Legislatura 16 Atto di Sindacato Ispettivo n° 4-02890
Azioni disponibili
Atto n. 4-02890
Pubblicato il 23 marzo 2010
Seduta n. 353
BEVILACQUA - Al Ministro della giustizia. -
Premesso che:
con decreto penale n. 1810/2009 del Tribunale di Forlì il signor Andrea Bottaro nella sua qualità di Presidente del Collegio nazionale dei periti agrari e dei periti agrari laureati è stato condannato a giorni 15 di reclusione, convertiti in una sanzione pecuniaria, per avere minacciato il Presidente di un albo professionale "concorrente" attraverso messaggi inviati sul telefono cellulare ed infine con l'invio dì messaggi di morte accompagnati da un proiettile di pistola presso l'ufficio di quest'ultimo;
nel corso delle indagini, svolte dall'Arma dei Carabinieri, è emerso che nella sua attività criminosa il Bottaro si era servito di beni (computer e telefoni) di proprietà del Collegio nazionale dei periti agrari, che è un ente pubblico non economico vigilato dal Ministro della giustizia. L'utilizzo di beni di proprietà dell'ente è dimostrato dal sequestro di un computer del Collegio, avvenuto nel corso di una perquisizione svoltasi il 14 febbraio 2008 a Roma, avendo i militari dell'Arma rinvenuto in quel computer un file contenente il numero telefonico non anagrafato da cui partivano i messaggi di minaccia al Presidente dell'albo concorrente;
il comportamento delittuoso del Bottaro, come accertato nel decreto penale di condanna, ne ha gravemente compromesso la reputazione e dignità, facendo venire meno i requisiti di probità richiesti ai professionisti iscritti negli albi ed in particolare a chi viene chiamato a ricoprire i più alti uffici. Nello specifico risulta peraltro integrata la fattispecie prevista dall'art. 1 del codice deontologico degli iscritti nell'albo dei periti agrari, ai quali è richiesta una "condotta civile e morale irreprensibile" laddove gli stessi sono soggetti a procedimento disciplinare obbligatorio (art. 2 del codice) "per tutti i fatti che, anche non riguardanti l'attività professionale, abbiano riflesso sulla sua reputazione professionale o danneggino l'immagine della categoria", e quindi, in ragione di quanto sopra, il Bottaro dovrebbe essere cancellato o perlomeno sospeso dall'albo;
non essendo questo avvenuto, ed anzi avendo il Bottaro tentato di nascondere i fatti, sia non informando alcuno (neppure i componenti il Consiglio nazionale) che imponendo il silenzio ai dipendenti del Collegio nazionale, alcuni Consiglieri, avuta tardiva conoscenza della vicenda, chiedevano al Bottaro di assumersi le proprie responsabilità, perlomeno rassegnando le dimissioni dalla carica, altro non fosse che per l'oggettivo conflitto che si è venuto ad instaurare fra la persona fisica di Andrea Bottaro (colpevole di avere utilizzato beni di proprietà del Collegio nazionale per attività private illecite, macchiandosi così del reato di peculato, oltre agli altri reati) ed il suo ruolo di Presidente legale rappresentante dell'ente danneggiato;
per risposta il Bottaro non solo non si dimetteva ma faceva intervenire alla riunione del 6 febbraio 2010 del Consiglio nazionale, che discuteva la richiesta di dimissioni, il suo avvocato di fiducia;
tale circostanza è paradigmatica dell'insostenibile conflitto di interessi fra la persona fisica del Bottaro e la carica ricoperta, laddove il Collegio nazionale dei periti agrari, che in questa vicenda risulta essere parte danneggiata, dovrebbe costituirsi parte civile nei confronti del suo Presidente, a ciò impedito dalla presenza del Bottaio nel Consiglio stesso, determinando così una situazione di grave danno per l'ente, per tacere poi del fatto che il Collegio nazionale è organo di appello di secondo grado per i procedimenti disciplinari adottati dai Collegi locali, laddove il Bottaro (obbligatoriamente soggetto ad un procedimento disciplinare, secondo quanto dispone il codice deontologico) si troverebbe a dover giudicare in fase di riesame il provvedimento che lo riguarda;
in un caso analogo accaduto nel 2005 presso l'albo nazionale dei dottori agronomi e forestali, il Ministero della giustizia commissariò il Consiglio nazionale dell'ordine degli agronomi in ragione dell'analogo, grave conflitto di interessi che riguardava la Presidente di quella categoria, Dina Porazzini, laddove anch'essa rivestiva la doppia, insanabile posizione di imputata di reati in danno dell'ente rappresentato e contestualmente di legale rappresentante dell'ente danneggiato,
l'interrogante chiede di sapere:
se il Ministro in indirizzo sia a conoscenza della descritta situazione di oggettivo ed insanabile conflitto, che vede Andrea Bottaro nella contemporanea veste di imputato per reati in danno del Collegio nazionale dei periti agrari o comunque svolti utilizzando beni di proprietà del predetto ente ed al tempo stesso di legale rappresentante dell'ente danneggiato;
se non ritenga, ove persista il rifiuto del signor Andrea Bottaro di rassegnare le proprie dimissioni dalla carica, di dover procedere al commissariamento del Consiglio del Collegio nazionale, allo scopo di consentire la tutela e la corretta salvaguardia degli interessi di questa categoria professionale.