Legislatura 16 Atto di Sindacato Ispettivo n° 4-04389

Atto n. 4-04389

Pubblicato il 19 gennaio 2011
Seduta n. 488

LANNUTTI - Al Presidente del Consiglio dei ministri e ai Ministri dello sviluppo economico e dell'economia e delle finanze. -

Premesso che:

dal 19 dicembre 2010 è in onda sulle reti Rai, Mediaset, La7, Sky e canali satellitari uno spot dall'aria istituzionale volto a pubblicizzare il Forum nucleare italiano come luogo di discussione e dibattito sul tema dell'energia nucleare e della realizzazione di centrali atomiche in Italia;

lo spot, lanciato dal Forum nucleare con una spesa annunciata di 3 milioni di euro, raffigura una partita a scacchi con due uomini che fanno delle affermazioni sul nucleare e che fermano un orologio (tipico dei tornei di scacchi). L'uomo al termine dello spot si rivela essere "se stesso", ovvero la partita è stata tra le due parti di sé, le parti del "dubbio nucleare", del sì o del no. Lo spot si chiude con il quesito (rivolto allo spettatore) "E tu sei a favore o contro l'energia nucleare? O non hai ancora una posizione?" E si vedono poi, mentre la camera allarga, decine di partite a scacchi sul nucleare dove uomini e donne sfidano se stessi;

lo spot ha suscitato numerose critiche da parte di chi sostiene che esso sia solo apparentemente equilibrato ma che in realtà nasconda sottili tecniche per indurre lo spettatore a propendere a favore delle tesi pro nucleare. Alcune delle argomentazioni principali sono: 1) il colore degli scacchi: bianchi per la parte pro e neri per la parte contro il nucleare; il bianco rimanda psicologicamente al bene/giusto, il nero al male/sbagliato; 2) la voce fuori campo: piacevole e suadente quella che proferisce le affermazioni pro, meno piacevole e più dura quella contro; 3) l'ultima mossa sulla scacchiera a favore della parte pro nucleare; 4) il dialogo è impostato in modo che ad ogni obiezione della parte contro corrisponda sempre una risposta plausibile della parte pro che ha l'effetto di chiudere il discorso; 5) il giocatore contro usa frasi brevi e semplicistiche, il giocatore pro argomenta maggiormente le proprie affermazioni, con l'esito che il primo fa la figura del solito "contro a tutto a prescindere";

secondo quanto commentato da Greenpeace l'11 gennaio 2011:«lo spot traveste da "argomento razionale" due evidenti bufale. Prima bufala: la gestione delle scorie. Nello scambio dei pro e contro, una voce si dice preoccupata del futuro, l'altra ribatte che le scorie prodotte sono quanto "una pedina a testa". La replica è che se si sommano le teste non è poi così poco. La voce pro conclude il batti e ribatti affermando che però "si possono gestire in sicurezza". Peccato che in nessuna parte del mondo, dopo 60 anni di sviluppo tecnologico - e dopo aver ricevuto la quota maggiore degli investimenti pubblici in ricerca e sviluppo energetico dei Paesi Ocse - questo miracolo sia ancora mai stato dimostrato. Seconda bufala: la voce contro ricorda che, per fare a meno delle fonti fossili, ci sono le energie rinnovabili. La voce a favore del nucleare ribatte che tra cinquant'anni potrebbero non bastare. Qui la menzogna è duplice. In primo luogo tra cinquant'anni anche l'uranio estraibile a costi calcolabili sarà agli sgoccioli. In secondo luogo, la possibilità tecnica ed economica di uno scenario energetico totalmente basato sulle rinnovabili non è solo una fantasticheria degli ambientalisti: ci sono analisi di fonte industriale e istituzionale che lo dimostrano possibile almeno su scala europea»;

a giudizio dell'interrogante lo spot sembra quasi una pubblicità progresso invece rasenta la pubblicità ingannevole perché dietro queste abili "mosse" comunicative si cela uno dei principali sponsor del ritorno del nucleare in Italia, il Forum nucleare italiano;

stando ad un articolo de "Il Fatto Quotidiano" del 5 gennaio 2011, e come si vede nella pagina dei soci del forum, tra i finanziatori della campagna pubblicitaria si troverebbero: Alstom, gruppo francese di costruzioni meccaniche impegnato, tramite la divisione Power, nel campo energetico;

Ansaldo Nucleare, società genovese del gruppo Finmeccanica che si occupa della costruzione di centrali nucleari di terza generazione;

