Legislatura 14 Atto di Sindacato Ispettivo n° 2-00282

Atto n. 2-00282

Pubblicato il 17 dicembre 2002
Seduta n. 304

COSSIGA. - Al Presidente del Consiglio dei ministri e ai Ministri dell'interno e della giustizia. -

Premesso:

che negli anni 1993-1997 l’allora Procuratore della Repubblica di Palermo dottor Giancarlo Caselli fece pressanti ed intimidatrici richieste al Comando Generale dell’Arma dei Carabinieri per la sostituzione dell’allora Capo dei Raggruppamenti Operativi Speciali dell’Arma dei Carabinieri, imputando ai ROS “scarso zelo collaborativo” nelle indagini condotte da quella Procura della Repubblica nei confronti del Senatore a vita dottor Giulio Andreotti, imputato di concorso esterno in associazione mafiosa, indagini condotte in via principale e quasi esclusiva, e con grande zelo e fantasiosa iniziativa, da reparti della Direzione Investigativa Antimafia;

che la Procura della Repubblica di Palermo, sempre avvalendosi della operosa e zelante opera della Direzione Investigativa Antimafia, condusse inchieste sull’attività dei ROS dell’Arma dei Carabinieri in Sicilia, ipotizzando perfino, da parte di ufficiali dei ROS, comportamenti omissivi e commissivi nella lotta contro la mafia, e sottoponendo a tal fine alcuni di essi a regolari (si fa per dire!) e a formali interrogatori, financo fuori dal circondario della Procura della Repubblica di Palermo e fuori dal territorio della Sicilia, con improvvise, ingannevoli e furbesche convocazioni, non formalmente motivate, nella città di Torino, ove il Procuratore di Palermo praticamente risiedeva, seguite da formali “interrogatori trabocchetto”;

che nell’anno 1993-1994 per intervento di altissime autorità costituzionali lo stesso Comandante dei ROS, di cui il Procuratore Caselli aveva già richiesto la rimozione anche con l’appoggio di qualificatissime autorità politiche e perfino costituzionali, fu rimosso dal suo incarico, ritenendo responsabili gli operatori del ROS di una gestione faziosa e partigiana, atta a suscitare “ingiustificati scandali”, anche nei confronti di altissime autorità costituzionali, della così detta: “Gestione illegale dei fondi del Sisde”;

che per lunghi anni la Procura della Repubblica di Palermo, per impulso e tramite la DIA, ha raccolto, in modo segreto e processualmente non qualificato, informazioni su alte personalità dello Stato, tra cui un ex-Presidente della Repubblica ed un ex-Presidente del Consiglio dei ministri, in una indagine sull’asserita esistenza di “grandi sistemi criminali”, in cui sarebbero stati coinvolti mafia siciliana e americana, Sovrano Militare Ordine di Malta, una nuova “Gladio” in via di ricostruzione con l’apporto di giovani ufficiali dell’Arma dei Carabinieri, e le Massonerie di vari Paesi – tra cui: Malta, Irlanda, l’Inghilterra e la Croazia, luoghi di frequente visita di un ex-Capo dello Stato - di cui l’ex-Presidente della Repubblica appunto sarebbe stato l’ “ufficiale di collegamento”, in una indagine che con la nomina del nuovo Procuratore della Repubblica in Palermo fu poi archiviata;

che il Sostituto Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Palermo dottor Antonio Ingroia in una irrituale intervista al quotidiano "L’Unità", nella sua edizione del 2 dicembre 2002, ha dichiarato che è nuovamente iniziata da parte della Procura della Repubblica di Palermo una approfondita e quindi, data la Procura di cui si tratta, fantasiosa e vessatoria azione di indagine e di valutazione del pregresso operato di ufficiali dell’Arma dei Carabinieri, già appartenenti ai ROS ed a suo tempo già indagati, nonché ancora una volta in materia di “grandi sistemi criminali”;

che notoriamente e come da atti, le inchieste e indagini politicamente più significative sono svolte per la Procura della Repubblica di Palermo e per altre particolarmente zelanti Procure della Repubblica “militanti” dalla DIA non solo per mandato, ma anche per zelante iniziativa ed impulso della stessa ed in un quasi esclusivo monopolio;

che è ben noto come ormai la DIA svolga nell’interesse di determinate Procure della Repubblica compiti non solo di polizia giudiziaria, ma anche irritualmente di polizia di sicurezza, specie in campo informativo riservato, con metodologie proprie di un servizio segreto di polizia politica, sul modello della Gestapo nazista, dell’Ovra fascista e del Kgb sovietico;

che negli ultimi tempi, sotto la direzione del Generale di Brigata dell’Arma dei Carabinieri Gian Paolo Ganzer, è stato purtroppo ulteriormente impresso anche ad alcuni reparti dei ROS, in spregio alla tradizionale correttezza e spirito di legalità e imparzialità dell’Arma, in concorrenza o concorso con la Dia, il “carattere” di organo di polizia politica segreta, con dubbia attività di raccolta di informazioni, anche con mezzi elettronici, e su cui molto ci sarebbe da accertare, ed anche in dispregio delle prerogative parlamentari e con intenti chiaramente intimidatori e provocatori,

si chiede di sapere se non si ritenga:

di procedere ad una attenta valutazione delle attività della DIA e di alcuni reparti dei ROS, anche sotto il profilo e i fini disciplinari e penali;

di adottare proprie iniziative di semplificazione della organizzazione speciale di polizia, procedendo in primis alla immediata soppressione della DIA, come proposto dall’interpellante con disegno di legge da lui presentato;

valutare il comportamento del Sostituto Procuratore della Repubblica dottor Antonio Ingroia, in ordine alla citata intervista da lui resa al quotidiano "L’Unità" sotto il profilo della compatibilità di essa con i suoi doveri di magistrato inquirente e anche al fine della promozione eventuale di una azione disciplinare nei suoi confronti;

rimuovere sollecitamente dal comando dei ROS il Generale Gian Paolo Ganzer, oltre che per la sua inaffidabilità sul piano della correttezza e del rispetto della legalità, anche per non essere compatibile con la “politica” di impiego del personale dell’Arma dei Carabinieri una così lunga assenza di un ufficiale dell’Arma dai servizi tipici d’istituto, ed in particolare dai servizi territoriali caratteristici dell’Arma, così lunga assenza che sembra aver fatto acquisire al detto Generale Ganzer, in contrasto con l’etica e lo “stile” professionali propri dell’Arma, mentalità e modi da volgare “sbirro”.