Legislatura 16 Atto di Sindacato Ispettivo n° 4-08549
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Atto n. 4-08549
Pubblicato il 29 ottobre 2012, nella seduta n. 823
PARDI - Al Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca. -
Premesso che, per quanto risulta all'interrogante:
il 30 novembre 2011 viene pubblicato in Gazzetta Ufficiale il nuovo statuto dell'Università degli studi di Catania, adottato dal Senato accademico con 21 voti favorevoli, 5 contrari e 2 astensioni. Il 25 gennaio 2012 il Ministero dell'istruzione, università e ricerca ha presentato ricorso al Tar contro l'Università ritenendo che la carta statutaria, i decreti rettorali che ne sanciscono l'emanazione e la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale, nonché la delibera con cui ne è stato adottato il testo, fossero palesemente illegittimi e meritassero di essere sospesi;
già il 24 novembre 2011 il Ministero aveva inviato all'università di Catania una nota, a firma del direttore generale dell'università Daniele Livon, in cui veniva fatta esplicita richiesta di revisione più o meno parziale di 18 dei 43 articoli dello statuto. I rilievi mossi dal Ministero riguardavano aspetti centrali del funzionamento dell'università e del sistema di pesi e contrappesi che dovrebbe regolare le relazioni tra i suoi organi di governo. Nello specifico riguardavano l'esercizio autoritario dei poteri di disciplina, la decadenza del Senato accademico in caso di sfiducia nei confronti del rettore, la quantità e la qualità di rappresentanza negli organi del personale tecnico-amministrativo e degli studenti e, infine, le modalità di composizione del consiglio d'amministrazione, affidate quasi esclusivamente alle mani del rettore;
con la rettorale del 30 gennaio 2012, protocollo n. 6414, il rettore Antonino Recca informava che, nonostante il ricorso del Ministero, sarebbe stata data piena attuazione al nuovo statuto e che, a prescindere dalla concessione o meno della sospensiva dal parte del Tar, le elezioni delle componenti elettive in seno agli organi statutari si sarebbero tenute regolarmente;
il 31 gennaio 2012 l'ex preside della facoltà di Giurisprudenza, il professor Vincenzo Di Cataldo, inviava al Rettore una lettera accorata nella quale lo invitava a fare un passo indietro considerando questo gesto come un segno di grande saggezza e sottolineando come il procedere con l'attuazione dello statuto contestato agevolasse la posizione processuale del Ministero di fronte al Tar rispetto alla richiesta di sospensiva;
il 24 febbraio il Tar si esprimeva invece a favore dell'Ateneo, non tanto per questioni di merito quanto perché ritenne che i rilievi mossi dal Ministero fossero stati espressi oltre il termine perentorio di 120 giorni entro i quali l'amministrazione avrebbe dovuto espletare i suoi poteri di controllo. La sostanza però non cambia e i profili di illegittimità individuati rimangono ad oggi gli stessi: lo statuto non rispetta una serie di pesi e contrappesi necessari, concedendo di fatto al Rettore troppi poteri di nomina;
l'art. 2, comma 1, lettera i), della legge 30 dicembre 2010, n. 240, disciplina in modo particolarmente dettagliato la cosiddetta governance delle università statali prevedendo, tra le altre cose, la designazione o scelta degli altri componenti del Consiglio di amministrazione secondo le modalità previste dallo statuto, tra candidature individuate, anche mediante avvisi pubblici, tra personalità italiane o straniere in possesso di comprovata competenza in campo gestionale ovvero di un'esperienza professionale di alto livello con una necessaria attenzione alla qualificazione scientifica culturale. Non viene data dunque alcuna indicazione su chi debba operare la "designazione o scelta" dei membri del consiglio di amministrazione;
