Legislatura 16 Atto di Sindacato Ispettivo n° 1-00362

Atto n. 1-00362

Pubblicato il 12 gennaio 2011, nella seduta n. 484
Ritirato

RUTELLI , PISTORIO , D'ALIA , VIESPOLI , RUSSO , BIANCHI , VALDITARA , BRUNO , MILANA , OLIVA , GUSTAVINO , SERRA , GIAI , POLI BORTONE , SBARBATI , SAIA , MENARDI , BALDASSARRI , CONTINI , DE ANGELIS , DIGILIO , GERMONTANI , PONTONE

Il Senato,

premesso che:

i fenomeni di intolleranza religiosa si stanno pericolosamente moltiplicando in diverse aree del mondo, e i terribili attentati di queste settimane nei confronti delle comunità cristiane in Egitto ed in Iraq rappresentano l'ultima e pericolosa sfida del terrorismo fondamentalista;

il messaggio del 1° gennaio 2011 di Benedetto XVI, relativo alla libertà religiosa, via per la pace, ha denunciato coraggiosamente la grave mancanza di libertà religiosa di cui soffrono gli uomini e in particolare proprio i cristiani in molti Paesi del vicino Oriente, ancora una volta vittime innocenti di una persecuzione che, in modi e in luoghi diversi, li costringe ad una sempre più massiccia diaspora dalle terre in cui vivono;

l'attentato alla cattedrale di Baghdad di poche settimane fa durante la celebrazione della santa messa e l'autobomba fatta esplodere di fronte alla chiesa copta di Alessandria d'Egitto nell'ultimo giorno dell'anno dimostrano chiaramente come l'obiettivo degli integralisti sia una vera e propria "pulizia etnica" dei cristiani dal Medio oriente; ovvero un'espulsione dalle terre mediorientali delle comunità cristiane che da oltre 2.000 anni le abitano;

l'intolleranza religiosa trova la sua origine in un fondamentalismo non contrastato adeguatamente da tendenze e subculture connotate da indifferenza e inaccettabili forme di relativismo. Violenza materiale e relativismo culturale sono diverse modalità con cui oggi si colpisce la libertà religiosa, uno dei primi e più importanti diritti dell'uomo, inviolabile per sua stessa natura. Mortificarla e calpestarla offende tutti i diritti umani e ferisce la persona nella sua concretezza e nella sua universalità;

sono aumentati in modo significativo dei veri e propri nuovi pogrom nei confronti di comunità cristiane anche nel nord della Nigeria, in Pakistan, in Indonesia ed altri Paesi. Nella Repubblica popolare cinese, il Governo ha intensificato in questi mesi la propria ingerenza negli affari religiosi, incrementando la repressione nei confronti della Chiesa cattolica clandestina e ordinando nuovi vescovi della cosiddetta Chiesa cattolica patriottica;

in questo crescente clima di odio e di intolleranza colpisce il silenzio delle organizzazioni internazionali, a cominciare dall'Organizzazione delle Nazioni Unite, e la flebile risposta dell'Unione europea. Si nota in modo stridente la mancanza di un'iniziativa forte e decisa da parte della diplomazia internazionale. L'ONU si dice costernata, ma non risulta aver preso iniziative di qualsiasi tipo. L'Occidente democratico assiste, pressoché muto, distratto, tra l'indifferenza e la rassegnazione, al massacro dei cristiani in Oriente, come se non ci si trovasse davanti ad un'intollerabile aggressione ai diritti umani. La cultura dei diritti umani stenta a trovare una voce forte ed autorevole che si schieri dalla parte della libertà religiosa, con energia e determinazione;

la laicità della Repubblica si esprime anche e specialmente nella tutela di tale valore essenziale nella vita di tutti i cittadini, perché uno Stato che tacesse davanti alla violazione di un diritto inviolabile se ne renderebbe immediatamente complice e perderebbe credibilità e autorevolezza. La pace è necessaria per lo sviluppo umano ed economico, ma proprio per questo occorre fondarla su un rinnovato rispetto per la libertà religiosa delle minoranze del mondo intero,

impegna il Governo:

a farsi carico con determinazione di uno dei diritti inviolabili dell'uomo, la libertà religiosa, fondamento di tutte le libertà, denunciando ogni forma di cristianofobia nei Paesi in cui i cristiani sono perseguitati;

a promuovere misure di prevenzione dell'intolleranza, attraverso la messa al bando di ogni forma di incoraggiamento del fanatismo e dell'odio religioso, sia in ambito educativo e culturale, sia attraverso i mezzi di comunicazione di massa;

a promuovere un'iniziativa in sede di Unione europea e in sede di Unione euro-mediterranea con l'obiettivo di compiere passi formali nei confronti di quei Paesi nei quali le minoranze religiose vengono minacciate o perseguitate sino ad impedire l'esercizio del diritto fondamentale della libertà di culto;

a promuovere in sede di Unione europea e di Unione euro-mediterranea un'iniziativa finalizzata all'adozione di un Libro bianco sulla libertà religiosa nel mondo per analizzare e far conoscere all'opinione pubblica il dramma delle persecuzioni religiose e per monitorare periodicamente lo stato della libertà religiosa nella comunità internazionale;

a rafforzare le politiche per la cooperazione internazionale, specialmente in Africa, mantenendo gli impegni multilaterali già assunti dall'Italia; promuovendo in sede di Unione europea e di Unione euro-mediterranea la definizione di linee guida sulla libertà religiosa alle quali condizionare le scelte di cooperazione allo sviluppo, favorendo in questo modo i Paesi che mostrano progressi nel campo della libertà religiosa e penalizzando i Paesi nei quali vengono alimentati o non contrastati l'odio e l'intolleranza;

ad affermare nelle relazioni internazionali il principio di piena reciprocità in materia di libertà religiosa, in particolare per quanto concerne l'edificazione dei luoghi di culto delle minoranze religiose;

a offrire il pieno sostegno, in particolare ai Governi dell'Egitto e dell'Iraq, nelle attività di intelligence e di indagine con l'obiettivo di consegnare alla giustizia i responsabili degli odiosi attentati di queste settimane contro le comunità cristiane;

a promuovere in sede Onu una conferenza internazionale sulla libertà religiosa, che consenta di avere un monitoraggio permanente delle persecuzioni religiose e per impegnare i diversi Stati ad intervenire tempestivamente nel contrasto e nella prevenzione dell'intolleranza e del fanatismo religiosi. Le numerose sfide, anche drammatiche, di questo nuovo anno vanno affrontate insieme: cristiani, musulmani, ebrei, credenti in altre fedi e non credenti nei Paesi sviluppati, nei Paesi emergenti e nei Paesi poveri, in modo anche di dare speranza alle nuove generazioni in ogni Paese;

a monitorare gli esiti del referendum in corso nel Sud del Sudan con particolare riferimento agli aspetti relativi alla sicurezza dell'area ed alla tutela delle comunità cristiane e non musulmane residenti nel Nord del Paese e, nel caso di voto favorevole alla separazione del Sud dal Nord con conseguente nascita di un nuovo Stato indipendente, a riconoscerlo immediatamente, aprendo una rappresentanza diplomatica nella capitale Juba e promuovendo una linea diretta di cooperazione economica e commerciale con le autorità del nuovo Stato.