Legislatura 17 Atto di Sindacato Ispettivo n° 4-01104
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Atto n. 4-01104
Pubblicato il 6 novembre 2013, nella seduta n. 136
BARANI , MAZZONI - Ai Ministri dell'interno e degli affari esteri. -
Premesso che, per quanto risulta agli interroganti:
a 20 anni da "Tangentopoli" non sono ancora stati fugati molteplici dubbi sull'inchiesta, e sulle modalità con le quali questa fu condotta, che rivoluzionò l'Italia politica della "Prima Repubblica";
Bettino Craxi, principale bersaglio di "Mani pulite", sostenne che dietro quell'inchiesta c'era la mano di una potenza straniera, con esplicito riferimento agli Stati Uniti;
in un'intervista a "La Stampa" Reginald Bartholomew, ex ambasciatore americano in Italia (1993-1997) ha parlato delle strane trame fra il team di Mani pulite e il consolato americano allora guidato da Peter Semler, il quale a Milano chiuse una carriera di 37 anni al servizio del Foreign office americano;
secondo Bartholomew, che fu molto critico sull'operato dei magistrati del pool e sull'uso sistematico del carcere preventivo, a Milano «qualcosa non quadrava»: il suo predecessore Peter Secchia avrebbe infatti lasciato a Semler la libertà di tessere rapporti con i magistrati che si occupavano dell'inchiesta sulla corruzione dei partiti italiani;
lo stesso Semler ha recentemente ammesso di aver incontrato Di Pietro già nel novembre 1991, e l'ex pm gli anticipò che l'inchiesta sarebbe arrivata alla dirigenza di Psi e Dc;
diversi osservatori in questi anni hanno proposto la spiegazione che gli Usa abbiano fatto pagare a Craxi il caso Sigonella, quando i carabinieri circondarono la base americana per impedire ai militari americani la presa in consegna di Abu Abbas;
altri osservatori hanno letto la vicenda Tangentopoli come un capitolo del grande attacco della finanza internazionale volto a danneggiare l'Italia per appropriarsi dei suoi gioielli e declassare il nostro Paese;
Bettino Craxi ebbe a dichiarare: "Non mi sorprendo di quello che è avvenuto, fa parte di un processo mondiale. Dietro c'è sempre la grande Finanza. Ai grandi gruppi finanziari faceva gola l'economia del nostro paese. Vedeste come se la sono pappata e se la stanno pappando";
da un articolo del 17 agosto 2011 pubblicato dal quotidiano "Italia Oggi" si apprende che lo stesso giornale il 7 ottobre 2009 scrisse che il Governo Berlusconi traballava a causa dei legami con Gheddafi e con Putin, molto malvisti dalla coppia Obama-Hillary Clinton e quello che è seguito nei mesi successivi ha ricordato molto da vicino il copione sperimentato dal 1945, quando il quartetto dei vincitori della seconda guerra mondiale (Gran Bretagna, Francia, Usa e Urss) si spartì l'Italia depredandola di comune accordo, condizionandone la vita democratica corrompendola con finanziamenti opposti e speculari;
crollata l'Urss, con la Russia in fase di trasformazione, nel quartetto subentrò la Germania;
sull'articolo citato si legge: "I valvassori del Quartetto rapinavano da sempre le ricchezze italiane; dopo il 1989 Mediaset fu tra le appetibili. I valvassori ebbero sempre man salva purché assicurassero la ciclica spremitura degli italici servi della gleba, come desiderano mercati, Bce, Imf e agenzie di rating. L'Italia è come le mucche dei Masai. I valvassori le incidono ogni tanto le vene del collo, badando di non ucciderla; raccolgono il sangue nella zucca e lo porgono al Quartetto";
in questo contesto non va dimenticato il famoso party del Britannia a seguito del quale si procedette con la svendita dei più preziosi gioielli italiani con la scusa delle privatizzazioni;
la scellerata distruzione dell'industria manifatturiera italiana che ne seguì è stata certamente a giudizio degli interroganti tra le cause principali che hanno fortemente ridimensionato il ruolo politico ed il peso economico dell'Italia che negli anni in cui Craxi era alla guida dell'Esecutivo era giunta ad essere la quinta potenza mondiale;
