Legislatura 17 Atto di Sindacato Ispettivo n° 4-02137

Atto n. 4-02137

Pubblicato il 29 aprile 2014, nella seduta n. 239

CARDIELLO - Al Ministro della giustizia. -

Premesso che:

il Presidente della Repubblica, nel suo messaggio alle Camere dell'8 ottobre 2013, ha sottolineato la drammatica situazione in cui versa il sistema carcerario italiano, anche alla luce del pronunciamento della Corte europea dei diritti dell'uomo la quale, definendo cronico il malfunzionamento del sistema penitenziario italiano, invita il Paese a ricorrere il più possibile a misure alternative alla detenzione e a riorientare la politica penale italiana verso il minimo ricorso alla carcerazione per porre rimedio, anche, all'annosa questione della crescita della popolazione carceraria;

a questo proposito, il Presidente della Repubblica ha ricordato come, dagli ultimi dati del Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria del Ministero della giustizia, il numero di persone detenute sia superiore di circa 18.000 unità rispetto alla "capienza regolamentare" di 47.615;

anche il Ministro della giustizia pro tempore Cancellieri si è espressa in proposito affermando che la complessità del tema ha bisogno di una risposta articolata e modulata su più fronti, che parta da una nuova prospettiva culturale poiché quella esistente è una situazione che va a colpire e a creare disagio non solo alla popolazione carceraria ma anche agli uomini e alle donne della Polizia penitenziaria;

il Ministro ha aggiunto, in sintonia con quanto affermato dal Presidente della Repubblica, che la reclusione va limitata solo ai reati più gravi, con l'introduzione di sanzioni autonome, della detenzione domiciliare e del lavoro di pubblica utilità, con una particolare attenzione nei confronti dei detenuti con delle gravi patologie in essere;

a questo proposito, la morte di Nicola S., detenuto di 32 anni al carcere di Giarre (Catania), alto un metro e 50 e con un peso di 150 chilogrammi, è solo l'ultimo episodio della grave incuria in cui versano gli istituti penitenziari italiani e la salvaguardia della vita umana al loro interno;

il signor Nicola S., cardiopatico e trattato con ossigenoterapia, è deceduto per soffocamento, per un probabile malfunzionamento del ventilatore meccanico atto alla produzione di ossigeno in suo aiuto;

dopo pochi giorni dalla sua morte era in programma una terza udienza (le prime due non erano andate a buon fine poiché la magistratura aveva preferito rinviare dando la precedenza ad altre questioni) in Tribunale per sancire l'incompatibilità della patologia con il regime carcerario;

il destino ha voluto che la tragedia maturasse ad un soffio dalla possibile liberazione per motivi di salute, anche se la fine della pena, per i reati commessi, sarebbe avvenuta nel 2019;

il direttore del dipartimento emergenza, Sergio Pintaudi, a giudizio dell'interrogante non si è voluto sbilanciare sulle cause del decesso avvenuto all'interno del suo penitenziario affermando che "la detenzione può essere stato soltanto concausa del decesso";

a giudizio dell'interrogante invece, questo decesso, dovuto tutt'al più al binomio detenzione-malattia, deve far molto pensare sulle tragicità delle presenti condizioni carcerarie. Le vittime di tali disagi sono le persone disagiate che evidentemente mai potranno beneficiare di aiuti istituzionali importanti per le loro condizioni di vita all'interno delle proprie celle,

si chiede di sapere:

se vi siano state omissioni da parte della struttura carceraria che avrebbe potuto salvare la vita di Nicola S. e per quale motivo il magistrato di sorveglianza di Catania non abbia concesso alcun beneficio al detenuto nonostante le gravissime condizioni di salute e il parere favorevole della struttura sanitaria addetta a tali compiti;

se il Ministro in indirizzo intenda affrontare, con dovuta serietà ed attenzione, la problematica del sistema carcerario italiano così come suggerito dal Presidente della Repubblica e dal Ministro pro temporeCancellieri;

quali azioni intenda intraprendere affinché venga salvaguardata la vita umana all'interno delle carceri;

in che maniera pensi di risolvere il problema del sovraffollamento delle celle e, conseguentemente, come intenda favorire la conduzione di una vita dignitosa da parte dei detenuti.