Legislatura 17 Atto di Sindacato Ispettivo n° 2-00091

Atto n. 2-00091

Pubblicato il 7 novembre 2013, nella seduta n. 137
Svolto nella seduta n. 396 dell'Assemblea (19/02/2015)

MANCONI - Al Ministro dell'interno. -

Premesso che:

già nel settembre 2013 una delegazione della Commissione straordinaria per la tutela e la promozione dei diritti umani del Senato si era recata in visita al Centro di identificazione e di espulsione (CIE) di Gradisca d'Isonzo (Gorizia), riscontrando numerose criticità, condizioni di vita disumane e tensione altissima;

negli ultimi giorni nuovi disordini si sono verificati nel Centro. La notte tra il 30 e il 31 ottobre alcune persone trattenute sono salite sul tetto dell'edificio, mentre altri provocavano gravi danni alla struttura. Episodi che si sono ripetuti nelle notti successive, fino a quella tra il 2 e il 3 novembre;

per disposizione del Dipartimento per le libertà civili e l'immigrazione del Ministero dell'interno, il Centro di identificazione ed espulsione di Gradisca d'Isonzo è stato svuotato, con il trasferimento delle persone trattenute, e temporaneamente chiuso, come ripetutamente chiesto negli ultimi mesi anche da parte di parlamentari e amministratori di quel territorio;

gli spazi inadatti e inagibili del CIE sarebbero viceversa utili all'ampliamento del limitrofo Centro di accoglienza per richiedenti asilo bisognoso di posti e di spazi per una migliore gestione e una più adeguata accoglienza per gli ospiti;

nei giorni scorsi sono giunte alla Commissione numerose segnalazioni da parte degli amministratori degli enti locali che insistono sul territorio di Gradisca circa la difficoltà di avere notizie precise su quanto stesse accadendo nel Centro poiché impossibilitati ad entrare senza l'autorizzazione da parte della Prefettura;

il 22 ottobre 2013 la Commissione ha proceduto ad approvare una risoluzione con cui si chiede di assicurare uniformi condizioni di accesso da parte di soggetti terzi ai centri di accoglienza e trattenimento dei migranti, a garanzia di un controllo esterno sulle modalità e le condizioni di trattenimento, nonché sul rispetto dei diritti fondamentali e della dignità degli stranieri ivi presenti,

si chiede di sapere:

se il Ministro in indirizzo non ritenga che il CIE di Gradisca debba essere chiuso definitivamente e che quegli spazi e quei locali, una volta ristrutturati, possano essere utilizzati per ampliare il centro di accoglienza per richiedenti asilo situato nei pressi;

se non valuti necessario intervenire sulla regolamentazione dell'accesso ai centri, dando attuazione al più presto al dispositivo della risoluzione della Commissione stessa, in particolare prevedendo l'accesso a tali strutture a parlamentari nazionali ed europei, presidente e componenti della Giunta regionale, consiglieri regionali, presidente e componenti della Giunta provinciale, consiglieri provinciali, sindaci, assessori e consiglieri comunali, garanti dei detenuti o comunque titolari di competenze in materia di tutela dei diritti nella privazione della libertà, garanti dell'infanzia e dell'adolescenza, soggetti del privato sociale che operano in relazione alle condizioni di vita e all'effettività della garanzia dei diritti degli stranieri, giornalisti e foto-cineoperatori, per questi ultimi escludendo la necessità della specifica autorizzazione prefettizia;

se, alla luce di questo ennesimo episodio, e del fatto che ormai è stato adottato un provvedimento temporaneo o definitivo di chiusura per la metà dei Centri di identificazione ed espulsione esistenti, non ritenga che sia opportuno affrontare con urgenza e alla radice la questione dei CIE in Italia.