chiunque ha tentato di opporsi è stato messo nel mirino da chi aveva interesse a tenere l'Italia spaccata in due partiti, l'uno contro l'altro armato;
fino a che il mondo era governato da Bush e da Putin, almeno un simulacro di sovranità italiana è stato preservato. Poi, con Barack Obama alla Casa Bianca, l'equilibrio si è rotto, e lo si è visto con la guerra alla Libia, contro cui Berlusconi si era inutilmente schierato;
ci si può chiedere per quale motivo per Gheddafi tutta l'opposizione italiana ha indossato l'elmetto. Gheddafi non era peggiore di Saddam Hussein, per il quale la stessa opposizione italiana fu accanitamente contraria e insistentemente pacifista. La menzogna da cui partì l'assalto finale a Gheddafi, ossia i 10.000 presunti morti massacrati dal regime libico fu lanciata, non a caso, dalle agenzie statunitensi e britanniche, e questo sta a significare che dietro il protagonismo di Sarkozy c'erano altri interessi, molto più consistenti, di Usa e Gran Bretagna. E infatti il Ministro della difesa britannico dovette ammettere che le operazioni delle forze speciali di Sua Maestà in Libia erano iniziate un mese prima del bombardamento francese che diede inizio alla guerra;
contro l'Italia fu scatenata un'altra guerra, quella dello spread, che portò alla fine del Governo Berlusconi e all'arrivo di Monti a palazzo Chigi;
nel frattempo contro Berlusconi si intensificarono le inchieste giudiziarie, un'offensiva senza precedenti nel mondo, molte delle quali basate su valanghe di intercettazioni che hanno interessato la stessa residenza dell'allora Presidente del Consiglio dei ministri;
il ruolo svolto dalla grande finanza internazionale influenza con pressioni sempre maggiori il regolare andamento politico, economico ed istituzionale dei singoli Stati, mettendo in moto delle speculazioni di cui si riconosce comunemente l'esistenza;
sembra di vivere una guerra, sebbene questa non sia combattuta con armi convenzionali. Non ci sono più truppe, ma ad invadere il Paese sono la finanza creativa e i derivati Usa. L'America che ha contribuito con un ruolo sostanziale a liberare l'Italia dalla dittatura politica di cui l'Europa era vittima, di fatto ha contribuito a giudizio degli interroganti al diffondersi di una dittatura economico-finanziaria;
in un quadro di crisi economica globale, nel contesto europeo, l'Italia è il Paese che beneficia del minor numero di investimenti stranieri;
ora è scoppiato lo scandalo "Datagate", seguito alle rivelazioni sulla reale attività di raccolta dati dell'americana National security agency (NSA);
dal 2002 gli Stati Uniti avrebbero messo sotto controllo il cellulare del cancelliere tedesco Angela Merkel e le comunicazioni di altri 35 leader stranieri e inoltre avrebbero anche intercettato milioni di metadati sul territorio francese, spagnolo e italiano;
a quanto si apprende dagli organi di informazione un numero considerevole di intercettazioni sarebbero state operate dalla stessa NSA anche nei confronti di numerosi uomini pubblici italiani,
si chiede di sapere:
se ai Ministri in indirizzo risulti corrispondente al vero la situazione descritta in premessa;
se fra gli intercettati risulti esserci anche l'ex premier italiano Silvio Berlusconi;
se sia in atto una verifica sul numero di intercettazioni telefoniche, ambientali e sul traffico web di Berlusconi;
se sia in atto una verifica sull'ipotesi che parte di tali intercettazioni frutto di spionaggio internazionale siano state messe a disposizione della Procura di Milano nelle sue molteplici inchieste nei confronti dell'ex Presidente del Consiglio dei ministri italiano;
se non ritengano doveroso attivarsi al fine di chiedere gli opportuni chiarimenti anche in sede diplomatica e in particolare agli ambasciatori di Usa, Francia, Germania e Gran Bretagna in Italia;
quali misure di competenza intendano mettere in atto in relazione alla gravità costituita dalle intercettazioni verificatesi nel tempo ai danni di esponenti del Governo italiano.