Legislatura 17 Atto di Sindacato Ispettivo n° 2-00108

Atto n. 2-00108

Pubblicato il 14 gennaio 2014, nella seduta n. 165

FATTORI , VACCIANO , SIMEONI , CATALFO , MONTEVECCHI , DONNO , MUSSINI , SERRA , MOLINARI , PEPE , CAMPANELLA , CASALETTO , ORELLANA , BATTISTA , CIOFFI , BULGARELLI , PETROCELLI , LUCIDI , TAVERNA , COTTI , PUGLIA - Al Presidente del Consiglio dei ministri e ai Ministri dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, della salute e dello sviluppo economico. -

Premesso che:

in data 9 gennaio 2014 a seguito di un'azione proveniente da più fonti di indagine, sono state emesse alcune ordinanze di arresto nei confronti di alcuni soggetti legati al ciclo dei rifiuti del Lazio, tra cui Manlio Cerroni, colui che ne è considerato il monopolista;

i capi di imputazione che hanno portato alle ordinanze di custodia cautelare sono relative ai reati di associazione a delinquere (art. 416 del codice penale), traffico di rifiuti ai sensi dell'art. 260 del decreto legislativo n. 152 del 2006, frode in pubbliche forniture (art. 356 del codice penale), truffa in danno di enti pubblici (art. 640 del codice penale) e falsità ideologica commessa da pubblici ufficiali in atti pubblici (art. 479 del codice penale);

considerato che, a quanto risulta agli interpellanti:

le ordinanze di custodia cautelare hanno riguardato anche Francesco Rando e Piero Giovi, rappresentanti di aziende che operano su tutto il territorio nazionale, nonché nomi riconducibili all'amministrazione pubblica ed alla politica, tra i quali Giuseppe Sicignano, Luca Fegatelli, Raniero de Filippis e Bruno Landi, ex presidente della Regione Lazio;

si apprende da notizie di stampa, il quotidiano "Il Messaggero" del 9 gennaio, che il gip Massimo Battistini nell'ordinanza di oltre 400 pagine profila un "disegno criminoso" e "fatti di inaudita gravità anche per le dirette implicazioni sulla politica di gestione dei rifiuti e per le ricadute negative sulla collettività";

la "rete" individuata dall'inchiesta riusciva a condizionare a proprio favore anche organi di controllo preposti alla salute pubblica e al rispetto dell'ambiente come l'Agenzia regionale per la protezione dell'ambiente;

uno dei fini del "sodalizio criminoso" era quello di costruire l'inceneritore di Albano laziale accedendo in maniera illegale, con la compiacenza politica, ai finanziamenti pubblici, ovvero al cosiddetto Cip 6, delibera del Comitato interministeriale prezzi adottata il 29 aprile 1992 a seguito della legge n. 9 del 1991, con cui sono stabiliti prezzi incentivati per l'energia elettrica prodotta con impianti alimentati da fonti rinnovabili e assimilate;

come si apprende dal comunicato dei Carabinieri ("l'Unità" del 9 gennaio), "In tale vicenda, che secondo l'ordinanza deve ritenersi emblematica, più di ogni altra, di come la pubblica funzione possa essere sviata per favorire interessi diversi da quelli pubblici, infedeli funzionari pubblici (con sistematica violazione di disposizioni di legge indicate nelle singole ipotesi e dei doveri d'ufficio) e soggetti politici di livello regionale hanno contribuito fattivamente alla realizzazione di un percorso finalizzato ad agevolare gli interessi di alcuni soggetti imprenditoriali ben definiti e, in particolare, di Manlio Cerroni";

in data 31 ottobre 2013 è stata parzialmente desecretata la testimonianza resa in corso di audizione presso la Commissione parlamentare d'inchiesta sul ciclo dei rifiuti della XIII Legislatura, dal pentito di camorra Carmine Schiavone, il quale riferiva anche sulla discarica di Borgo Montello a Latina, gestita proprio da Cerroni e dal suo conclamato braccio destro Bruno Landi;

le dichiarazioni del pentito Schiavone riguardano i traffici di rifiuti tossici, gli interramenti degli stessi, le contaminazioni dannose per la salute umana;

a seguito dell'indagine, nel rapporto dei Carabinieri si riferisce di rifiuti farmaceutici (quindi speciali e tossici) non trattati legalmente nelle discariche riconducibili a Cerroni;

la prima firmataria del presente atto di sindacato ispettivo in data 24 giugno 2013 ha depositato due interrogazioni di cui una al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare (4-00417) e una al Ministro della salute (4-00418), in merito alla gestione della discarica di Roncigliano di proprietà di Cerroni e del costruendo inceneritore di Albano laziale, che non hanno ancora ricevuto risposta;

considerato infine che la gestione del ciclo dei rifiuti che coinvolgeva il sito di Malagrotta ha causato procedure di infrazione ai danni dello Stato italiano,

si chiede di sapere:

quali iniziative nell'ambito delle proprie competenze il Governo intenda adottare ed in quali tempi, affinché si giunga ad una puntuale verifica della situazione ambientale e sanitaria del sottosuolo delle discariche che riconducono agli arrestati e a Manlio Cerroni;

se intenda intervenire, in riferimento ai poteri sostitutivi e alla Conferenza Stato-Regioni, per avviare la caratterizzazione idrogeologica di tutte le discariche in questione.