Legislatura 14 Atto di Sindacato Ispettivo n° 2-00398
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Atto n. 2-00398
Pubblicato il 10 giugno 2003
Seduta n. 411
NOVI. - Al Ministro della giustizia. -
Premesso che, tra i compiti dei Consigli giudiziari presso le Corti di Appello degli uffici giudiziari, vi è quello di esprimere parere sulla progressione in carriera dei magistrati, sul cambio di funzioni e sulle richieste di autorizzazione ad incarichi extragiudiziari indirizzate al competente Consiglio Superiore della Magistratura;
considerato:
che tale attività dei Consigli giudiziari rientra nell’ambito delle funzioni amministrative, e dunque è regolata dalle norme e dai principi che disciplinano il procedimento e l’atto pubblico;
che tra i suddetti principi vi è quello della imparzialità e logicità dell’azione amministrativa,
si chiede di sapere:
se il Consiglio Giudiziario presso la Corte d’Appello di Napoli, in ossequio ai principi di imparzialità della Pubblica Amministrazione, nell’esercizio delle sue funzioni e, in particolare, nell’esprimere il parere sulle richieste o sulla progressione in carriera dei magistrati, prescinda dall’appartenenza dei richiedenti a schieramenti correntizi, adottando metri di valutazione e metodi procedurali uguali per tutti, ovvero tenda a privilegiare gli iscritti o i simpatizzanti di taluni raggruppamenti associativi, maggioritari in seno al Consiglio;
se sia vero che, in seno al Consiglio Giudiziario presso la Corte di Appello di Napoli, magistrati aderenti a Magistratura Democratica e Movimenti Riuniti opererebbero d’intesa per ostacolare la progressione in carriera di magistrati appartenenti ad altre correnti della magistratura, introducendo nei pareri valutazioni sul merito dei provvedimenti giurisdizionali adottati, soprattutto quando tali provvedimenti riguardano indagati “eccellenti” dell’area politica di centrosinistra;
se sia vero ad esempio che, come risulta all’interpellante, la progressione in carriera del magistrato Sbrizzi Salvatore, sostituto procuratore della Repubblica di Napoli, attivo nella corrente moderata denominata Unicost, sarebbe stata osteggiata da componenti di Magistratura Democratica che hanno preteso l’acquisizione e la valutazione di uno scritto di vecchia data a firma del dott. Paolo Mancuso, esponente di Magistratura Democratica, nonostante vi fosse agli atti una esaustiva relazione favorevole del capo dell’ufficio del predetto magistrato;
se sia vero che, come risulta all’interpellante, nell’ambito dell’attuale Consiglio Giudiziario presso la Corte d’Appello di Napoli, un gruppo di magistrati aderenti alle correnti di Magistratura Democratica e Movimenti riuniti (cosidetta Lista 1º marzo), tra cui figurano Paolo Mancuso, Pierluigi Di Stefano e Franco Pastore, ostacolerebbe il rilascio di autorizzazioni ad incarichi extragiudiziari di natura istituzionale, e segnatamente moduli didattici presso la Scuola di Specializzazione dell’Università di Napoli Federico II, con manovre dilatorie consistenti in continue richieste di integrazione di atti ed adducendo pretestuosamente la necessità, ai fini del parere di competenza, di valutare atti che poco o nulla hanno a che vedere con l’incarico per i quali è richiesta l’autorizzazione;
se, in particolare, sia vero che per esprimere un parere su una richiesta di autorizzazione ad un incarico sopra precisato, sarebbe stata strumentalmente proposta l’acquisizione di una relazione sulla “disfunzione dei sistemi informatici di assegnazione degli affari penali”, relazione redatta da due esponenti di Magistratura Democratica, entrambi dell’ufficio GIP di Napoli, uno dei quali anche componente dello stesso Consiglio Giudiziario, sulla cui veridicità e fondatezza ancora non si è espresso il Consiglio Superiore della Magistratura, già investito della questione e nella quale, peraltro, sembra sarebbero stati taciuti elementi di rilievo che riguardano uno degli estensori dell’atto;
se, nel caso fosse vero quanto sopra, sia legittimo e corretto da parte del Consiglio Giudiziario esprimere incidentalmente valutazioni su una questione non specificamente pertinente al giudizio demandatogli, o piuttosto se si ritenga che ciò possa sostanziare una sorta di “sviamento di potere”, realizzato per sostenere e valorizzare un atto redatto da magistrati di uno schieramento correntizio, atto la cui attendibilità sarebbe tutta da verificare nella competente sede del C.S.M.,
l’interpellante chiede inoltre di sapere:
se i fatti esposti siano a conoscenza del Ministro della giustizia e quali iniziative intenda nell’immediato intraprendere per garantire trasparenza e rispetto dei principi della legalità;
se non si ritenga di intervenire tempestivamente ritenendo che la soluzione dei quesiti sopra accennati risponda all’interesse generale della collettività locale e di quella nazionale, in quanto eliminerebbe ogni dubbio in merito a questo modo di gestire organismi giudiziari che dovrebbero essere preposti all’osservanza delle leggi e dei principi cardine dello Stato democratico.