Legislatura 16 Atto di Sindacato Ispettivo n° 4-03440

Atto n. 4-03440

Pubblicato il 13 luglio 2010
Seduta n. 402

LANNUTTI - Al Ministro della giustizia. -

Premesso che:

il 23 giugno del 2005 Flavio Brunetti di 27 anni, trovava la morte scontrandosi con il suo scooter contro una Smart, che invadeva improvvisamente la sua corsia di marcia;

il ragazzo alla guida della Smart non aveva ancora la patente, ma solo il foglio rosa, e non avrebbe potuto guidare senza un adulto accanto;

la Smart era affidata in comodato d'uso esclusivo al Comitato olimpico nazionale italiano (CONI) e di questa disponeva personalmente il presidente Gianni Petrucci, padre dell'investitore;

dopo tre mesi dall'incidente, furono completate le tre perizie disposte dal pubblico ministero e acquisiti tutti gli elementi probatori per sostenere l'accusa di omicidio colposo o rigettarla, ma passavano più di due anni con continue proroghe richieste dai difensori di Niccolò Petrucci e accolte, per il differimento dei termini di conclusione degli accertamenti, prima che arrivasse la decisione del rinvio a giudizio con la fissazione dell'udienza preliminare nel luglio 2008;

come ricostruisce il padre del ragazzo deceduto insieme al processo per omicidio colposo e guida senza patente sono iniziate anche le tecniche dilatorie che sembrano mirare alla prescrizione;

ogni rinvio vale da sette a nove mesi e così si arriva al dicembre 2009 ad aver verbalizzato le dichiarazioni di solo due testimoni. L'escussione di altri due, già convocati nelle due udienze precedenti e non ascoltati, è rinviata al 26 marzo 2010, ma nuovo colpo di scena. Stavolta è il giudice che annuncia di essere stata trasferita alla Corte d'appello di Roma e che quindi, tra nomina del nuovo giudice e tempo per prendere visione degli atti, è ragionevolmente costretta a fissare la nuova udienza solo per dicembre 2010;

inoltre la legge richiede l'assenso dei difensori all'utilizzo delle deposizioni già acquisite in caso di cambio del giudice. La difesa naturalmente non acconsente e così a dicembre tutto ripartirà dall'inizio, come se sinora non fosse accaduto nulla. Vuol dire che restano da ascoltare di nuovo i due testi per acquisire le testimonianze dei quali erano stati necessari tre anni di corte udienze e lunghi rinvii, oltre ad altri quattro testi del pubblico ministero ed a quelli della difesa;

sono passati cinque anni dalla morte di Flavio Brunetti, ma non è successo assolutamente nulla. Tempi biblici, udienze iperaffollate in cui un giudice convoca testimoni, che aspettano inutilmente ore di essere ascoltati con la minaccia di un procedimento penale qualora non si presentino, sapendo che non sarà in grado di interrogarli perché ha fissato nella stessa giornata decine di udienze, rituali e procedure formali il cui senso sfugge alla comune comprensione, espedienti e cavilli, bizzarri principi giuridici per i quali, se la famiglia ha ottenuto il risarcimento del danno dalla compagnia d'assicurazione dell'auto concessa in comodato d'uso al CONI, non ha diritto per questo ad essere parte attiva nel processo penale, come se l'indennizzo annullasse la possibilità di partecipare all'accertamento del reato;

ad avviso dell'interrogante occorrerebbe valutare che:

alla base delle lungaggini processuali non vi sia una strategia dilatoria a vantaggio di un imputato d'eccellenza;

l'accaduto non sia l'esempio di una giustizia a due velocità a vantaggio dei potenti di turno che rappresenta la negazione assoluta del diritto, sancito dalla Costituzione, dell'uguaglianza di tutti i cittadini di fronte alla legge,

si chiede di sapere quali iniziative di competenza intenda promuovere il Ministro in indirizzo con riferimento alla vicenda illustrata in premessa.