Legislatura 17 Atto di Sindacato Ispettivo n° 4-00660
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Atto n. 4-00660
Pubblicato il 29 luglio 2013, nella seduta n. 81
SCILIPOTI - Al Ministro della salute. -
Premesso che:
esiste in Calabria (in particolare nell'alto Tirreno cosentino) una grave emergenza sanitaria dovuta al ritardo nella ridefinizione delle reti assistenziali ospedaliere e territoriali e soprattutto per l'azzeramento totale della rete dell'emergenza-urgenza;
il 31 marzo 2012 sono stati riconvertiti 11 ospedali senza che, preventivamente, fossero stati prima potenziati i servizi sanitari territoriali;
come enunciato nell'introduzione alla deliberazione n. 492 del 2010 della Regione Calabria "la necessaria riorganizzazione della rete degli ospedali e delle strutture complesse in essi operanti, dettata dalle esigenze dei piani di rientro, non deve in nessun modo penalizzare i livelli qualitativi dei servizi per il cittadino";
nella regione esistono condizioni di vera e propria "desertificazione" sanitaria che hanno messo in passato e mettono ancora oggi a serio rischio i livelli essenziali di assistenza (LEA) e che pongono, ulteriormente, in seria difficoltà gli stessi ospedali "HUB" e "SPOKE"; gli stessi ospedali, infatti, operano, da allora, in condizioni sottodimensionate e vengono "stressati" da una domanda crescente, che deriva dal fatto che interi territori sono stati abbandonati e risultano sprovvisti di servizi sanitari alternativi ai presidi ospedalieri dismessi;
la sinergia territoriale dei sistemi di emergenza rivolta ad ottimizzare la gestione del paziente dalle prime fasi all'arrivo in ospedale va ad incidere in maniera significativa sui dati relativi alla mortalità e morbilità che allo stato attuale gravano sulla qualità della vita dei cittadini;
la riconversione dell'ospedale di Praia a Mare in centro di assistenza primaria territoriale (CAPT) ha determinato la trasformazione del pronto soccorso in punto di primo intervento; ciò ha comportato l'impossibilità di garantire interventi tempestivi agli utenti in pericolo di vita (politrauma, ictus, infarto acuto del miocardio, eccetera), ed i pazienti devono essere trasportati altrove;
l'ex presidio ospedaliero di Praia a Mare è di confine, sito allo snodo di tre regioni, Calabria, Basilicata e Campania, e presentava una mobilità sanitaria attiva pari a circa il 15 per cento, rappresentando una risorsa e non certo un costo per le casse della Regione Calabria;
a seguito della riconversione si sono perduti gli introiti (l'ex presidio ospedaliero di Praia a Mare era uno dei pochi ospedali in Calabria che aveva registrato "utili"), con conseguente incentivo alla "migrazione sanitaria", che comporta circa 250 milioni di euro di spesa annua che da sola costituisce un grosso capitolo di spesa, creando così una "doppia passività economica" in pochi mesi giunta al 40 per cento;
a giudizio dell'interrogante la conversione risulta avventata e poco coerente con il principio della tutela della salute del cittadino se si considera la notevole distanza dai centri ospedalieri "HUB" o "SPOKE" di riferimento, i cui tempi di raggiungimento superano quelli previsti per un servizio di emergenza efficace (nel trattamento dell'infarto acuto del miocardio l'intervento tempestivo è fondamentale ed i benefici maggiori si registrano se praticato entro le prime due ore dalla comparsa del dolore), se si considera che la zona in questione, che abbraccia i comuni di Aieta, Tortora, Praia a Mare, San Nicola Arcella, Scalea, Orsomarso, Verbicaro, Santa Domenica Talao, Papasidero, Santa Maria del Cedro, Grisolia, Maierà, Buonvicino, Diamante (che facevano riferimento, prima della riconversione, all'ospedale di Praia a Mare) si presenta in gran parte impervia