Legislatura 16 Atto di Sindacato Ispettivo n° 3-01120

Atto n. 3-01120 (con carattere d'urgenza)

Pubblicato il 20 gennaio 2010, nella seduta n. 317

PEDICA - Ai Ministri dell'interno e dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. -

Premesso che:

il sud pontino rappresenta un’area a forte vocazione turistica e di particolare interesse ambientale, date le importanti risorse e peculiarità paesaggistiche, archeologiche e idrogeologiche;

come attestato dalla relazione della Direzione nazionale antimafia (periodo 1° luglio 2007-30 giugno 2008), nel Lazio sta emergendo una situazione caratterizzata da un altissimo livello di infiltrazione mafiosa, che evidenzia come, in particolare nel sud pontino, operino gruppi mafiosi collegati a Cosa Nostra siciliana, ‘ndrangheta calabrese, camorra campana e mafie straniere;

il radicamento delle organizzazioni criminali si riscontra in particolar modo nella provincia di Latina, e nel Comune di Fondi più specificamente, ove le cosche calabresi, campane e siciliane hanno intrecciato rapporti collusivi con le istituzioni locali, così come documentato dal Prefetto di Latina, Bruno Frattasi, il quale, in base alle risultanze di due Commissioni di accesso relative al Comune di Fondi, che hanno prodotto una documentazione di 500 pagine che ricostruisce chiaramente una ragnatela di rapporti fra soggetti malavitosi di stampo mafioso ed esponenti politici nonché funzionari amministrativi del Comune di Fondi, ha chiesto al Ministro dell’interno lo scioglimento dell’amministrazione comunale in data 8 settembre 2008, reiterando la medesima richiesta in data 9 settembre 2009;

il Consiglio comunale di Fondi è stato sciolto, tramite decreto del Presidente della Repubblica pubblicato nella Gazzetta Ufficiale del 10 novembre 2009, per il verificarsi dell’ipotesi dissolutoria dell’organo elettivo disciplinata dall’art. 141, comma 1, lettera b), n. 3, del decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267, determinata dalle dimissioni presentate dalla maggioranza dei Consiglieri comunali in data 3 ottobre 2009;

non risulta invece che si sia proceduto a scioglimento per l’ipotesi di infiltrazione mafiosa, disciplinata dall’art. 143 del decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267, come invece era stata avanzata richiesta da parte sia del prefetto Frattasi che, inizialmente, del ministro Maroni;

nella relazione del prefetto Frattasi, con la quale lo stesso chiedeva di procedere allo scioglimento per infiltrazione mafiosa, venivano avanzate varie ipotesi di illeciti messe in atto non solo dagli amministratori comunali ma anche dai dipendenti dello stesso Comune;

si apprende dagli organi di stampa che, nonostante il Governo non abbia proceduto allo scioglimento per infiltrazione mafiosa, alcuni dei funzionari comunali di Fondi, oggetto di osservazioni da parte del prefetto Frattasi circa il comportamento compromissorio e collusivo da loro tenuto, potrebbero essere comunque stati interessati da misure disciplinari, così come stabilito dal comma 5 dell’articolo 143 del decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267, modificato da ultimo dalla legge 15 luglio 2009, n. 94, il quale prevede che “Anche nei casi in cui non sia disposto lo scioglimento, qualora la relazione prefettizia rilevi la sussistenza degli elementi di cui al comma 1 con riferimento al segretario comunale o provinciale, al direttore generale, ai dirigenti o ai dipendenti a qualunque titolo dell’ente locale, con decreto del Ministro dell’interno, su proposta del prefetto, è adottato ogni provvedimento utile a far cessare immediatamente il pregiudizio in atto e ricondurre alla normalità la vita amministrativa dell’ente, ivi inclusa la sospensione dall’impiego del dipendente, ovvero la sua destinazione ad altro ufficio o altra mansione con obbligo di avvio del procedimento disciplinare da parte dell’autorità competente”;

per quanto risulta all’interrogante, fra i dirigenti e i funzionari del Comune di Fondi interessati dall’informativa del prefetto Frattasi risulta anche il dottor Martino di Marco, dirigente del settore urbanistica del Comune, il quale avrebbe, sempre secondo la relazione prefettizia, agevolato le pratiche criminali del boss La Rosa;

