Legislatura 17 Atto di Sindacato Ispettivo n° 3-00569

Atto n. 3-00569 (con carattere d'urgenza)

Pubblicato il 17 dicembre 2013, nella seduta n. 153
Ritirato

MONTEVECCHI , BENCINI , CATALFO , PUGLIA , SERRA , BIGNAMI , BOCCHINO - Ai Ministri dei beni e delle attività culturali e del turismo e del lavoro e delle politiche sociali. -

Premesso che in data 9 dicembre 2013, visto il decreto direttoriale del 6 dicembre 2013, con il quale è stato disposto l'avvio di una procedura per la selezione di 500 giovani laureati, da formare per la durata di 12 mesi, nelle attività di inventariazione e di digitalizzazione del patrimonio culturale italiano presso gli istituti ed i luoghi della cultura statali, viene definito il contingentamento regionale dei posti assegnati a livello territoriale. Inoltre, sempre nel medesimo decreto, viene integrato l'allegato contenente titoli, soggetti ed attribuzione del punteggio;

considerato che:

risponderanno tutti i neo laureati con il massimo dei voti, se vorranno concorrere all'"ambizioso progetto", con l'aspirazione di guadagnare 3,20 euro all'ora, per 30 ore settimanali, per un incarico non poco importante, visto che verranno chiamati a catalogare l'ingente patrimonio artistico nazionale;

dopo la prima selezione, i candidati (con meno di 35 anni), dovranno affrontare un test a risposta multipla, senza tuttavia essere a conoscenza del dies a quo di inizio lavori, sebbene sia ben nota e puntualmente ripartita la distribuzione regionale degli stagisti;

la pubblicazione del bando ha sollevato non poche proteste fra i giovani laureati e gli archeologi. Al riguardo il presidente della Confederazione italiana archeologi Alessandro Pintucci, scrive: "Un assegno di 5.000 euro per lavorare un anno intero rappresenta un'autentica umiliazione", e prosegue "con questa elemosina il sistema politico ci vorrebbe rendere tutti suoi clienti. Tra un anno quei 500 giovani, saranno di nuovo a bussare alle porte di qualcuno per chiedere di estendere il contratto per qualche mese o di essere assunti come novelli miracolati";

il direttore generale Mario Guarany ha spiegato che il progetto ministeriale rientra nelle azioni previste dal decreto-legge 8 agosto 2013, n. 91, recante "Disposizioni urgenti per la tutela, la valorizzazione e il rilancio dei beni e delle attività culturali e del turismo", convertito, con modificazioni, dalla legge 7 ottobre 2013, n. 112, egli ha poi aggiunto che appare ragionevole ritenere che il compenso riconosciuto a ciascuno dei 500 laureati non deve essere considerato uno stipendio bensì "un'indennità di partecipazione"; lo stesso ha chiarito che "non è un lavoro vero e proprio" a ben vedere, "ma uno stage ";

il lavoro di inventariazione e di digitalizzazione del patrimonio culturale italiano è un'opera di grande pregio e come tale dovrebbe ricevere un riconoscimento che tenga conto della preparazione culturale dei giovani neo laureati chiamati a realizzare tale delicato compito e che, invece, ancora una volta si fonda sul precariato con l'aggravante dell'umiliazione di una "indennità di partecipazione", di 3,20 euro all'ora. Agli interroganti non è chiaro come possa tale elemento essere utilizzato per sbandierare all'opinione pubblica la millantata assunzione di 500 "super archivisti";

il Presidente del Consiglio dei ministri, Enrico Letta, nel corso della conferenza stampa del 2 agosto 2013, tenutosi il Consiglio dei ministri n. 18, annunciava che nel citato decreto-legge n. 91 del 2013 sarebbe stata prevista la "selezione di 50 laureati"; a parere degli interroganti, i 500 posti di lavoro annunciati, se tali devono essere considerati, dovrebbero rispettare i parametri contenuti nell'art. 36 della Costituzione, almeno per quanto attiene all'aspetto retributivo: "Il lavoratore ha diritto ad una retribuzione proporzionata alla quantità e qualità del suo lavoro e in ogni caso sufficiente ad assicurare a sé e alla famiglia un'esistenza libera e dignitosa",

si chiede di sapere:

se i Ministri in indirizzo, nell'ambito delle rispettive competenze, ritengano che il compenso pattuito sia confacente al principio costituzionale dell'art. 36 e non risulti invece, come nel caso di specie, umiliante e frustrante per tanti giovani neo-laureati, peraltro con il massimo dei voti;

quali opportune iniziative, anche normative, intendano adottare al fine di rimediare a questo genere di anomalie e di limitare i cosiddetti gap generazionali, fonte di acredine e fratture tra lavoratori che di fatto svolgono la stessa attività lavorativa di altri, ovvero con le medesime mansioni, ma con un contratto di lavoro meno mortificante.