Legislatura 14 Atto di Sindacato Ispettivo n° 4-03923
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Atto n. 4-03923
Pubblicato il 20 febbraio 2003
Seduta n. 338
MUZIO. - Al Ministro delle attività produttive. -
Premesso che:
la mattina del 18 febbraio scorso l'Istat (Istituto Nazionale di Statistica) comunicava l'indice dei prezzi al consumo del mese di gennaio, fissandolo al 2,7%;
successivamente, nel corso di una conferenza stampa, i rappresentanti dell'Intesa dei consumatori affermavano che "probabilmente l'Istat manipola i dati", spiegando che l'Istituto Nazionale di Statistica aveva calcolato nel dato di gennaio una diminuzione della spesa dei medicinali(-3,5%) prima che questa si verificasse davvero, aggiungendo che il decreto che riorganizza il prontuario farmaceutico è entrato in vigore il 16 gennaio 2003 e che l'Istat fa i conti il 15 di ogni mese, anticipando di fatto nei suoi conti gli effetti del decreto;
nel pomeriggio dello stesso giorno l'Istat ammetteva l'errore, esattamente per le ragioni illustrate e anticipate dalle associazioni dei consumatori nella conferenza stampa di cui sopra, fornendo il nuovo dato sull'inflazione a gennaio che registra un aumento del 2,8% annuo (2,7% era invece il dato indicato nella mattinata);
alcune associazioni di consumatori ritengono che si configuri un reato, ma ciò che è accaduto è molto grave, tanto più perché avviene proprio dopo l'ondata di polemiche sull'inflazione percepita e quella ufficiale;
l'aumento dei prezzi è un dato evidente, sotto gli occhi di tutti gli italiani che provano sulla loro pelle gli esiti di questi problemi e, come dimostra l'episodio in oggetto, ancora ci si ostina a rifiutarlo, mentre il sistema generale preferisce ragionare su un'idea di società virtuale piuttosto che di società reale,
l'interrogante chiede di sapere se, non si ritenga opportuno intervenire al fine di fare chiarezza sui dati macroeconomici e far conoscere quali siano i provvedimenti e gli atti concreti che il Governo sta mettendo in atto e intende attuare dal punto di vista politico, utili ad invertire radicalmente l'impennata inflattiva che penalizza salari, stipendi e pensioni.