Legislatura 16 Atto di Sindacato Ispettivo n° 4-04243

Atto n. 4-04243

Pubblicato il 7 dicembre 2010
Seduta n. 470

FERRANTE , DELLA SETA - Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. -

Premesso che:

con il decreto del Presidente della Repubblica 22 marzo 1974, n. 279, è stato previsto all'art. 3 che le funzioni concernenti il parco nazionale Stelvio fossero esercitate dalle due province e che la gestione unitaria fosse attuata con la costituzione di un consorzio tra lo Stato e dette province le quali per la parte di competenza provvedono con legge, previa intesa tra i tre enti;

successivamente con l'art. 35 della legge n. 394 del 1991 si è stabilito che l'intesa deve essere assunta anche con la Regione Lombardia. Con l'intesa raggiunta, il 27 marzo del 1992, tra il Ministero dell'ambiente, Regione Lombardia e le due province autonome si è concordato sulla costituzione del Consorzio di gestione, poi attuata con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 26 novembre 1993 e con la legge di recepimento regionale e con quelle provinciali;

in questo contesto normativo la Commissione dei 12 ha avuto il compito di istruire, e proporre al Governo che le approva, norme di attuazione dello Statuto delle province autonome. Dalla lettura dello Statuto emergerebbe, in via generale, essere prevista anche la facoltà di trasferimento di funzioni dallo Stato alle province autonome e quindi anche la gestione dei parchi nazionali;

in questo contesto un po' fumoso si apprende, il 30 novembre 2010, dalla lettura dell'Agenzia di stampa "Ansa", che il Presidente della terza Commissione legislativa del Consiglio della Provincia autonoma di Trento aveva chiesto il rinvio della trattazione, prevista per il 30 novembre 2010, in Commissione dei 12 della norma relativa alla provincializzazione del Parco nazionale dello Stelvio. Tale richiesta era motivata dall'esigenza di consentire al Consiglio della Provincia autonoma di Trento di comprendere la portata della proposta avanzata dalle due Province e in particolare da quella di Bolzano;

sempre il 30 novembre 2010, dalla lettura di una successiva notizia di stampa "Ansa", si apprende che non solo la richiesta del Presidente della terza Commissione legislativa del Consiglio della Provincia autonoma di Trento non è stata assolutamente presa in considerazione ma, fatto grave, che il parco nazionale dello Stelvio sarà gestito direttamente dalle Province autonome di Bolzano e di Trento e dalla Regione Lombardia, in collaborazione con i Comuni interessati. Lo prevede una norma d'attuazione, approvata dalla commissione dei 12 a Roma;

secondo la norma elaborata dalla commissione paritetica Stato-Regione che ora è stata inviata ai Ministeri competenti, per poi passare all'esame definitivo del Consiglio dei ministri, il personale del parco nazionale dello Stelvio passerà a una società di gestione, finanziata tramite l'Accordo di Milano che prevede un contributo delle Province autonome per i Comuni limitrofi. Nell'ente di coordinamento del parco sarà anche rappresentato il Ministero;

secondo Legambiente, questa norma d'attuazione mette a rischio l'integrità del parco nazionale e la tutela prevista da leggi nazionali per la più grande area protetta dell'arco alpino italiano, un bene naturalistico che da 75 anni è protetto come parco nazionale e che custodisce un patrimonio di foreste, pascoli e ghiacciai di valore straordinario, ben al di là degli stessi confini nazionali italiani. La sfida della conservazione della natura nella catena alpina - continua Legambiente - non ha bisogno di confini né di spezzettamenti amministrativi. Occorre, invece, saper guardare al valore che questa straordinaria regione montuosa racchiude, come fissato dalla Convenzione internazionale per la protezione delle Alpi, un accordo vincolante tra Stati nazionali e regioni confinanti ratificato dal nostro Paese nel 1999 ma di cui tutti sembrano essere inconsapevoli;

è grave che questo attacco all'unitarietà gestionale di un'area protetta importante per la tutela di habitat e specie prioritarie avvenga nell'anno internazionale della biodiversità;

ha ragione chi chiede un'azione di governo del Parco più efficace di quella che vi è stata finora, ma certamente lo spezzettamento del parco dello Stelvio non è la direzione per raggiungere questo obiettivo perché in questo modo non si otterrà, certo, una maggior tutela ma solo un lento e inesorabile declino del ruolo di un parco nazionale che, fino a oggi, nonostante i suoi molti oppositori, è riuscito a custodire ambienti e popolamenti di fauna e flora tra i più preziosi dell'intero arco alpino,

si chiede di conoscere:

se a quanto risulta al Ministro in indirizzo la Commissione dei 12 abbia tra i suoi compiti quello di istruire e proporre al Governo delle norme di settore, assolutamente specifiche, come la gestione dei parchi nazionali, che peraltro riguardano anche una Regione terza quale la Lombardia;

nel caso di risposta affermativa, come il Ministro in indirizzo intenda urgentemente intervenire per evitare che questo provvedimento possa significare una diminuzione degli attuali livelli di tutela di un'area ad alto valore ambientale;

quali azioni intenda intraprendere per difendere e potenziare l'integrità del parco nazionale dello Stelvio, che è la più grande area protetta dell'arco alpino italiano, un bene naturalistico che da 75 anni è protetto come parco nazionale e che custodisce un patrimonio di foreste, pascoli e ghiacciai di valore straordinario, ben al di là degli stessi confini nazionali italiani, come fissato dalla Convenzione internazionale per la protezione delle alpi, un accordo vincolante tra Stati nazionali e regioni confinanti ratificato dalla legge n. 403 del 1999.