Legislatura 14 Atto di Sindacato Ispettivo n° 4-01527
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Atto n. 4-01527
Pubblicato il 20 febbraio 2002
Seduta n. 126
MALABARBA. - Al Presidente del Consiglio dei ministri e ai Ministri delle infrastrutture e dei trasporti, dell'ambiente e della tutela del territorio e della giustizia. -
Premesso che:
con nota del 23 febbraio 2002 l’onorevole Nino Sospiri, sottosegretario di Stato, ha risposto ad una interrogazione sull’Autorità portuale di Catania; nella risposta non viene giustificata, né poteva esserla, la grave incompatibilità alla carica di presidente del su menzionato ente pubblico irregolarmente ricoperta da uno spedizioniere-agente che opera nello stesso porto di Catania, in aperto conflitto di interessi; la Corte dei conti ha giudicato nel 1999 la gestione della Autorità portuale di Catania «inefficiente ed inefficace». Aggettivi testuali che non lasciano luogo ad interpretazioni diverso dal loro significato come quelle tentate dall’onorevole Sospiri nella sua risposta all’interrogazione; la stessa risposta contiene il seguente passo: «le notazioni critiche testè formulate attengono a specifiche anomalie di fondamentale rilievo ... e prescindono perciò dal grado di capacità gestoria manifestata dagli attuali organi di vertice, ma le stesse non hanno impedito all’Ente il perseguimento ed il raggiungimento degli obiettivi istituzionali...», che altera marchianamente il passo testuale della Corte dei conti (pagina 37 rel. 28 dicembre 1999): «le notazioni critiche testè formulate attengono a specifiche anomalie genetiche di fondamentale rilievo, che investono le stesse prospettive di durata dell’Ente e prescindono perciò dal grado di capacità gestoria manifestata dagli attuali organi di vertice, le quali peraltro hanno prodotto i risultati che comunque avrebbero potuto essere assicurati – con minori costi – dai normali interventi dei competenti organi statali»; la insufficienza dei traffici mercantili nel porto di Catania che assommano a 2.700.000 tonnellate anziché al minimo di legge di 3 milioni dopo ben sette anni di gestione; la dichiarata ignoranza delle norme in vigore da parte dell’onorevole Sospiri e più precisamente del decreto del Presidente del Consiglio dei ministri n. 377/88 che esenta dalle Valutazioni di impatto ambientale, non gli strumenti di programmazione (come vorrebbe fare intendere l’esponente di Governo) bensì i progetti approvati prima del 1988, laddove risulta per la dichiarata ignoranza dei decreti del Presidente della Repubblica n. 1825 del 1961 e n. 684 del 1977 (la cui osservanza è stata ricordata persino dalla Corte dei conti a pagina 35 della sua relazione di controllo) che ha permesso la illegittima retrocessione, avvenuta il 25 gennaio 2000, di Demanio regionale per mano di un Sottosegretario al Ministero dei trasporti e navigazione anziché per decreto del Presidente della Repubblica; la dichiarata ignoranza della legge ambientale n. 431 del 1985 nel dichiarare «vigente» il PRP del porto di Catania, redatto nel 1978, piano che al contrario risulta del tutto ineseguibile per la presenza di un noto torrente protetto dalla stessa legge; la falsità ideologica della affermazione «Le aree demaniali marittime, che dal 25 gennaio 2000, sono gestite dall’Autorità portuale ... sono sempre state demanio stata le in quanto incluse come detto nel PRP vigente dal 1978.», risultando al contrario che le stesse aree furono assegnate al demanio costiero della Regione siciliana con il menzionato decreto del Presidente della Repubblica n. 684, con esattezza il 1º luglio 1977 (l’anno precedente il 1978), così come rilevato dalla Corte dei conti a pagina 35 della relazione di controllo impudentemente disconosciuta, si chiede di sapere: se sia ammissibile manipolare il testo della relazione della Corte dei conti per dedurre conclusione opposte a quelle effettive; se sia ammissibile dimostrare o peggio simulare completa ignoranza delle leggi dello Stato fino a concludere che siano legittime opere pubbliche che risultano invece abusive; quali siano le grandi imprese che intendano concorre o abbiano già concorso alla gestione e/o costruzione di tali opere nel porto di Catania; se intenda il Ministro delle infrastrutture commissariare senza altro indugio l’ente di gestione portuale di Catania, responsabile delle denunciate irregolarità; se intenda il Ministro guardasigilli accertare i motivi che hanno impedito alla Procura di Catania di reprimere la grave incompatibilità alla carica del presidente della Autorità portuale di Catania ed indagare sulle complicità di quanti, fra privati e pubblici funzionari, hanno permesso all’ente di gestione portuale in oggetto il compimento delle irregolarità denunciate.