Legislatura 17 Atto di Sindacato Ispettivo n° 2-00097

Atto n. 2-00097 (procedura abbreviata)

Pubblicato il 4 dicembre 2013, nella seduta n. 146

ENDRIZZI , SCIBONA , MORONESE , NUGNES , BLUNDO , LUCIDI , MARTELLI , BERTOROTTA , MANGILI , GAETTI , CASTALDI , FATTORI , PAGLINI , MARTON , SIMEONI , BENCINI , ROMANI Maurizio , MONTEVECCHI , MORRA , CATALFO , MOLINARI , DONNO , CAPPELLETTI , COTTI , VACCIANO , GIARRUSSO , CAMPANELLA , BOCCHINO , PUGLIA , BUCCARELLA , MUSSINI , SANTANGELO , SERRA , FUCKSIA , AIROLA , GIROTTO , BOTTICI - Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. -

Premesso che:

con il decreto interministeriale 2 marzo 2012 (cosiddetto Clini-Passera) è stato disposto il divieto di transito nel canale della Giudecca a Venezia, per le navi con stazza lorda superiore alle 40.000 tonnellate;

il divieto "si applica a partire dalla disponibilità di vie di navigazione praticabili alternative a quelle vietate";

le vie alternative "vengono individuate dall'Autorità marittima con proprio provvedimento";

il decreto prescrive inoltre di "conseguire i più elevati livelli di sicurezza anche ambientale" considerata "la particolarissima sensibilità e vulnerabilità ambientale della Laguna di Venezia";

le leggi speciali per Venezia vietano espressamente interventi che non siano graduali, sperimentali, reversibili ed indicano come il valore da proteggere siano la laguna tutta e la città di Venezia in essa integrata;

a distanza di 20 mesi non si è giunti ancora ad un risultato concreto, permanendo dunque la condizione di pericolo per la sicurezza dei cittadini, dei trasporti e dell'ambiente, causato dalla promiscuità delle navi con gli altri flussi del trasporto locale;

si impone, a parere degli interpellanti, l'urgenza di addivenire a soluzioni che non pregiudichino un settore economico significativo nella congiuntura del Paese e del territorio veneziano, quali il blocco totale o parziale delle partenze;

considerato che, per quanto risulta agli interpellanti:

con lettera del 20 novembre 2013, indirizzata all'Autorità marittima, il Ministro in indirizzo ha sollecitato con urgenza il provvedimento che individua il canale Contorta quale via di accesso alternativa alla marittima al fine di procedere all'intesa Stato-Regione per l'inserimento del canale "Contorta-S.Angelo" nel Programma delle infrastrutture strategiche nazionali ai sensi della legge n. 443 del 2001, cosiddetta legge obiettivo;

il Ministro ha indicato chiaramente che l'individuazione del progetto debba circoscriversi alle alternative di transito compatibili con lo scalo attuale, laddove nessun accenno in tal senso è contenuto nel decreto interministeriale 2 marzo 2012;

il Ministro ha ammesso di essere a conoscenza di altre proposte, presentate all'autorità marittima, che prevedono la realizzazione di scali alternativi esterni alla laguna;

considerato inoltre che, per quanto risulta agli interpellanti:

il provvedimento sollecitato all'autorità marittima non può essere approvato come dirimente senza una relazione di compatibilità con il PALAV (piano di area della laguna e dell'area veneziana), piano ambientale paesaggistico sovraordinato, vigente dal 1995 e con il piano morfologico della laguna, la cui adozione è attesa da tempo, né in assenza di una valutazione comparata del Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare nonché con il coinvolgimento e l'intesa di tutti i Comuni aventi titolo ai sensi della legge 84 del 1994;

in un precedente atto di sindacato ispettivo (3-00127), che ad oggi non ha ricevuto risposta, il primo firmatario della presente interpellanza ha richiamato l'attenzione sulla necessità di ricomprendere nell'analisi tutte le soluzioni da comparare come ragionevoli alternative, come peraltro previsto dalla normativa europea e dal codice dell'ambiente di cui al decreto legislativo n. 152 del 2006;

a parere degli interpellanti i progetti che prevedono scali alternativi extra lagunari, per evidenza dei fatti, risolverebbero completamente la promiscuità delle grandi navi da crociera con il traffico lagunare ed i rischi per la sicurezza dei cittadini, del patrimonio storico e ambientale della laguna; risultato che, per simmetrica evidenza, non potrebbe mai essere raggiunto con il mantenimento di uno scalo intralagunare;

