Legislatura 16 Atto di Sindacato Ispettivo n° 4-06533

Atto n. 4-06533

Pubblicato il 10 gennaio 2012
Seduta n. 652

CAMBER - Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. -

Premesso che:

le associazioni di categoria hanno proclamato lo sciopero degli autotrasportatori merci dal 23 al 27 gennaio 2012;

tale decisione scaturisce dalla mancata convocazione, da parte del Governo, dei rappresentanti degli autotrasportatori nell'ambito dell'adozione di provvedimenti che, ad avviso degli operatori, compromettono la competitività del settore e ne aggravano irrimediabilmente i costi, mettendo così i vettori italiani fuori mercato;

in particolare si sottolinea l'aumento esponenziale del costo del gasolio, cresciuto nel corso del 2011 del 28 per cento, l'aumento delle giornate nelle quali è vietata la circolazione dei mezzi pesanti, la mancata mensilizzazione del recupero delle accise, gli aumenti dei premi assicurativi, dei pedaggi autostradali, il rischio della cancellazione dei costi per la sicurezza e la liberalizzazione normativa per le imprese con veicoli di piccola portata;

tale situazione aggrava pesantemente, in particolare per le imprese del Friuli-Venezia Giulia, una situazione lavorativa ed occupazionale già drammatica dovuta alle problematiche scaturenti dalla concorrenza delle imprese straniere dell'Est europeo che svolgono attività di cabotaggio nel nostro Paese a costi d'esercizio molto più favorevoli e quindi a tariffe decisamente inferiori a quelle praticate (e praticabili) dalle imprese italiane;

poco prima delle festività natalizie alcune associazioni di settore, in seno a Confindustria, hanno presentato un ricorso al TAR del Lazio per cancellare i costi della sicurezza, indebolendo così ulteriormente l'autotrasporto italiano,

si chiede di sapere:

quando si intenda convocare un "tavolo" di confronto fra Governo e rappresentanti delle associazioni di categoria dell'autotrasporto su strada (così scongiurando lo sciopero che avrebbe ricadute pesanti su molti settori dell'economia del Paese) per dare riposte concrete ai gravi problemi del settore che evidentemente comportano gravi ricadute per i lavoratori e le loro famiglie, in particolare per quelli del Friuli-Venezia Giulia che già subiscono le ricadute fortemente negative scaturenti dalla concorrenza delle imprese d'autotrasporto dell'Est europeo;

se, in tale contesto brevi il Governo intenda rapidamente adottare quelle regole (minimali e a costo pressoché nullo per il bilancio dello Stato) che consentano ai vettori italiani di operare nella legalità e con professionalità, in particolare confermando la vigenza, in quali tempi auspicabilmente dei costi di sicurezza, necessari per garantire l'incolumità dell'utenza stradale ed un corretto rapporto fra committenti e vettori.