Legislatura 14 Atto di Sindacato Ispettivo n° 4-04956
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Atto n. 4-04956
Pubblicato il 14 luglio 2003
Seduta n. 438
DATO. - Ai Ministri delle attività produttive e del lavoro e delle politiche sociali. -
Premesso che:
dal 31 dicembre 2002 è sospesa l’attività della Cooperativa Nuova Europa 2000, cooperativa di trasformazione di farro, situata nella zona industriale di Triveneto, in Molise;
al momento della sospensione erano impegnati nella cooperativa circa 70 operai tra fissi e stagionali, che sono senza salario dal mese di maggio 2002;
da mesi è stata denunciata la situazione agli organi competenti ed è con rammarico che si deve prendere atto che non si registrano riscontri, e l’unica certezza è che i lavoratori si trovano in una gravissima situazione per il mancato pagamento delle spettanze pregresse, senza occupazione e senza prospettive certe per il futuro;
attualmente nello stabilimento sede di Europa 2000 si è insediata l’azienda San Giorgio, ma non sono ancora chiare le modalità con cui – e se – verranno reimpiegati i lavoratori della cooperativa;
la Nuova Europa 2000 è tra le aziende che negli anni scorsi ha beneficiato dei finanziamenti dell’Unione europea per lo sviluppo di qualità;
all’interno della filiera agro-alimentare nel contesto molisano il farro, per specificità, può diventare un’opportunità di sviluppo di qualità per il territorio interno, presupposto necessario per creare occupazione;
senza politiche di sviluppo sistemiche che leghino il prodotto a scelte adeguate di politica agro-industriale del territorio si rischia di perdere un’occasione straordinaria di sviluppo di ricchezza e di buona occupazione,
si chiede di sapere:
quali iniziative urgenti i Ministri in indirizzo intendano porre in essere per verificare se, ai sensi delle normative vigenti ed applicabili, i controlli su Nuova Europa 2000 siano stati eseguiti e con quale esito;
quale intervento straordinario pensino di attivare per garantire ai circa 100 lavoratori che hanno lavorato alle dipendenze di questa cooperativa di recuperare i loro salari;
se non ritengano di intervenire per garantire lo sviluppo in un’area che, nonostante le potenzialità, è a rischio di desertificazione.