Legislatura 16 Atto di Sindacato Ispettivo n° 4-06835
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Atto n. 4-06835
Pubblicato il 9 febbraio 2012
Seduta n. 673
LANNUTTI - Ai Ministri dell'interno, per gli affari regionali, il turismo e lo sport e per la coesione territoriale. -
Premesso che:
si apprende da notizie di stampa che l'azienda municipalizzata Ama di Roma assume altri manager contravvenendo alle indicazioni del Campidoglio, che ne è azionista unico. Il 27 luglio 2011, infatti, il segretario generale del Comune di Roma, Liborio Iudicello, aveva richiesto a tutte le municipalizzate il fermo delle assunzioni;
scrive "il Fatto Quotidiano" del 4 febbraio 2012: «Il 10 gennaio scorso, lo storico ex d.g. dell'Amsa (l'azienda dei rifiuti di Milano), Salvatore Cappello, arrivato da pochi mesi, insieme ad un altro ex manager dell'azienda partecipata del Comune di Milano, Riccardo Caminada, per sostituire Franco Panzironi (oggi alla guida di un'altra municipalizzata, "Roma Multiservizi") alla gestione dei rifiuti della Capitale, affida alla Spencer Stuart Italia Srl (società di consulenza attiva nella ricerca dei "migliori dirigenti in tutto il mondo") il compito di ricercare e selezionare due nuovi direttori: uno per il settore risorse umane ed un altro per il settore acquisti. Eppure la lettera del segretario generale di Roma Capitale parlava chiaro: "nessun nuovo ingresso in organico se non preventivamente concordato con questo ente". Le due aeree da 'riabilitare' con l'arrivo di nuovi manager, inoltre, potrebbero forse non essere le più indicate per un'azienda in grave dissesto finanziario, come Ama. Passano tre giorni e il segretario generale Iudicello è 'costretto' a prendere nuovamente carta e penna per ricordare all'a.d. Ama la contrarietà di Roma Capitale "all'ingresso di nuovo personale" espressa a fine luglio e "rafforzata dalla legge 14 settembre 2011 n.148, che impone un ulteriore sforzo di razionalizzazione e contenimento dei costi". (...) Il consigliere Athos De Luca però non ci sta. "Inaccettabile - dice - che tutto ciò accada in una azienda allo sfascio e con un debito che ammonta a svariate centinaia di milioni". E attacca "attraverso l'incarico ad una società esterna si vogliono selezionare figure dirigenziali legate al mondo di Comunione e Liberazione e al governatore Formigoni, con cui Alemanno intrattiene rapporti". Guarda caso anche Cappello proviene dallo stesso movimento fondato da Don Giussani. Sbottano anche i sindacati: "Ci comunicano tagli economici e ristrutturazioni, ancora sacrifici (che avrebbero dovuto fare tutti) per rilanciare l'azienda - dice Alessandro Bonfigli, segretario della Fit-Cisl - e ora scopriamo che pensano prima a premiarsi e poi ad aumentarsi gli stipendi". E gli operatori (netturbini e conducenti degli autocompattatori)? Premiati anche loro: chi con 200 euro lorde e chi addirittura con 6. Già proclamato lo stato di agitazione a partire dal prossimo 15 febbraio fino al 3 aprile, con assemblee quotidiane in tutte le unità operative. Nelle prossime settimane dunque, dopo la neve, Roma potrebbe trovarsi coperta dai rifiuti. Intanto spetterà ancora alla Corte dei Conti indagare. Pochi giorni fa il rappresentante del Pd capitolino ha presentato all'organo collegiale una denuncia. Per i vertici di Ama, si potrebbe configurare l'ipotesi di danno erariale con abuso d'ufficio e violazione di legge (di stabilità)»;
considerato che come riporta un articolo di "la Repubblica" del 27 gennaio Salvatore Cappello «questo mese avrebbe elargito tra i 4 e gli 8mila euro "una tantum" a tutti i dirigenti (una trentina) e tra i mille e i 2mila euro a quasi tutti i quadri (43 su 54). Con il capo delle relazioni industriale Bronzetti che ha pure ricevuto un aumento a vita di 13mila euro. Premi attribuiti in base ai risultati ottenuto nel 2010. Peccato che proprio quell'anno Ama chiuse con un utile trascurabile, circa 1,6 milioni, frutto non tanto dell'alacre lavoro del management, quanto dell'aumento della tariffa (che fece incassare 110 milioni) e della rateizzazione a lungo termine del debito con le banche: la bellezza di 688 milioni. Non solo. Al contrario di quanto promesso all'indomani dell'inchiesta sulle "assunzioni facili", Cappello avrebbe anche confermato tutti i trattamenti ad personam accordati in passato agli "amici" entrati in azienda nell'era Alemanno: godono di un superminimo di 3.500 euro in busta paga l'ex neofascista Stefano Andrini, rimasto dirigente nonostante le dimissioni da AmaServizi; il collaboratore del sindaco Luca Panariello, già uomo staff in Campidoglio, poi arruolato in Ama e subito distaccato a Palazzo Senatorio, senza aver mai lavorato un giorno solo in azienda; Fabrizio Mericone, rampelliano di ferro. Poco meno prenderebbero invece Giancarlo Santinelli (3.400 euro) e Patrizia Caracuzzi (3.300), entrambi provenienti dall'Unire, a lungo guidato da Franco Panzironi; Fabio Fumelli (3.400), che fu allontanato dal centrosinistra e poi ripreso dal centrodestra»;
considerato inoltre che nel 2010 scoppiava lo scandalo Parentopoli, ovvero del presunto mega giro di assunzioni di figli, amici e parenti, di assessori, consiglieri e quanti altri frequentano le "stanze dei bottoni" del Comune di Roma. La vicenda ruota intorno alle oltre 2.000 assunzioni in Atac ed Ama, molte delle quali, a quanto risulta all'interrogante, avvenute con chiamata diretta di persone legate da rapporti familiari o politici ad esponenti del centro-destra locale, a dirigenti aziendali e sindacalisti. Nel ciclone sono finiti tanti nomi, dai capiscorta di Alemanno, all'amministratore delegato di Ama Panzironi, accusato di aver fatto assumere parenti strettissimi, fino all'assessore Marchi e l'ex capogruppo del Pdl Rossin,
si chiede di sapere:
se risulti al Governo quanto illustrato in premessa e quali siano le valutazioni per gli aspetti di propria competenza;
quali iniziative, nelle opportune sedi di competenza, intenda assumere al fine di impedire il persistere di gestioni scellerate di aziende pubbliche, in particolare dell'azienda Ama dove, come se lo scandalo di Parentopoli non fosse mai esploso, come se la municipalizzata fosse un'azienda florida anziché oberata di debiti, come se Roma fosse una città modello di pulizia, ci si prende la libertà di allargare l'organico con sistemi clientelari e premiare i manager di Parentopoli, mentre la raccolta differenziata è ferma, gli obiettivi indicati nel piano regionale rifiuti sono irraggiungibili e la riorganizzazione proposta dall'azienda chiede sacrifici solo ai lavoratori più deboli;
quali iniziative di competenza intenda intraprendere presso l'amministrazione comunale di Roma al fine di porre rimedio alla cattiva gestione delle aziende capitoline ad avviso dell'interrogante sempre più ostaggio di assunzioni pilotate, appalti poco trasparenti e deficit da capogiro, che pesano sulle spalle dei cittadini attraverso i pesanti disservizi che ogni giorno devono patire.