Legislatura 16 Atto di Sindacato Ispettivo n° 1-00417

Atto n. 1-00417 (procedura abbreviata)

Pubblicato il 5 maggio 2011, nella seduta n. 550
Esame concluso nella seduta n. 571 dell'Assemblea (22/06/2011)

BERTUZZI , DI GIOVAN PAOLO , PIGNEDOLI , ANDRIA , ANTEZZA , MONACO , MONGIELLO , PERTOLDI , RANDAZZO , ADAMO , AGOSTINI , ARMATO , BAIO , BARBOLINI , BASTICO , BIANCO , BLAZINA , BUBBICO , CARLONI , CAROFIGLIO , CASSON , CECCANTI , CHIAROMONTE , CHIURAZZI , DE SENA , DELLA SETA , D'UBALDO , FERRANTE , FILIPPI Marco , FIORONI , FOLLINI , FONTANA , FRANCO Vittoria , GARAVAGLIA Mariapia , GASBARRI , GHEDINI , GIARETTA , GRANAIOLA , INCOSTANTE , LIVI BACCI , MARCENARO , MARCUCCI , MARINO Ignazio , MARITATI , MERCATALI , MICHELONI , MOLINARI , NEGRI , NEROZZI , PASSONI , PERDUCA , PORETTI , RANUCCI , ROILO , ROSSI Paolo , SANNA , SCANU , SOLIANI , STRADIOTTO , TEDESCO , TONINI , VIMERCATI , VITA , VITALI , ZAVOLI , CERUTI , AMATI , MAGISTRELLI , MARINARO , DEL VECCHIO , CHITI , MAZZUCONI

Il Senato,

premesso che:

il cibo rappresenta un elemento centrale della vita degli individui e delle comunità, per i suoi significati materiali, simbolici, rituali e religiosi, e la sua disponibilità per tutti costituisce un diritto fondamentale e un parametro imprescindibile dello sviluppo umano;

il primo degli otto obiettivi di sviluppo del millennio, stabiliti dall'Assemblea generale delle Nazioni Unite nel 2000 e da raggiungere entro il 2015, è quello di ridurre della metà il numero di persone che soffrono per la mancanza di cibo e vivono con meno di un dollaro al giorno;

tale obiettivo resta ancora lontano mentre il numero delle persone denutrite ammonta a circa un miliardo, con un incremento di 150 milioni negli ultimi due anni, perché molti Paesi in via di sviluppo non sono ancora riusciti a dotarsi di politiche efficaci e piani che possano aumentare gli investimenti e promuovere il diritto all'alimentazione per i propri cittadini;

i cambiamenti climatici, che rendono meno assorbibili gli incidenti ambientali estremi come siccità, incendi, inondazioni e dissesti, l'aumento e la volatilità a livello globale del prezzo del cibo, ben oltre ogni record del passato, spesso non contrastato in tempo e in misura seria da Governi e istituzioni nazionali e internazionali, e l'azione dissennata della speculazione hanno fatto sì che, negli ultimi anni, altre decine di milioni di persone siano di nuovo cadute in povertà e che, nel prossimo futuro, vi sia il rischio di una crescita ulteriore degli affamati nel mondo;

tenuto conto che:

tra le cause dell'innalzamento dei prezzi degli alimenti va considerata innanzitutto la lievitazione della domanda di petrolio, necessario allo sviluppo economico dei Paesi emergenti, poiché tale aumento ha reso generalmente più costoso l'utilizzo dei carburanti per le macchine nei processi agricoli;

un'altra causa dell'ascesa dei prezzi delle commodities agricole è il mutamento dei modelli di consumo nelle fasce più ricche della popolazione dei Paesi emergenti, con una maggiore presenza della carne nella dieta alimentare, e il conseguente aumento della domanda di pollame, bovini, suini, eccetera; per allevarli è, infatti, necessaria una grande quantità di mangime, a cui segue l'aumento della domanda di grano e di altri cereali;

motivo d'innalzamento dei prezzi degli alimenti è, inoltre, la crescita delle superfici precedentemente dedicate a coltivazioni alimentari, per produrre bietole e canna da zucchero da utilizzare poi nella produzione di biocarburanti, e la destinazione di grano e mais a questo nuovo uso, diverso da quello alimentare;

l'incremento dei prezzi delle derrate sta, infine, spingendo all'acquisto di enormi appezzamenti di terra negli Stati più poveri da destinare a coltivazione ad opera delle economie sviluppate, determinando problemi che potrebbero influire negativamente nei processi di crescita di quei Paesi e concorrere al mantenimento delle condizioni di povertà e fame;

l'aumento dei prezzi del cibo è stata successivamente una delle cause che hanno portato alle recenti rivolte avvenute nei Paesi del Nord Africa e del Medio Oriente; rivolte che, quando hanno investito Paesi produttori di energie fossili, come nel caso della Libia, hanno prodotto reazioni a catena in quanto gli elevati prezzi delle derrate spingono in alto i prezzi dei carburanti e questi a loro volta quelli degli alimenti, in un processo autosostenuto;

