Legislatura 17 Atto di Sindacato Ispettivo n° 4-00834

Atto n. 4-00834

Pubblicato il 11 settembre 2013, nella seduta n. 100
Risposta pubblicata

BENCINI , MONTEVECCHI , BOCCHINO , ROMANI Maurizio , PAGLINI , SIMEONI , BIGNAMI , BULGARELLI , MARTELLI , AIROLA , SANTANGELO , ORELLANA , CRIMI , CASALETTO , CASTALDI , CIOFFI , TAVERNA , CATALFO , FATTORI , BATTISTA , VACCIANO , GIARRUSSO , COTTI , FUCKSIA , CAMPANELLA , MANGILI , CAPPELLETTI , NUGNES , BERTOROTTA , GAETTI , MORRA - Al Ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo. -

Premesso che:

l'abbazia di San Salvatore e San Lorenzo a Settimo a Scandicci (Firenze) costituisce per l'intreccio delle sue vicende lungo 10 secoli, per l'arte e la spiritualità, per la tipicità delle architetture, una testimonianza completa dell'evoluzione della nostra civiltà occidentale e dell'esperienza del monachesimo cristiano medievale. Essa fu fondata alla fine del primo millennio dell'era cristiana su iniziativa della famiglia feudale dei conti Cadolingi. Affidata da Gregorio IX nel 1236 ai monaci cistercensi, l'abbazia raggiunse il suo massimo splendore nei secoli XIII-XVII. Munita di possenti fortificazioni nel XIV secolo, essa divenne punto strategico tra la via Pisana, l'asse cadolingio della Francigena e l'Arno. Dopo aver attraversato periodi di decadenza e aver subito assedi terribili riuscì a risollevarsi divenendo nuovamente centro promotore di arte e cultura;

nel 1783 l'infausta soppressione dell'ordine operata dal granduca Pietro Leopoldo decretò lo smembramento in due proprietà del complesso monumentale e la vendita a privati di quasi due terzi del monastero;

nei primi decenni del '900 il Ministero competente per i beni culturali avviò alcuni interventi di restauro nella speranza di una valorizzazione unitaria, ma gli interventi non furono completati a causa del precipitare della situazione internazionale;

nel corso della seconda guerra mondiale l'abbazia fu parzialmente distrutta, mentre dagli anni '50 pesanti stravolgimenti furono realizzati con interventi provvisori per destinazioni d'uso funzionali ad attività ricreative, a giudizio degli interroganti banali;

dagli anni '70 molti dei terreni monastici rimasti integri e coltivati dai nuovi proprietari sono stati ceduti o espropriati per la realizzazione di vari piani di edilizia residenziale e popolare fino a cancellare quasi del tutto la cornice naturale del monumento da ogni versante, eccetto una piccola porzione ora vincolata dallo Stato;

a quanto risulta agli interroganti, intorno al 1995 gli eredi dei vecchi proprietari, nella zona privata, in violazione delle leggi di tutela, hanno iniziato ingenti lavori di trasformazione degli ambienti monastici per scopi di utilizzo commerciale non congruenti con l'identità del luogo e gravemente lesivi delle sue caratteristiche storiche e solo l'intervento delle forze dell'ordine è riuscito a bloccare l'azione abusiva consentendo il ripristino dello status quo ante in vista di un progetto unitario di recupero;

il complesso è ancora diviso in due proprietà dall'epoca delle soppressioni granducali del XVIII secolo. Questa divisione impedisce la restituzione in toto di questo tesoro al godimento collettivo;

in data 18 settembre 2005, alla presenza del cardinale Antonelli e di monsignor Croci della Santa sede, si è conclusa la prima fase del progetto con l'inaugurazione dei restauri dell'intera parte di proprietà ecclesiastica, contenente splendidi tesori d'arte di tutte le epoche e di rilievo europeo; l'altra porzione, appartenente a privati ed ugualmente notevole e specularmente essenziale, è in abbandono totale e attualmente è in vendita;

nel periodo antecedente al Giubileo del 2000, era stato elaborato un progetto di recupero integrale in base alla legge 7 agosto 1997, n. 270, progetto che godeva per intero di tutti i requisiti specifici previsti e che ammontava a circa 14 miliardi di lire, 7 miliardi da destinare alla riacquisizione e 7 miliardi da destinare al cofinanziamento del restauro della parte mancante;

il progetto, dopo aver seguito l'iter burocratico a livello locale, ecclesiale e nazionale fu inviato nei termini e nella forma di legge alla commissione per il grande Giubileo, ma successivamente all'invio non si ebbero esiti né alcuna comunicazione al riguardo;

considerato che:

su iniziativa del priore e di vari soggetti appassionati è stata fondata, fin dal 1996, l'associazione "Amici della Badia di Settimo" la quale, d'intesa con il Ministero per i beni e le attività culturali, ha promosso una nuova fase di conoscenza, studio e divulgazione sulla storia del monastero fornendo le basi per nuove azioni di tutela e per l'auspicato progetto globale;

il 6 novembre 2006 la Commissione Cultura della Regione Toscana ha effettuato un sopralluogo presso l'abbazia constatandone l'importanza strategica nel quadro del patrimonio regionale e sottolineando l'urgenza di un recupero in toto;

dal dicembre 2010 sono stati promossi tavoli istituzionali, con la presenza della Soprintendenza fiorentina e regionale, del rappresentante del Ministero, della curia arcivescovile, della Regione Toscana, del Comune di Scandicci, della Provincia di Firenze, dell'ente Cassa di risparmio di Firenze, nei quali è stato anche discusso il piano di valorizzazione da parte dell'arcidiocesi. In particolare, in data 17 gennaio 2013, la Direzione regionale si impegnava a informare il Ministero indicando il valore economico del bene per la trattativa con i privati,

si chiede di sapere:

se il Ministro in indirizzo sia a conoscenza della situazione dell'abbazia di San Salvatore e San Lorenzo a Settimo e dei motivi per cui non vi sia stato nessun intervento risolutivo autorevole per sanare lo stato di questo bene, nonostante la riconosciuta urgenza e necessità della sua completa riacquisizione;

quali iniziative urgenti intenda assumere al fine di giungere al recupero totale del complesso e all'acquisto della porzione attualmente di proprietà privata.