Legislatura 16 Atto di Sindacato Ispettivo n° 4-08618

Atto n. 4-08618

Pubblicato il 7 novembre 2012, nella seduta n. 831

POLI BORTONE - Al Ministro della salute. -

Premesso che:

l'aziendalizzazione delle vecchie Unità sanitarie locali legata ai livelli decrescenti di risorse disponibili impose, circa 20 anni or sono, un cambiamento sostanziale del ruolo di medico attribuendogli responsabilità gestionali con l'obbligo di utilizzare al meglio le risorse disponibili ed aumentando il più possibile i livelli di efficienza a parità di efficacia;

i dirigenti medici di primo livello, i responsabili di Unità operative semplici, i direttori di Unità operative complesse ed i coordinatori di Dipartimenti fin da quell'epoca avevano l'obbligo di recepire, valutare, verificare e segnalare ai vari livelli gerarchici preposti ogni fenomeno in grado di determinare cambiamenti nella programmazione operativa o strategica aziendale a seconda dei livelli di partenza e di importanza dei "reports";

le attività di verifica e controllo, pertanto, erano direttamente correlate ai livelli di responsabilità affidata contrattualmente ad ogni dirigente medico e venivano contrattualmente retribuite;

l'appropriatezza dei ricoveri rappresenta un settore di notevole interesse dal punto di vista sia economico sia dei diritti dei cittadini aventi titolo che restano esclusi dalla fruizione di determinati servizi o prestazioni perché si sono raggiunti i tetti massimi di prestazioni erogabili;

l'appropriatezza dei ricoveri nel circuito riabilitativo psichiatrico in residenzialità completa (sulle 24 ore), aziendali o private, ha rappresentato da sempre un obiettivo su cui si sono dovuti confrontare i vari stili operativi e gestionali alla ricerca di modalità operative caratterizzate da elevati livelli di professionalità e capacità gestionali che le direzioni aziendali avrebbero dovuto presidiare e valorizzare (competizione guidata o meritocrazia);

in Puglia è stato dato grande risalto a questo aspetto, ed in tal senso sono state emanate direttive e leggi che a ben vedere a quanto risulta all'interrogante nel corso degli anni sono state aggirate, se risponde al vero che il dirigente del Servizio programmazione assistenza territoriale e prevenzione della Regione Puglia, in esito alla rilevazione dei pazienti inseriti nelle "comunità riabilitative assistenziali psichiatriche" (CRAP) effettuata nel mese di marzo 2011, ha dovuto prendere atto del fatto che: circa i tre quarti dei 941 pazienti inseriti attualmente nelle CRAP raggiunge negli anni 2011-2012 i limiti di permanenza previsti dal regolamento regionale 11 del 2008; per 311 pazienti non è indicata nella scheda una data di dimissione; per 123 non è specificata alcuna ipotesi di dimissione; 137 pazienti sono stati dichiarati non dimissibili e per 44 utenti l'inserimento è stato disposto dall'Autorità giudiziaria;

il monitoraggio del fenomeno rappresentato da questi numeri impone un'approfondita analisi dei motivi della tardiva valutazione e della mancata implementazione di modalità operative standardizzate almeno per ciò che attiene ai criteri dell'accesso, del mancato utilizzo di idonei strumenti di misurazione delle performance acquisite o potenziate durante l'attuazione del progetto terapeutico riabilitativo personale, o di valutazione della persistenza o meno dei necessari margini di progressione riabilitativa psichiatrica;

in verità, l'accesso al circuito socio-assistenziale, parimenti normato fin dal 2005 dalla Regione Puglia, se per un verso avrebbe consentito un risparmio netto di circa 100 euro al giorno per ogni ospite, per altro verso avrebbe reso fruibili quei posti letto da parte di chi ne aveva titolo;

a parere dell'interrogante il mancato esercizio delle opportune verifiche e controlli hanno portato il privato ad ampliare l'offerta di posti letto in CRAP, certamente più remunerativa, a scapito di quelli attinenti al circuito socio-assistenziale regionale;

gli inserimenti da parte dell'autorità giudiziaria meritano considerazioni attente ed approfondite non disgiunte dalla qualità della vita e di trattamento negli ospedali psichiatrici giudiziari. Se è vero che l'autorità giudiziaria quasi sempre mette in atto le misure alternative all'internamento in OPG, proposte magari dagli stessi psichiatri che ora evidenziano la loro inappropriatezza (ne è infatti prevista la chiusura definitiva il 31 marzo 2013), si sottolinea a riguardo l'assoluta mancanza, nella Regione Puglia, di protocolli d'intesa, peraltro in atto in altre Regioni;

l'attuazione di specifici protocolli diventa un atto dovuto se si considera che gli inserimenti effettuati dall'autorità giudiziaria riguardano autori di reato che per la loro acclarata pericolosità sociale devono poter fruire, in maniera controllata, di ogni cura riabilitativa possibile. Continuare a permettere l'inserimento di tali soggetti nelle CRAP equivarrebbe ad affermare che gli ospiti di dette strutture non debbano godere degli stessi diritti alla propria incolumità, parimenti ai "sani", ed equivarrebbe ad incrementare un vero e proprio "mercato" alternativo al carcere;

il diritto alla salute di quanti attualmente sono reclusi presso i vari ospedali psichiatrici giudiziari ed il diritto all'incolumità personale potrebbe, ad avviso dell'interrogante, trovare un punto di sintesi con l'istituzione di strutture specializzate territoriali che eroghino, anche con la compartecipazione del privato, tutte le prestazioni sanitarie garantite dal personale qualificato dipendente dalle aziende sanitarie pubbliche, integrate dal controllo della pericolosità sociale effettuato da associazioni di pensionati appartenenti alle Forze dell'ordine opportunamente formati sugli aspetti sanitari, comunicazionali e relazionali;

altro fenomeno da presidiare opportunamente è rappresentato dai ricoveri impropri dei minori affetti da patologie attinenti all'articolo 26 della legge n. 833 del 1978. Gran parte di loro sono infatti sostenuti da un cambio di diagnosi psichiatrica all'avvicinarsi del 18° anno, e sono inseriti nel circuito psichiatrico e non in quello socio-assistenziale, con le conseguenze di cui sopra,

si chiede di sapere se il Ministro in indirizzo ritenga utile ed opportuno prevedere, secondo quanto suggerito, l'istituzione di strutture specializzate territoriali, al fine di promuovere una più efficace e pertinente programmazione sanitaria in tema di appropriatezza delle prestazioni erogate, in termini sia di appropriatezza clinica, ovvero del percorso assistenziale più efficace, oltre che sicuro, efficiente ed economico, sia di appropriatezza organizzativa, anche in considerazione della prossima chiusura degli ospedali psichiatrici giudiziari.