il 16 marzo il Rettore rendeva nota la composizione del nuovo consiglio di amministrazione dell'Università di Catania. Secondo quanto previsto dall'articolo 8 del nuovo statuto 8 dei 10 membri del CdA (3 esterni e 5 interni) sono stati scelti da Antonino Recca. Sembrano dunque ampiamente condivisibili le parole di commento, come risultano all'interrogante, del professor Giacomo Pignataro, docente della facoltà di economia, ex direttore della scuola superiore e membro uscente del consiglio di amministrazione: "Chi controlla chi governa se è lui stesso a nominarlo?";
risulta all'interrogante che il 23 aprile 2012 il professor Di Cataldo riceveva l'avviso di un procedimento disciplinare avviato dal Rettore e, considerando molto gravi le contestazioni rivolte, trasmetteva i documenti di "accusa" all'intero dipartimento riservandosi di diffondere, in tempi brevi, le sue controdeduzioni. Come reazione il Rettore informava tutto l'ateneo dell'azione disciplinare contro l'ex preside favorendo il sorgere di un dibattito pubblico fra l'accusato ed il Rettore. È parere dell'interrogante che questo rappresenti da parte del Rettore un abuso dello strumento disciplinare attribuito dall'art. 10 della legge n. 240 del 2010 che, nel caso specifico dell'ateneo catanese, sembra venire inteso come mezzo di ritorsione nei confronti di chi non risulta allineato alle scelte dei vertici;
il 25 maggio 2012 il consiglio di amministrazione approvava la "disciplina relativa alla procedura di concessione di spazi e locali di Ateneo, nonché il tariffario delle suddette concessioni". Secondo la delibera studenti e docenti, qualora vogliano utilizzare le strutture della propria università, sono obbligati a farne richiesta con due mesi d'anticipo al segretario amministrativo e pagare da un minimo di 250 ad un massimo di 2.000 euro nel caso in cui l'amministrazione ed il rettore ritengano, a loro insindacabile giudizio, che le attività non siano "direttamente rientranti " tra quelle istituzionali dell'ateneo;
nei primi giorni di settembre sono stati resi pubblici i nomi dei tre vincitori di un bando emesso il 23 maggio 2012 per individuare tre figure con esperienza nel campo del palinsesto, della produzione e della regia. Tra i vincitori risulta il dottor Severino Recca, fratello minore del Rettore. I tre consulenti dovrebbero gestire il nuovo canale telematico dell'università di Catania, una web TV costituita con fondi PON 2007-2013. Il dottor Severino Recca ha dichiarato di non voler essere pagato, ma rimane comunque evidente la colossale inopportunità etica e politica di una tale nomina;
il 17 settembre 2012 un'e-mail inviata a tutto l'ateneo da parte di Daniele Di Maria, chiede di appoggiare alle prossime elezioni regionali la candidata Maria Elena Grassi, moglie di Nino Di Maria, dipendente del Rettorato. Il mittente in questione sarebbe dunque il figlio della candidata e, ad aggravare la situazione, pare che l'e-mail sia stata inviata dal server dell'università e la diffusione del messaggio elettorale estesa alle caselle di posta elettronica degli studenti. Tali indirizzari, in possesso dell'ateneo, sono tutelati dalla normativa sulla privacy, per cui la Procura della Repubblica ha avviato un'inchiesta dove il reato ipotizzato è quello di utilizzo illecito di dati personali. Risulta all'interrogante che il Rettore si sia limitato a liquidare la questione come "una ragazzata",
si chiede di sapere:
se il Ministro in indirizzo, in considerazione di quanto esposto in premessa e dell'aumentare dei contenziosi di fronte al Tar aventi ad oggetto gli statuti delle università, non ritenga opportuno attivarsi, per quanto di sua competenza, al fine di modificare o se non altro chiarire la normativa relativa agli strumenti di governance delle università statali;
se e quali iniziative intenda intraprendere al fine di tutelare il diritto degli studenti ad usufruire degli spazi universitari e garantire quindi il ritorno ad una concezione di università quale luogo di libera condivisione dei saperi;
se non intenda approfondire e verificare, per gli aspetti di propria competenza, le anomalie descritte con particolare riferimento alla nomina dei consulenti che dovranno gestire il nuovo canale telematico dell'università di Catania e l'utilizzo improprio degli indirizzari dell'ateneo.