Legislatura 17 Atto di Sindacato Ispettivo n° 4-01972

Atto n. 4-01972

Pubblicato il 1 aprile 2014, nella seduta n. 219
Risposta pubblicata

IURLARO - Al Presidente del Consiglio dei ministri e ai Ministri dell'interno, della difesa e della giustizia. -

Premesso che, per quanto risulta all'interrogante:

Cosimo Maggiore, residente a San Pancrazio salentino (Brindisi), è stato vittima di estorsione con minacce che hanno colpito la sua persona e la sua famiglia;

nel 2003 ha iniziato la propria attività lavorativa, utilizzando un capannone lasciatogli in eredità dal padre e acquistando vari macchinari avanguardistici senza avvalersi degli aiuti dello Stato;

nel 2006, dopo una crescita duratura e progressiva, il fatturato dell'azienda ha raggiunto quota 300.000 euro e il margine operativo lordo 6.927 euro, contava 8 dipendenti e il giro di affari si era sviluppato ben oltre la regione Puglia;

nel 2007 è iniziato il calvario, sono cominciate le estorsioni da parte delle organizzazioni criminali, il signor Maggiore ha denunciato alle autorità competenti le minacce ricevute e di lì in avanti le commesse sono andate scemando, così come il lavoro in essere;

da quanto si apprende si sarebbero susseguite poi varie intimidazioni sempre da parte della Sacra corona unita, affinché il signor Maggiore ritirasse le denunce sporte. Al contempo il lavoro è diminuito fino a rendere necessaria una drastica riduzione dell'organico dell'azienda da 8 a un dipendente;

il signor Maggiore è stato vittima di violente aggressioni e da quanto riportato dall'interessato nonostante lo stesso abbia contattato tutte le locali associazioni anti racket, queste non avrebbero dato ascolto alle sue istanze e richieste di aiuto;

nessun avvocato sarebbe stato disposto a difenderlo nei processi, vista la pericolosità delle persone contro cui si era messo;

considerato che:

nel 2007 a San Pancrazio salentino fu convocato, in aiuto dell'imprenditore, un consiglio monotematico, cosiddetta armata dei sindaci, che vedeva coinvolti tutti i sindaci di Brindisi e provincia, i politici, la camera di commercio e tutte le autorità locali;

nel 2008 fu insignito con il premio "112" dall'arma dei Carabinieri, e con il premio "imprenditore coraggio", senza però che questi gli venissero consegnati dalle autorità;

tenuto conto che:

chi denuncia il racket dovrebbe essere tutelato ai sensi di quanto stabilito dalla legge 23 febbraio 1999, n. 44, recante "Disposizioni concernenti il Fondo di solidarietà per le vittime delle richieste estorsive e dell'usura";

chi è vittima dell'estorsione e denuncia il racket, si rivolge alle associazioni anti racket proprio perché ne presume l'adeguata esperienza assistenziale, invece, nel territorio brindisino, il signor Maggiore ha ricevuto solo danni per inadeguata assistenza;

per il riconoscimento dei danni subiti, ai sensi della legge n. 44 del 1999 è necessario produrre opportuna documentazione e istruire adeguatamente la pratica di accesso al Fondo di solidarietà: per tale ragione il signor Maggiore si rivolse ad associazioni del brindisino e ad associazioni facenti capo alla Federazione anti racket, anche oltre il Salento, e, non solo non ha trovato la soluzione, ma è stato persino danneggiato pesantemente, per il mancato interessamento volto alla sospensione dei termini di 300 giorni ex art. 20, come era suo diritto e come, da prassi, ottiene la vittima di estorsione e/o usura che abbia denunciato ed abbia presentato domanda di accesso al Fondo;

dal mancato interessamento della sospensione dei termini deriva il gravissimo danno relativo al pignoramento e successiva vendita del capannone;

il signor Maggiore ha compreso quali e quanti avrebbero potuto essere i suoi diritti e quanto sia stato danneggiato, solo nel momento in cui ha avuto l'opportunità di conoscere "Antiracket Salento", convenzionata con il Ministero dell'interno, attraverso il PON Sicurezza, con gli sportelli di Lecce, Brindisi e Taranto, che, purtroppo, all'epoca dei fatti, non erano presenti nel territorio,

considerato infine che:

il signor Maggiore scrisse di suo pugno al prefetto di Brindisi, Nicola Prete, una richiesta d'aiuto con la disperazione di chi sta pensando al suicidio e risulta all'interrogante che tale lettera non fu neanche presa in considerazione;

le associazioni anti racket sono iscritte in apposito albo prefettizio e dovrebbero essere monitorate per competenze e per appartenenze,

si chiede di sapere:

se il Governo non ritenga necessario che vi debba essere un controllo capillare nel territorio, da parte delle forze pubbliche sull'operato di tali associazioni e che sia valutato l'atteggiamento di indifferenza della locale Prefettura, affinché non si verifichino ancora casi come questo;

quali orientamenti intenda esprimere in riferimento a quanto esposto e, conseguentemente, quali iniziative intenda intraprendere, nell'ambito di competenza, al fine di rendere giustizia e il giusto risarcimento a questo imprenditore che, per aver denunciato la locale criminalità organizzata che lede pesantemente lo sviluppo del territorio, e per il gesto di coraggio e di grande senso civico, ha subito danni economici, fisici e psicologici di ogni tipo per la mancata assistenza.