Legislatura 16 Atto di Sindacato Ispettivo n° 4-02769

Atto n. 4-02769

Pubblicato il 25 febbraio 2010
Seduta n. 342

LANNUTTI , MASCITELLI - Al Ministro dell'economia e delle finanze. -

Premesso che:

come risulta dall'articolo pubblicato sul quotidiano "la Repubblica" del 22 febbraio 1999 Giampiero Fiorani, l'ex Amministratore delegato della Banca popolare di Lodi, durante l'interrogatorio in corso davanti ai giudici della seconda sezione penale del Tribunale di Milano nel processo sulla tentata scalata dell'istituto di credito lodigiano ad Antonveneta ha ribadito le accuse contro il vicepresidente di Unicredit: «ho dato soldi a Fabrizio Palenzona, circa due milioni, non tanto per la consulenza sull'Iccri ma per gratitudine»;

come si legge nel citato articolo, secondo la ricostruzione di Fiorani, Fabrizio Palenzona avrebbe favorito l'acquisizione dell'Istituto di credito delle casse di risparmio italiano (Iccri) da parte della Banca popolare di Lodi e si sarebbe adoperato con l'onorevole Giulio Tremonti per diverse pratiche;

Palenzona conosceva Fiorani da tempo e apprezzava i suoi sforzi per allargare la sfera d'influenza della Popolare oltre i confini della bassa padana attraverso il matrimonio con l'Antonveneta. Si schierò con Fiorani, e Fazio contro Geronzi, ma quando il progetto fallì per il provvidenziale intervento della magistratura, dovette scontarne le conseguenze. Fiorani parlò e riferì di dazioni di denaro a Palenzona che poi smentì. L'inchiesta Antonveneta procede e il caso Palenzona finisce incagliato tra una richiesta di competenza territoriale e rogatorie internazionali che portano all'individuazione di sette depositi a Montecarlo intestati a lui o a suoi familiari, tra cui il conto "Chopin". L'accusa di estorsione è archiviata, Fiorani ritratta alcune dichiarazioni, ma la settimana scorsa, durante l'udienza del processo Antonveneta, torna ad accusare Palenzona;

Fabrizio Palenzona è vicepresidente di Unicredit (la banca dei derivati appioppati a piene mani agli enti locali e alle imprese alcune delle quali fatte fallire), consigliere e membro dell’esecutivo di Mediobanca, presidente dell’Associazione delle concessionarie autostradali (Aiscat), presidenti di Aeroporti di Roma (ADR), presidente dell'associazione di Confindustria che riunisce i gestori degli aeroporti italiani (Assaeroporti), presidente nazionale della Federazione autotrasportatori italiani (Fai), presidente di Società logistica dell’arco ligure e alessandrino (Slala);

considerato che nel corso degli ultimi due anni il potere del banchiere-politico Palenzona si è notevolmente accresciuto così come la sua rete di incarichi di prestigio frutto di relazioni mirate con il mondo affaristico imprenditoriale legato ai trasporti. Cresciuto sotto l'ala protettiva dei re di Castelnuovo Scrivia, i fratelli Marcellino e Pietro Gavio, ha saputo poi entrare nelle grazie dei Benetton, primi concessionari autostradali italiani e concorrenti dei Gavio, titolari della tratta Milano-Genova e della Cisa,

si chiede di sapere se risulti al Governo che la somma di 2 milioni di euro che Fabrizio Palenzona avrebbe ricevuto da Giampiero Fiorani corrisponde agli stessi fondi depositati a Montecarlo nel famigerato conto "Chopin".