Legislatura 17 Atto di Sindacato Ispettivo n° 4-00976
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Atto n. 4-00976
Pubblicato il 9 ottobre 2013, nella seduta n. 121
SCILIPOTI - Ai Ministri del lavoro e delle politiche sociali, della salute e delle infrastrutture e dei trasporti. -
Premesso che:
i casi di malattie professionali legate da nesso di causalità con l'esposizione ad amianto ed ad altri agenti cancerogeni negli ambienti lavorativi e in quelli di vita sono sempre più frequenti. Pertanto è necessaria un'attività di prevenzione, fondata innanzitutto sul presupposto della consapevolezza dei rischi e della necessità di ridurli a zero. Infatti, quando un tumore o altre gravi patologie si sono già manifestati, anche una loro diagnosi precoce è comunque tardiva, in quanto vi sono già la lesione gravissima dell'integrità psico-fisica ed il rischio concreto della sua irreparabilità;
ogni anno sono migliaia i lavoratori che perdono la vita o che lottano contro il cancro tra atroci sofferenze e pene anche per i familiari;
questo stato di cose è, a parere dell'interrogante, inaccettabile;
meritevole di attenzione è il caso dei lavoratori della Isochimica di Avellino, i quali hanno subito e ad oggi subiscono evidenti ripercussioni sulla salute, essendo stati esposti al diretto contatto con polveri d'amianto. La SpA Isochimica, fino al giorno del suo fallimento, si è occupata per conto di Ferrovie dello Stato, quando erano ancora un ente pubblico, di coibentare e ricoibentare le carrozze ferroviarie, sottoponendo continuamente e senza alcuna precauzione, i propri lavoratori al rischio di asbestosi ed al rischio di silicosi, come si evince dalle ispezioni susseguitesi nei capannoni dei luoghi di lavoro. Tali ispezioni hanno rilevato che non c'erano sistemi di aspirazione delle polveri, né efficaci sistemi di protezione individuale e non esistevano sufficienti condizioni di tutela della salute occupazionale dei lavoratori, sopratutto in relazione all'estrema pericolosità del tipo "crocido lite", la varietà più pericolosa del minerale;
lo stabilimento, a seguito di procedimenti giudiziari avviati a causa della violazione di tutte le norme in materia di protezione e prevenzione dal rischio amianto, e della lesione dell'integrità psicofisica, è stato chiuso, e l'intero sito è stato sottoposto a sequestro;
l'Osservatorio nazionale amianto ha informato i lavoratori del rischio legato all'esposizione all'amianto e della necessità di un'adeguata sorveglianza sanitaria sotto la direzione medica, pertanto circa 131 lavoratori si sono rivolti all'unità operativa di medicina del lavoro del policlinico Le Scotte di Siena, centro di riferimento per la regione Toscana per le malattie professionali e specializzato per le problematiche legate all'amianto;
la maggioranza dei lavoratori sono risultati positivi ai controlli presso l'INAIL ma negativi per la patologia asbestosi al controllo della ASL; alcuni, invece, sono già deceduti. L'asbestosi è una pneumoconiosi provocata da un'inalazione di fibre di amianto;
la legge n. 257 del 1992, nello specificare in materia inequivocabile le fonti di rischio, aveva previsto il monitoraggio non solo degli addetti alla lavorazione dell'amianto, e quindi direttamente esposti al rischio ma anche ai familiari e agli abitanti delle aree circostanti alle industrie in cui viene lavorato il minerale;
l'ASL di Avellino nel 2003 iniziò un monitoraggio dei lavoratori ex Isochimica, sottoponendoli ad un esame Tac presso l'Ospedale di Solfora ma, a tutt'oggi, non è dato sapere quanti lavoratori abbiano effettuato il controllo. Nessun controllo è stato effettuato a carico dei familiari dei dipendenti, né tanto meno sulla popolazione di Ferrovia a Pianodardine (Avellino);
tale comportamento non trova, a parere dell'interrogante, giustificazioni. Dovrebbe essere buon costume, nonché un dovere morale, da parte di una ASL assumersi la responsabilità ed avere l'umiltà di ammettere di non avere i mezzi idonei per poter eseguire un'indagine così delicata e complessa, comunicando ai lavoratori di rivolgersi ad altra struttura;
tale dovere è non solo morale, ma anche sociale, poiché è necessario attuare una prevenzione primaria, rendendo salubri gli ambienti abitativi e quelli lavorativi, oltre ad effettuare una prevenzione secondaria che, suggerita dall'insorgenza dei primi sintomi, permette per lo meno di evitare le esposizioni dannose, rallentando o arrestando la perdita della tolleranza nel 10 per cento dei soggetti predisposti nella popolazione;
soltanto con il valore limite pari a zero per l'amianto e per qualsiasi altro agente cancerogeno e patogeno si possono tutelare la salute e l'incolumità psico-fisica dei cittadini e dei lavoratori. I limiti di legge, a giudizio dell'interrogante, non hanno alcuna validità scientifica e sono creazioni legislative senza alcun fondamento scientifico che hanno l'unico fine di permettere l'utilizzo di queste sostanze patogene ai fini del profitto, subordinandovi la salute umana;
nel caso esaminato, ad Avellino si sono riscontrate numerose incongruenze da parte dell'INAIL, anche per quanto attiene la valutazione del danno biologico, con valutazioni percentuali differenti per diagnosi uguali;
sarebbe auspicabile una revisione delle visite adottando un metro di giudizio univoco e più equo. Così come, a giudizio dello scrivente, sarebbe auspicabile rivedere, da un punto di vista legislativo, la percentuale attribuita a patologie di organi ed apparati non vitali come è l'apparato respiratorio;
l'INAIL, a giudizio dell'interrogante, non ha interpretato ed applicato correttamente questa norma, riconoscendo percentuali minime ai lavoratori dell'Isochimica malati di asbestosi ed altre patologie asbesto correlate;
al fine di dimostrare la necessità di un intervento legislativo, si considerino i meccanismi di azione basilari dell'amianto quando esso esplica i suoi effetti cancerogeni: il minerale amianto, costituito da silicati, è generalmente conformato in finissime fibrille, che, tra l'altro, hanno anche la proprietà di poter essere filate e tessute, di non bruciare alla fiamma e di svolgere una funzione di coibentazione del rumore e della temperatura. L'edilizia, nelle costruzioni e nelle ristrutturazioni, è il più severo inquinante, sebbene altre attività produttive non siano trascurabili. Come sempre, il materiale nocivo può esporre sia il lavoratore sia la gente comune nell'ambiente extra-lavorativo al contatto con il manufatto contenente il minerale killer: la preparazione; la fruizione nelle strutture edili; lo smaltimento alla fine del ciclo vitale;
lutti e tragedie di cittadini e delle famiglie rendono non più procrastinabile un intervento legislativo, mosso dalla necessità di rendere effettivo e concreto il diritto alla salute, in applicazione dell'articolo 32 della Costituzione, che imponga il divieto di utilizzo e l'obbligo di bonifica di tutti gli agenti cancerogeni, nonché la loro riduzione tendenzialmente ad un livello pari a zero,
si chiede di sapere se i Ministri in indirizzo siano a conoscenza dei fatti su esposti e quali provvedimenti intendano assumere per porre fine a questo dramma sociale.