulla sostenibilità dei territori interessati dagli sbarchi, specie quelli siciliani;

l'operazione Mare nostrum, così come concepita, si è rivelata enormemente dispendiosa per il Paese, con la messa in campo di un massiccio spiegamento di uomini e mezzi: unità navali d'altura, aerei, droni ed elicotteri, una nave di assalto anfibio, due fregate classe maestrale e due pattugliatori, per un costo annunciato inizialmente di 1,5 milioni di euro al mese interamente gravante sul bilancio interno, ma che la stampa specializzata stima che possa salire fino a 10 milioni di euro al mese. A queste stime si aggiunge il costo dei rimpatri, stimato in 25.000 euro per ogni clandestino che viene rimpatriato. Se si considera che dal 2010 sono stati rimpatriati 41.000 clandestini, il costo sostenuto dal nostro Paese supera il miliardo di euro. Cifre impressionanti, su cui l'opinione pubblica non intende più tacere;

sui territori la situazione è al collasso; si registra infatti come gli uffici di Prefettura siano stati lasciati soli dal Ministero da soli a fronteggiare le emergenze con a disposizione poche risorse umane. Non basta, infatti, come ha fatto nel mese di aprile 2014 il ministro Alfano, emanare una circolare ai prefetti perché questi, a seguito dell'intensificarsi degli sbarchi, si attivassero per il reperimento di strutture pubbliche, onde far fronte alla situazione di congestionamento e saturazione dei centri di accoglienza governativi. Il Ministero, in una situazione di emergenza, e specialmente in Sicilia, dovrebbe mettere a disposizione un maggior numero dei funzionari e dei dipendenti che si occupano delle farraginose procedure burocratiche perché i migranti possano ottenere il riconoscimento dello status di rifugiati;

sul fronte, poi, dell'accoglienza, l'operazione si è rivelata del tutto inadeguata a fronte del numero incredibile degli sbarchi. Il sovraffolamento delle strutture ha fatto scoppiare una grave emergenza sanitaria. Si assiste in diverse parti della Sicilia a diversi casi di contagio da tubercolosi, e si sono registrati casi in aumento di scabbia e di AIDS. I reparti ospedalieri per la cura delle malattie infettive sono in difficoltà, i posti letto sono deficitari, il personale medico è insufficiente e in più è recentissima la notizia che 8 marinai impegnati nell'operazione sarebbero stati positivi al test della tubercolosi. Quindi c'è anche un problema di sicurezza del personale impegnato che non può lasciare indifferenti. Come pure c'è un problema di sicurezza delle popolazioni preoccupate dal numero di soggetti che scappano dai centri di accoglienza con il rischio di finire nelle maglie della criminalità organizzata e della prostituzione, se non in situazioni peggiori;

i sindaci dei territori dove più frequentemente si verificano gli sbarchi, specie in Sicilia, si lagnano della pesantezza degli oneri che devono impegnare per far fronte all'emergenza e il tutto grava su bilanci ridotti ormai al lumicino, senza che il Governo si ponga il problema dei rimborsi totali delle spese sostenute;

si sta vivendo una situazione, insomma, che si può definire, senza tema di essere smentiti, da "protezione civile" che esige, quindi, un adeguato coro di interventi organizzativi, economici, sanitari e provvedimentali di cui mettere immediatamente a conoscenza l'Unione europea, esigendo da questa il relativo, indefettibile, sostegno,

impegna il Governo:

1) a modificare le modalità di gestione dell'operazione Mare nostrum, potenziando le Prefetture locali con risorse umane adeguate al fine di accelerare le procedure per il riconoscimento dello status di rifugiato dei migranti;

2) prevedere il rilascio di un "visto umanitario " immediato e il trasferimento dei migranti, attraverso vettori messi a disposizione dall'Unione europea, dalla Sicilia e dagli altri territori di primo sbarco alle destinazioni europee che gli stessi migranti indicano;

3) a creare, quindi, un'organizzazione di rete che veda la Sicilia solo come porta di ingresso per tutta l'Europa;

4) a far fronte all'emergenza sanitaria che sta drammaticamente crescendo, specialmente in Sicilia, potenziando i presidi con personale medico e infermieristico e dotandoli delle necessarie forniture di medicinali e materiali per la diagnostica, al momento molto scarsi;

5) a chiedere all'Unione europea il rimborso immediato dei costi sostenuti dall'Italia finora, e sostenendi per il futuro, onde evitare l'appesantimento insostenibile del bilancio interno.