e disagiata, essendo un ambiente montano o premontano; oltre a ciò si aggiungono le peculiari condizioni meteorologiche sfavorevoli che spesso impediscono del tutto il trasporto dei pazienti urgenti anche per periodi di tempo molto lunghi. Sulla base di queste considerazioni molti utenti costretti a raggiungere mediante l'unica arteria di collegamento, la statale 18, Cetraro (che dista 70 chilometri) se non addirittura Cosenza (che dista 104 chilometri percorribili in non meno di 90 minuti in condizioni ottimali) decidono di migrare verso nosocomi confinanti in Basilicata o Campania;
all'interrogante risulta che esistano svariati documenti che testimoniano l'assurdità e l'illegittimità della riconversione dell'ex presidio ospedaliero di Praia a Mare in semplice CAPT; inoltre, i parametri stabiliti dal Ministero della salute, dall'Age.Na.S. e anche dalla stessa Regione Calabria sono completamente stati rivoluzionati: i tempi di percorrenza vanno oltre l'ora e in alcune circostanze addirittura raddoppiano, e sono stati trascurati anche i riferimenti alle reti viarie complesse;
nella delibera n. 740 novembre 2009 dell'ex Presidente della Calabria Loiero (case della salute con "progetto Graziano") l'ex presidio ospedaliero di Praia a Mare non era designato alla riconversione, poiché restava ospedale per acuti (il bacino d'utenza relativo alle case della salute, riportato in tale decreto, è di 5.000/10.000 abitanti e attualmente, con la riconversione del nosocomio praiese in CAPT, di fatto, il bacino d'utenza è di circa 65.000 persone);
dalla rivista n. 27/2011 "Monitor" dell'Age.Na.S. risulta che l'ex ospedale di Praia a Mare potrebbe essere inserito, avendone tutti i requisiti, nel contesto delle funzioni previste per gli "ospedali di area disagiata" o "montana", ed invece oggi è un semplice CAPT; i criteri di valutazione, che sono anche stati approvati dal Ministro pro tempore Renato Balduzzi allora Presidente della stessa Age.Na.S, sono: "reti viarie complesse" e "dilatazione dei tempi di percorrenza" ossia oltre 60 minuti per arrivare al centro Spoke di riferimento e che addirittura si raddoppiano in alcune circostanze, come nella stagione estiva, proprio come accade per raggiungere lo Spoke Cetraro/Paola;
dal 1° aprile 2012 ad oggi si sono verificati numerosi decessi dovuti alla difficoltà di raggiungere in breve tempo gli ospedali di Cetraro o Paola, per la distanza a causa della rete viaria gravemente compromessa e trafficata e per l'esiguo numero di ambulanze;
in tutte le riunioni di verifica dei tavoli di monitoraggio "Tavolo Massicci" (anche nel penultimo dell'8 aprile 2013), è emerso come troppo spesso si è costretti ad intervenire in condizioni di grave criticità a causa del notevole ritardo nell'erogazione delle prestazioni comprese nei livelli essenziali di assistenza;
nelle suddette riunioni il commissario per il rientro dal deficit sanitario della Regione è stato invitato ad attuare ogni utile azione necessaria a garantire l'erogazione dei LEA in maniera uniforme sul territorio regionale,
si chiede di sapere se il Ministro in indirizzo non intenda prevedere iniziative immediate nei limiti di competenza al fine di ripristinare la rete di emergenza-urgenza attualmente inesistente sull'alto Tirreno cosentino, nonché verificare le motivazioni che hanno portato a sopprimere un presidio ospedaliero che non necessita di interventi strutturali di sistemazione, e se non intenda prevedere eventuali misure volte alla nuova conversione in ospedale di area disagiata o alla riattivazione del presidio ospedaliero di Praia a Mare, evitando di abbandonare un bacino d'utenza così vasto, in un territorio a riconosciuta vocazione turistica, che si trova a sopportare alti costi per una tutela sanitaria carente.