rispetto all'apertura del canale "Contorta-San Angelo", che comporterebbe scavi su un tracciato di ben 5 chilometri, largo 140 metri, profondo 10 metri, e l'escavazione di 7 milioni di metri cubi di sedimento, i progetti alternativi basati su scali extra lagunari risultano agli interpellanti comunque meno onerosi, e dunque meritano un'attenzione, ancor più doverosa in tempi di grave congiuntura economica;

spostando lo scalo esternamente al sistema di protezione Mose (modulo sperimentale elettromeccanico), tali soluzioni svincolerebbero inoltre la crocieristica dalle chiusure delle paratie in concomitanza con il fenomeno dell'acqua alta; tale fenomeno è previsto in aumento per entità e frequenza in relazione alle variazioni climatiche nonché ad un atteso innalzamento del livello medio del mare, mentre l'evoluzione del mercato della crocieristica indica la tendenza ad ampliare l'offerta nell'arco dell'anno solare;

i progetti con scalo extra lagunare, rispetto all'escavazione dei fondali lagunari, possono essere applicati in rispondenza dei criteri stabiliti dalle leggi speciali di Venezia, ovvero alle condizioni di gradualità, sperimentazione e reversibilità. Per questo stesso motivo, a parere degli interpellanti, risultano di più celere realizzazione con tempistiche verosimili entro i 12 mesi, consentendo di ovviare al contingentamento dei transiti e alla diminuzione del fatturato e dell'indotto occupazionale, che invece sarebbe prevedibile nell'ipotesi riportata nella lettera del Ministro, che esplicitamente ammette tempistiche per la messa in esercizio non prima della stagione crocieristica 2016,

si chiede di sapere:

quali siano i contenuti delle note dell'autorità marittima citate dal Ministro in indirizzo nella lettera del 20 novembre 2013 e quale soggetto istituzionale abbia ritenuto di limitare le valutazioni alle sole vie di accesso alla marittima;

quali siano i motivi per cui non sono state considerate le proposte di più rapida realizzazione per scali alternativi extra lagunari;

se ritenga che il progetto di escavazione del canale Contorta sia compatibile con la normativa vigente per la tutela ambientale lagunare, e, in caso affermativo, quali siano le valutazioni a riguardo;

quali siano le motivazioni che hanno indotto a ritenere di poter inserire il progetto nel quadro della legge obiettivo, visto che la Capitaneria non ha competenza di valutazione ambientale che spetta al Ministero dell'ambiente;

quali criteri abbiano indotto a considerare lo scavo del canale Contorta-S.Angelo compatibile con una tempistica a breve termine, laddove le stesse previsioni del Ministro pongono l'eventuale fruibilità in vista della stagione crocieristica 2016;

come, su un tema riguardante la struttura del porto, si possa ritenere esaustiva una concertazione ristretta al Presidente della Regione Veneto e al sindaco di Venezia, con esclusione dei Comuni della "gronda" lagunare, contrariamente a quanto previsto dall'art. 5 della legge n. 84 del 1994 per la formazione dei piani regolatori portuali;

in base a quale valutazione ritenga di poter applicare le procedure semplificate delle valutazioni ambientale strategica e di impatto ambientale e autorizzazione integrata ambientale ai sensi della legge n. 443 del 2001, cosiddetta legge obiettivo, visto che l'escavazione del nuovo canale Contorta comporterebbe evidentissimi sconvolgimenti ed impatti sull'ecosistema più tutelato del mondo qual è la laguna di Venezia;

quale sia la logica sottostante alla volontà di accelerare, a giudizio degli interpellanti pericolosamente, la procedura e nel contempo scegliere un progetto che, per stessa ammissione del Ministro, non ha tempi rapportabili ad una rapida soluzione del problema dei transiti nel bacino di San Marco e canale della Giudecca, e che imporrebbe ancora per anni un alto livello di rischi nel centro storico lagunare;

quali siano le ragioni per cui, attraverso tale procedura semplificata, si scartino proposte di scalo alternativo in porto di Lido, di cui sono evidenti i caratteri di compatibilità ambientale, rapidità, gradualità, reversibilità, nonché economicità insieme al mantenimento dell'offerta e dell'occupazione nel settore.