Legislatura 16 Atto di Sindacato Ispettivo n° 3-02772

Atto n. 3-02772 (in Commissione)

Pubblicato il 3 aprile 2012, nella seduta n. 704
Svolto nella seduta n. 389 della 7ª Commissione (26/06/2012)

GIAMBRONE - Al Ministro per i beni e le attività culturali. -

Premesso che:

risulta all'interrogante che, presso la Fondazione Teatro Massimo di Palermo, un gruppo di ballerini precari stia vivendo, da mesi ormai, una situazione di insopportabile disagio;

nel mese di dicembre 2011 infatti, per la prima volta nella storia delle fondazioni lirico-sinfoniche, il corpo di ballo ha deciso, con profondo rammarico, di scioperare per l'intera produzione del balletto "Schiaccianoci" (7 rappresentazioni programmate dal 20 al 23 del medesimo mese);

tale atto estremo è stato deciso con forte sofferenza e con il timore che il pubblico non riuscisse a comprendere tale gesto, nonostante detto corpo di ballo per ben sei anni abbia subito soprusi e finti discorsi propagandistici da parte della direzione dell'Ente. Ente che, anche e soprattutto grazie al lavoro del corpo di ballo, è stato risanato;

il corpo di ballo è composto da soggetti i quali hanno superato varie audizioni, oltre ad essere impegnati in tutte le produzioni del teatro da oltre 10 anni, rinunciando a contratti di lavoro con altri enti, per rispondere positivamente alla chiamata del Teatro Massimo di Palermo che, per contro, non ha mai pubblicato una programmazione del lavoro su base annuale;

detto corpo di ballo ha fortemente creduto nella possibilità che Palermo potesse, dopo la riapertura del Massimo, rivivere il teatro come luogo di cultura e spazio per coltivare l'esercizio della danza a un livello di professionalità adeguato a questa forma d'arte;

i precari di detto corpo di ballo, dal 2001 - anno a cui risale l'ultima stabilizzazione - hanno accettato di sostenere ulteriori sforzi, non dovuti, anche con produzioni non prevedenti i cosiddetti doppi ruoli o i sostituti, pur di contribuire a contenere i costi al fine del risanamento dell'Ente, continuando a sperare in un lavoro stabile;

considerato che:

nonostante l'impegno profuso sopradescritto, malgrado il persistere del blocco delle assunzioni, grazie ad accordi sindacali raggiunti, circa 200 lavoratori intermittenti, aventi diritto o collaboratori, hanno guadagnato la dignità di lavoratori stabili, ma tra loro non figura neppure un ballerino;

la partecipazione del corpo di ballo, oltre che per le precipue attribuzioni, è da ritenersi essenziale alla realizzazione degli allestimenti;

negli ultimi mesi le porte del teatro si sono chiuse dopo la protesta: le sale, da sempre inadeguate, si sono di colpo svuotate degli aventi diritto, le produzioni in cartellone pare stiano cambiando. Risulta all'interrogante che il "Don Chisciotte", previsto dal 19 al 22 aprile, prodotto dal Teatro Massimo, stia per essere affidato ad una compagnia ospite;

ritenuto che:

la scelta di esternalizzare il corpo di ballo, comunicata dalla direzione il 9 dicembre 2011, sia oggettivamente inqualificabile;

il ruolo della danza all'interno delle fondazioni lirico-sinfoniche debba rimanere centrale, considerando i risultati di pubblico e di bilancio una premialità, utile sia ad una gestione consapevole di un ente pubblico, sia come incentivo a produrre nuovi spettacoli o nuove forme di approccio al pubblico;

al contrario di quanto sopra esposto, il Teatro Massimo di Palermo sia stato di fatto declassato da ente di produzione a centro di distribuzione, da fucina per le idee e la creazione artistica a semplice luogo di rappresentazione;

lo smembramento delle maestranze a servizio della produzione ed il ricorso sempre più massiccio alle compagnie ospiti abbiano innescato un più marcato distacco tra il teatro e la gente, facendo sì che assistere ad un evento culturale si limiti ormai alla sua visione, e non sia partecipazione ad esso;

l'intera vicenda sia estremamente negativa, vista la rilevanza culturale dell'ente di cui trattasi, oltre a non corrispondere ad una politica culturale che non può prescindere dal vedere in un ente lirico una industria culturale;

ritenuto inoltre che:

una fondazione lirico-sinfonica abbia ragione d'essere anche quale centro di distribuzione, solo dopo essere certi del fatto che la produzione di spettacoli in un teatro non rappresenti un'attività di semplice intrattenimento ovvero un'operazione di marketing pubblicitario, come ad esempio una produzione televisiva;

il pubblico, non solo palermitano, del Teatro Massimo sia, nonostante le vicende narrate, partecipe di un momento culturale costante perché vivo, ovvero partecipante alla creatività del Teatro medesimo,

si chiede di sapere quali concrete e repentine azioni il Ministro in indirizzo intenda porre in essere al fine di risolvere l'attuale incapacità della Fondazione di cui in premessa di attivare un ciclo virtuoso di promozione culturale ed economica, nel quale la medesima Fondazione dovrebbe avere un ruolo di assoluto rilievo.