Legislatura 14 Atto di Sindacato Ispettivo n° 4-03573
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Atto n. 4-03573
Pubblicato il 18 dicembre 2002
Seduta n. 306
MANZIONE. - Ai Ministri per la funzione pubblica e per il coordinamento dei Servizi di informazione e sicurezza, della giustizia, delle comunicazioni e dell'interno. -
Premesso che:
una recente sentenza della Corte di Cassazione (la n. 16.708 del 2002) ha confermato l'illegittimità delle assunzioni operate negli "enti pubblici o comunque rappresentativi di interessi collettivi" per motivi clientelari o per comunanza politica;
tale "massima", che riflette peraltro un principio di trasparenza e correttezza che dovrebbero essere alla base della corretta gestione della pubblica amministrazione e di tutte le altre entità giuridiche associative (società miste, consorzi etc.) che coinvolgono interessi pubblici, non viene applicata in provincia di Salerno (ed in particolare nel comune capoluogo) dove, invece, ogni assunzione, ogni rapporto contrattuale risente pesantemente dell'influenza politica esercitata da alcuni "patrizi" locali, ancora convinti di conservare un potere assoluto ed insindacabile;
così succede che, mentre 20.000 giovani partecipano alle selezioni per l'attribuzione di qualche decina di "posti" presso l'amministrazione provinciale di Salerno, contemporaneamente le società miste e l'autorità portuale, attraverso selezioni poco trasparenti e per nulla "garantiste", finiscono per assumere tutti gli uomini "del nobile patrizio" o dei suoi amici;
ad esempio, nell'autorità portuale di Salerno, la commissione di valutazione, composta da personaggi prescelti per la loro dedizione assoluta, finisce con l'assumere "la sorella di un sindaco amico del patrizio", il "figlio di un ex consigliere comunale vicino al patrizio", il "fratello di un collega di studio del presidente dell'autorità portuale, chiaramente amico del patrizio", "una collaboratrice di studio dell'attuale segretario dell'autorità portuale" che, così, riesce a non vedere cosa stanno combinando sotto i suoi occhi, e così via;
quasi contestualmente, la "società mista Salerno Sistemi", presieduta da un "segretario del patrizio", assume il "fratello del commercialista del patrizio", il genero (o futuro genero) di un alto funzionario del comune che "tanto bene aveva operato nelle procedure concorsuali dell'autorità portuale", i "figli di altri due ex consiglieri comunali vicini al patrizio", un "giornalista molto legato all'editore di una emittente privata che concede graziosamente al "nobile patrizio" il diritto di avere l'esclusiva televisiva in danno dei suoi contraddittori politici e così via;
in merito alla società mista "Salerno Sistemi" appare opportuno evidenziare come il Presidente della stessa si sia pubblicamente rifiutato di comparire dinanzi alla competente commissione consiliare del Comune di Salerno, affermando impunemente di non essere obbligato a fornire l'elenco delle assunzioni disposte dalla società, mentre "è fatto notorio ed incontestabile" che molti dei collaboratori personali del "nobile patrizio" (dai collaboratori di segreteria, agli addetti stampa, fino all'autista) siano stati "caricati" sul libro paga del Comune di Salerno e/o di società controllate;
in merito, poi, all'emittente privata sopra indicata (Lira Tv),occorrerebbe anche verificare la correttezza e trasparenza della "raccolta pubblicitaria", giacchè sembrerebbe che il "nobile patrizio", molto accreditato presso alcuni enti locali e società miste (tant'è che sul quotidiano "Il Corriere del Mezzogiorno" di qualche mese fa gli stessi compagni di partito dell'onorevole parlavano di "lobby De Luca" e, testualmente, affermavano "… la direzione uscente era formata per metà da compagni divenuti manager pubblici, che percepiscono stipendi dalle aziende, società, consorzi ed enti controllati direttamente dal comune di Salerno. Questi compagni si impegnano, al momento dell'assunzione dell'incarico, a versare una quota di quel che guadagnano attraverso la formula della sottoscrizione di un contributo mensile all'associazione SudEuropa, di cui l'on. De Luca è presidente onorario…") avrebbe tentato di indirizzare la pubblicità in maniera precisa;
si deve considerare, infine, che il comportamento dell'emittente televisiva Lira TV appare in stridente contrasto con le norme previste dall'art.2 della legge 22 febbraio 2000, n.28,
si chiede di sapere:
se le circostanze indicate in premessa corrispondano al vero;
quali urgenti provvedimenti i Ministri interrogati intendano assumere, anche investendo direttamente le competenti autorità di vigilanza.