Areva, colosso francese dell'energia nucleare che si occupa dell'intera filiera dall'estrazione dell'uranio allo stoccaggio delle scorie e decommissioning di miniere e centrali; Confindustria, associazione di categoria degli industriali italiani; E.On, società tedesca in campo energetico; EdF, principale produttore e distributore di energia in Francia; Edison, distributore di energia in Italia; Enel, principale distributore di energia italiano; Federprogetti, ramo di Confindustria dedicato all'impiantistica; FLAEI-CISL, divisione della CISL comprendente i lavoratori del ramo elettrico; GdF Suez, azienda energetica francese impegnata nel ramo gas e rinnovabili; Politecnico di Milano; La Sapienza, Università di Roma; Sogin, società pubblica italiana di gestione degli impianti nucleari; StratinvestRu Energy, società italo-russa di supporto alle aziende italiane in Russia; Techint, holding italo-argentina nel settore siderurgico ed energetico; Technip, gruppo francese specializzato nel settore petrolchimico e nel gas; Tecnimont, azienda di impiantistica nel settore energetico e infrastrutturale appartenente al gruppo Montedison; Terna, società che controlla la rete di distribuzione dell'energia elettrica ad alta ed altissima tensione in Italia; UILCEM, divisione della UIL comprendente i lavoratori del ramo elettrico; Università degli Studi di Genova; Università degli Studi di Palermo; Università di Pisa; Westinghouse, società statunitense specializzata nella costruzione di reattori nucleari;

come si evince dalla lista buona parte dei finanziatori del progetto è costituita da aziende che avrebbero ricavi economici importanti nel caso di un ritorno del nucleare in Italia;

inoltre, secondo quanto riporta "Il Fatto Quotidiano" relativamente agli amministratori del Forum, i dirigenti sono, oltre a Chicco Testa (ex deputato del Pci e del Pds, ex Presidente di Legambiente, Acea e dell'Enel, ora imprenditore in proprio), Bruno D'Onghia (capo in Italia dell'Edf, gigante elettrico nucleare francese), Karen Daifuku (nota lobbista internazionale del settore) e tre dirigenti dell'Enel: Giancarlo Aquilanti, Paolo Iammatteo e Federico Colosi;

anche in questo caso i nomi coinvolti non lasciano pensare al Forum nucleare italiano come ad un ambiente di riflessione indipendente sull'opportunità del ritorno all'atomo, quanto piuttosto ad uno spazio di indottrinamento e propaganda;

"Il Fatto" ricorda che il 9 novembre 1987, il deputato Chicco Testa, allora fervente ambientalista contro il nucleare in Italia, così commentava l'esito del referendum nucleare: "Il risultato è di grandissimo interesse politico. La battaglia è stata dura per i grossi interessi in campo";

pertanto a giudizio dell'interrogante risulta davvero difficile credere che lo spot possa essere soltanto un invito alla riflessione e alla formazione di un'opinione indipendente sul tema dell'energia nucleare. Appare piuttosto uno spot dichiaratamente a favore dell'uso del nucleare, e della tattica, consueta ormai in Italia, di far apparire una delle parti in campo come indice di neutralità, in modo da far percepire alla massa la richiesta di una vera neutralità alla stregua di una protesta,

si chiede di sapere:

se il Governo non ritenga che lo spot in questione non costituisca un reale invito alla discussione sul nucleare, senza propendere per l'una o l'altra fazione, ma un esempio di raffinata manipolazione dell'informazione espressione delle aziende che lo hanno commissionato interessate a realizzare il maggior numero di reattori atomici possibili;

se, alla luce dell'ingente somma investita per la realizzazione dello spot (operazione finanziata per milioni di euro dalle aziende filonucleari), la partecipazione di aziende pubbliche alla campagna pubblicitaria in questione non possa aver comportato un uso di denaro pubblico per favorire unicamente la lobby del nucleare cercando di convincere con pura propaganda la popolazione italiana della necessità di costruire centrali nucleari in spregio alle esigenze reali del Paese e al referendum del 1987 con il quale gli italiani bocciarono clamorosamente il nucleare in Italia;

chi pagherà i costi di questa propaganda, dato che le norme in vigore per il nucleare prevedono fondi pubblici per campagne informative e non per campagne di disinformazione pubblica;

se non intenda, ai sensi della legge n. 99 del 2009, provvedere ad una campagna di comunicazione di tipo istituzionale sulle tematiche dell'energia e dell'energia nucleare in particolare che possa informare correttamente i cittadini italiani sui relativi aspetti tecnologici, tecnici, ambientali, di sicurezza e che rappresenti in modo oggettivo, scientifico e con un'azione scevra da approcci ideologici, la realtà dell'energia nucleare, e ne svisceri vantaggi e svantaggi, eccellenze e difficoltà, in modo da consentire, a chiunque voglia farsi un'idea sul tema, di avere a disposizione tutti gli elementi per decidere da che parte stare, anche alla luce del recente quesito referendario promosso dall'Italia dei Valori e recentemente approvato dalla Corte costituzionale.