considerato che:

tale situazione complessa intorno alle problematiche del cibo tenderà ulteriormente ad aggravarsi, come indicato sia dall'OCSE che dalla FAO, se non si determinerà una maggiore attenzione e senso di responsabilità della comunità internazionale per guidare i processi in atto;

dinanzi alla necessità di introdurre nuove responsabilità sociali nelle relazioni economiche, determinante appare il contributo che l'agricoltura può dare in quanto produttore di cibo, per le sua valenza territoriale e per le funzioni ambientali a cui assolve, oltre che per l'importanza che riveste come fonte primaria di reddito e cibo nei Paesi alle prese con le crisi economiche e politiche citate;

si va sempre più diffondendo una nuova cultura del cibo locale come uno dei pilastri su cui costruire condizioni sostenibili di vivibilità e abitabilità dei territori, nonché nuove relazioni tra agricoltori e cittadini e tra spazio rurale e spazio urbano; tuttavia, tale approccio potrà esprimere la sua capacità di innovazione sociale se verrà inteso non in modo autarchico, bensì in modo fortemente interconnesso con la dimensione globale del cibo, sia con le possibilità e opportunità che essa offre che con le contraddizioni che essa apre: accesso al cibo per tutti, liberalizzazione dei mercati, riconoscimento reciproco e tutela delle diversità agroalimentari, domanda crescente di partecipazione nei Paesi in via di sviluppo, intensificazione dei flussi migratori, nuove frontiere tecnologiche, sostituzione di energia fossile con quella rinnovabile, eccetera;

si pone l'esigenza di superare l'attuale divisione tra i Paesi donatori, che gestiscono da soli l'Aquila food security initiative (AFSI), l'iniziativa per la sicurezza alimentare de L'Aquila per assistere i programmi di investimento governativi, e i Paesi poveri, che agiscono invece attraverso il nuovo Global agriculture and food security programme (GAFSP), programma per l'agricoltura e la sicurezza alimentare, gestito con un fondo fiduciario della Banca mondiale, e di attuare concretamente la riforma della Committee on world food security (CFS), il Comitato per la sicurezza alimentare mondiale, facendolo diventare un'effettiva tribuna internazionale per l'agricoltura, la sicurezza, la nutrizione e una rinnovata cooperazione allo sviluppo,

impegna il Governo ad attivarsi in Europa e nell'ambito delle relazioni internazionali per costruire una politica globale del cibo, che abbia le seguenti finalità:

che promuova una profonda evoluzione culturale e politica capace di dare nuovo valore e centralità al cibo come questione che riguarda non solo i produttori ma l'insieme dei cittadini e delle comunità;

che sia in grado di migliorare e rendere coerente un'azione d'insieme in un contesto sempre più complesso e denso di rischi e di opportunità, mediante la costituzione di una partnership globale sui temi dell'agricoltura, della sicurezza alimentare, della nutrizione e della cooperazione, superando le attuali divisioni e sovrapposizioni;

che rilanci le istituzioni internazionali, scongiurando il ritorno a politiche neo-protezionistiche e bilaterali;

che promuova la conoscenza e l'innovazione come motori dello sviluppo competitivo, garantendo un intervento pubblico che punti a favorire la ricerca pubblica e a rendere praticabili i costi dell'accesso all'innovazione;

che rafforzi il quadro giuridico internazionale sul reciproco riconoscimento dei sistemi di protezione della qualità dei prodotti agroalimentari per combattere il fenomeno dell'agropirateria;

che introduca un intervento regolativo sui mercati finanziari orientato a proteggere un bene essenziale come il cibo dalle mire speculative;

che fissi le linee guida sugli investimenti riguardanti l'utilizzo dei terreni agricoli per arginare il fenomeno della depredazione della terra da parte delle economie sviluppate, sullo sviluppo rurale per promuovere la diversificazione delle attività economiche e il welfare locale e sulle strategie per stabilizzare i mercati alimentari globali e l'estrema volatilità dei prezzi agricoli;

che coordini i sistemi d'incentivazione delle diverse fonti energetiche rinnovabili al fine di trovare il giusto equilibrio tra il bisogno di disporre di energia a basso costo per la ripresa economica, la necessità di uno sviluppo sostenibile, a cui le agroenergie danno un contributo straordinario, e l'esigenza di assicurare il diritto al cibo, che mal si concilia con la sottrazione di terreno fertile per finalità agroenergetiche;

che colga l'occasione di Expo 2015 dedicata al tema "Nutrire il pianeta, energia per la vita", in programma a Milano, non solo per rendere visibili la creatività e la capacità innovativa dei singoli sistemi alimentari nazionali ma, soprattutto, per far emergere l'esigenza di una governance globale del cibo.