Legislatura 17 Atto di Sindacato Ispettivo n° 4-01205
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Atto n. 4-01205
Pubblicato il 27 novembre 2013, nella seduta n. 142
MORONESE , NUGNES , MARTELLI , LUCIDI , BENCINI , BERTOROTTA , BOCCHINO , BOTTICI , BUCCARELLA , CAMPANELLA , CAPPELLETTI , CIAMPOLILLO , DONNO , ENDRIZZI , FATTORI , FUCKSIA , GAETTI , LEZZI , MANGILI , MOLINARI , MONTEVECCHI , MORRA , PUGLIA , SANTANGELO , SCIBONA , SERRA , TAVERNA , VACCIANO - Ai Ministri dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, della salute e delle politiche agricole alimentari e forestali. -
Premesso che:
il sito noto come discarica Masseria Monti, nel Comune di Maddaloni (Caserta), indica una cava ricavata dall'estrazione di tufo utilizzato in passato per la costruzione di edifici divenuti simbolo della città di Caserta, come la celebre reggia vanvitelliana;
così come le numerose cave sparse nella provincia di Caserta, nel corso degli anni questo sito è stato prima destinato a discarica, accogliendo, secondo le denunce delle associazioni operanti sul territorio, anche batterie d'auto, il cui stoccaggio è vietato dalla legge, e successivamente divenuto oggetto di sversamenti abusivi di rifiuti speciali e tossici;
nella relazione tecnica dell'Arpac n. 70/AN/09, redatta in seguito al sopralluogo effettuato presso la cava in data 23 novembre 2009, veniva "constatato, in un punto della cava, la continua fuoriuscita di fumo dall'odore acre, molto intenso, tipico di combustione di polimeri plastici" e "che il fumo fuoriusciva da un'apertura, del diametro di circa 2 metri, tipo cratere, presente nel suolo, creatosi per cedimento del terreno";
nella stessa relazione tecnica si fa riferimento ad una documentazione d'archivio del Servizio territoriale che ha effettuato il sopralluogo, dalla quale risulta che nella cava sono stati interrati rifiuti costituiti anche da scorie di fusione. Inoltre le fumarole rilevate sul sito sono verosimilmente riconducibili, secondo quanto riportato nella relazione tecnica, alle reazioni chimiche innescate dal contatto di queste scorie con l'acqua meteorica che ha raggiunto le profondità di sotterramento delle stesse;
sempre nella stessa relazione venivano ritenuti necessari e urgenti, ai sensi del decreto legislativo n. 152 del 2006, la predisposizione delle misure di messa in sicurezza dell'area, da realizzare ad opera del sindaco, e di un piano preliminare di indagini chimiche, finalizzate alla ricerca di eventuali sostanze inquinanti nelle matrici ambientali;
i risultati delle analisi effettuate su un campione di "aria-ambiente", prelevato nei pressi di una fumarola attiva nella cava (verbale di campionamento aria N. 81/NB/09 del 24 novembre 2009, rapporto di prova R.G. n. 200903120-001 relativo alle analisi eseguite dal Dipartimento tecnico di Benevento), hanno confermato la presenza di elevate concentrazioni di solventi organici aromatici, con particolare rilevanza di benzene, che tra i composti organici è quello dotato di più elevata tossicità;
considerato che:
l'area della cava Masseria Monti è circondata da terreni agricoli adibiti a coltivazioni, da attività commerciali di diversa natura e da nuclei abitati poco distanti dal sito;
nelle immediate prossimità dei terreni interessati dai cedimenti e dalle fumarole oggetto delle indagini è segnalata la presenza di condutture di gas interrate;
la visita effettuata presso la cava nell'ottobre 2012 dal presidente della commissione regionale per le bonifiche, Antonio Amato, insieme all'allora consigliere regionale Lucia Esposito, e la conseguente audizione svoltasi presso la commissione regionale per le bonifiche, convocata dallo stesso presidente Amato, ed a cui era presente anche l'assessore regionale per l'ambiente Giovanni Romano, hanno comportato l'assunzione dell'impegno di mettere in moto determinati provvedimenti basati su 3 direttrici principali: installazione di una centralina per il monitoraggio dell'aria; cambio di denominazione del sito da cava dismessa a discarica incontrollata; costituzione di un tavolo istituzionale con il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, principale attore in quanto l'area è considerata sito di interesse nazionale;
il mutamento dell'inquadramento giuridico è stato motivato dalla possibilità di attingere ai fondi previsti dal decreto-legge n. 196 del 2010, convertito, con modificazioni, dalla legge n. 1 del 2011 per la messa in sicurezza dell'area;
il sito, secondo quanto riportato nell'allegato 3 alla delibera della Giunta regionale della Campania n. 129 del 27 maggio 2013, è presente con la denominazione "Cava Monti" nell'elenco recante il censimento dei siti potenzialmente contaminati nel SIN "Litorale Domitio Flegreo ed Agro Aversano" (CSPC SIN) con codice di identificazione: 1048A009, e tipologia di attività "Abbandono di rifiuti con conferimento in cava",
si chiede di sapere:
se i Ministri in indirizzo siano a conoscenza della condizione in cui versa il sito, meno celebre ma non meno preoccupante di quella delle numerose aree rientranti nella cosiddetta terra dei fuochi;
se, nell'ambito delle rispettive competenze, siano aggiornati sulla costituzione dell'auspicato tavolo istituzionale e se siano state avviate attività relative alla messa in sicurezza del sito, rese necessarie dalle caratteristiche dell'area che, come specificato, è adiacente a campi coltivati e attività commerciali, comportando l'esposizione al rischio di contaminazione delle colture e ricadute sulla salute degli abitanti e dei lavoratori impegnati nella zona;
se intendano procedere ad immediate azioni, ciascuno nei propri ambiti di intervento, volte a tutelare la salute dei cittadini e il comparto produttivo di quell'area.