Legislatura 17 Atto di Sindacato Ispettivo n° 3-00834

Atto n. 3-00834 (in Commissione)

Pubblicato il 25 marzo 2014, nella seduta n. 216
Trasformato

FAVERO , PUPPATO - Al Ministro dell'economia e delle finanze. -

Premesso che:

con questo atto di sindacato ispettivo si ripropone una delicata questione, già in parte sollevata con l'interpellanza 2-00033 della senatrice Puppato e dell'interrogante al Presidente del Consiglio dei ministri e al Ministro in indirizzo;

il decreto-legge 6 luglio 2012, n. 95, convertito, con modificazioni, dalla legge 7 agosto 2012, n. 135, cosiddetta spending review, che ha previsto la riorganizzazione dei servizi degli uffici del Ministero dell'economia e delle finanze e delle Agenzie fiscali, ha predisposto un piano di soppressione degli uffici dell'Agenzia delle entrate presenti nel territorio nazionale;

nello specifico l'art. 23-quinquies, comma 5, lettera a), stabilisce che, "nei casi in cui si ritenga indispensabile, ai fini dell'efficace svolgimento di compiti e funzioni dell'amministrazione centrale, l'articolazione delle strutture organizzative in uffici territoriali, si procede comunque alla riduzione del numero degli stessi. Gli uffici da chiudere sono individuati avendo riguardo prioritariamente a quelli aventi sede in province con meno di 300.000 abitanti, ovvero aventi un numero di dipendenti in servizio inferiore a 30 unità, ovvero dislocati in stabili in locazione passiva";

in applicazione di tale disposizione, con l'atto protocollo n. 35872 del 12 marzo 2014 il direttore dell'Agenzia delle entrate ha disposto la chiusura dell'ufficio territoriale di Cossato (Biella), il 7 aprile 2014, e degli uffici territoriali di Rapallo (Genova), Cefalù (Palermo) e Ozieri (Sassari), il 14 aprile 2014, sostenendo che questi sono piccoli uffici, con un numero di addetti inferiore a 30 unità, che occupano immobili in locazione passiva;

secondo il provvedimento, ciò che caratterizzerebbe tali uffici sono, da un lato, la bassa domanda di servizi da erogare e, dall'altro, le diseconomie di scala e l'insufficienza di sinergie tipiche di strutture di dimensioni molto ridotte. Per le loro caratteristiche, questi uffici avrebbero quindi sfavorevoli condizioni di funzionalità operativa e carichi di lavoro esigui, tali da non giustificare gli oneri connessi al loro funzionamento, sicché, oltre a determinare un risparmio sui costi di gestione, la loro chiusura consentirebbe, in accordo con le finalità fondamentali della spending review, un impiego più razionale delle risorse che tenga anche conto, come prescrive il decreto-legge n. 95 del 2012 (art. 8, comma 1, lett. f)), "delle innovate modalità operative connesse all'aumento dell'informatizzazione dei servizi", informatizzazione particolarmente sviluppata nell'Agenzia delle entrate;

considerato che:

a giudizio dell'interrogante, la chiusura dell'ufficio di Cossato produrrebbe, al contrario, un forte aumento dei costi e dei disagi sia per i lavoratori che attualmente operano presso tale struttura sia per i cittadini e per le imprese che a tale ufficio fanno attualmente riferimento;

suscitano inoltre molte perplessità alcune ragioni sulla base delle quali l'ufficio sarebbe stato individuato tra le strutture che sarebbero oggetto della riduzione;

per quanto riguarda, ad esempio, le spese di locazione degli immobili che ospitano gli uffici, a quanto risulta all'interrogante e come riportato dalla stampa locale, in data 4 marzo 2013 il proprietario degli stessi avrebbe inviato alla Direzione regionale del Piemonte una proposta con la quale si rendeva disponibile a ridurre gli spazi e di conseguenza il relativo affitto, comportando un notevole risparmio, calcolando anche la riduzione dei costi di servizio (pulizia, riscaldamento, luce, eccetera);

la Direzione del Piemonte, in data 13 marzo 2013, con protocollo n. 14363, avrebbe risposto ringraziando per la disponibilità e riservandosi ulteriori comunicazioni che ad oggi non sono pervenute. La società proprietaria nel frattempo ha continuato ad incassare il solito canone d'affitto, che hanno comportato spese oltre quelle che sarebbero state necessarie;

la chiusura apparirebbe inoltre un provvedimento iniquo se rapportato ad altre province del Piemonte, con meno di 300.000 abitanti, dove si trovano uffici dell'Agenzia delle entrate con caratteristiche simili alla sede di Cossato, ma non incluse tra quelle da chiudere;

oltre a ciò, sempre secondo la stampa locale, sarebbe stato valutato che nel corso dell'anno 2013 l'ufficio avrebbe istruito oltre 10.000 pratiche, che dimostrano l'efficacia ed il lavoro sul territorio a servizio dei cittadini;

rilevato infine che:

vi sarebbe l'intenzione, da parte dei soggetti istituzionali locali interessati, di ricorrere al Tribunale amministrativo regionale contro il provvedimento, in modo da percorrere tutte le vie, anche le legali, contro la chiusura dell'ufficio;

l'eventuale sospensione dell'efficacia del provvedimento rischierebbe di creare un ulteriore forte malessere nel personale dipendente incerto circa gli sviluppi del proprio futuro lavorativo;

la soppressione avrebbe quindi notevoli effetti negativi per la provincia di Biella e rappresenterebbe un arretramento sul territorio dei presidi di legalità, con un danno, anche gli utenti che usufruiscono dei servizi resi dall'Agenzia delle entrate;

costoro, infatti, sarebbero costretti a rivolgersi all'ufficio del Comune capoluogo e i continui spostamenti verso la nuova sede comporterebbero un evidente aggravio di costi e un'inopportuna perdita di tempo, che verrebbe sottratto alla propria attività lavorativa,

si chiede di sapere:

se il Ministro in indirizzo non ritenga di dover intervenire con la massima urgenza per scongiurare la chiusura dell'ufficio dell'Agenzia delle entrate di Cossato, in considerazione degli enormi disservizi e delle pesanti ripercussioni che tale operazione avrebbe sull'economia del territorio;

se, anche rispetto ad un eventuale risparmio economico statale, non ritenga che il lavoro effettuato da tale ufficio sia e debba essere considerato di alto rilievo, visto che la sua soppressione penalizzerebbe il personale che vi lavora e priverebbe ulteriormente i cittadini e gli imprenditori di un servizio estremamente utile, che favorisce comportamenti fiscali corretti e permette un controllo capillare sul territorio per il contrasto di fenomeni evasivi ed elusivi in tale ambito.