il dottor Martino di Marco, che dal 1999 si occupa, a diverso titolo, e ininterrottamente, del settore in questione, annovera precedenti penali per reati propri: in data 26 marzo 2008 il Tribunale di Latina lo ha condannato ad un anno e 4 mesi di arresto per il reato di lottizzazione abusiva. Ciò nonostante il Di Marco è stato «stabilizzato» dall’amministrazione comunale di Fondi all’esito di procedure concorsuali sulla cui legittimità la stessa Commissione di accesso istituita dal Prefetto avanza perplessità serissime;

considerato inoltre che:

il dottor Martino di Marco risulta essere stato rinviato a giudizio, e convocato per l’udienza preliminare che si celebrerà in data 3 marzo 2010, per violazione della normativa urbanistica, abuso d’ufficio e falso all’interno di un procedimento che ha ad oggetto la vicenda di una costruzione edilizia situata in località “Cucuruzzo” in provincia di Latina, denominata dagli organi di stampa “Villa Fazzone”, intestata alla signora Stefania Peppe;

tale struttura sarebbe stata realizzata, secondo quanto sostenuto dal Procuratore di Latina, in violazione della normativa urbanistica e con un cambio di destinazione d’uso di alcune aree della struttura realizzate tramite permessi di carattere agricolo e convertite illecitamente ad uso residenziale;

il procedimento vede imputati, assieme al dottor Martino di Marco, e ad esclusione del reato di falso, anche Stefania Peppe e Giulia Iodice, titolari della struttura di cui sopra;

in data 18 aprile 2008, le stesse Stefania Peppe e Giulia Iodice sono state condannate in primo grado dal giudice unico di Terracina ad un anno di reclusione, 45.000 euro di ammenda e alla demolizione degli abusi edilizi;

la vicenda giudiziaria risale al 2002; il primo sequestro fu effettuato dagli agenti del Nucleo investigativo provinciale di polizia ambientale e forestale a conclusione di un’inchiesta che già a cavallo tra il 2004 e il 2005 aveva portato ad una prima apposizione dei sigilli per una serie di difformità rispetto al progetto che aveva ottenuto la concessione; sequestro poi revocato nel giro di qualche mese in quanto le titolari della struttura avevano ottenuto dall’amministrazione comunale di Fondi una concessione in sanatoria per gli abusi riscontrati e poi il dissequestro delle opere;

proprio per la rapidità con la quale sarebbe stata concessa tale sanatoria da parte del Comune di Fondi, il dottor Martino di Marco, dirigente del settore urbanistica, è stato interessato dal procedimento per il reato di falso;

in relazione al procedimento è stato inoltre aperto da parte della Procura regionale della Corte dei conti un fascicolo per il presunto danno erariale prodotto nelle casse del Comune di Fondi dal mancato o insufficiente pagamento degli oneri concessori dovuti per la realizzazione della struttura,

si chiede di sapere:

se i Ministri in indirizzo, per quanto di competenza, non ritengano che, in considerazione dell’alto valore turistico ed ambientale che caratterizza il territorio del sud pontino, debbano essere attuate iniziative volte a prevenire che, a causa del costituirsi di illeciti edilizi ed ambientali, anche tramite il concorso di interessi propri delle organizzazioni criminali operanti sul territorio, tale patrimonio venga compromesso irrevocabilmente, a detrimento della qualità ambientale dell’area e delle attività produttive connesse al turismo;

se non ritengano che le misure sinora adottate in merito al fenomeno criminale che, in forma organizzata o tramite condotte individuali, sta interessando l’area sud pontina, e il Comune di Fondi in particolare, non siano sufficienti a contrastare il radicarsi e l’espandersi del fenomeno, ed in particolare se lo stesso non ritenga che le misure disciplinari stabilite dal comma 5 dell’articolo 143 del decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267, modificato da ultimo dalla legge 15 luglio 2009, n. 94, che gli organi di stampa locale e nazionale lasciano intendere siano state prese nei confronti dei dipendenti comunali di Fondi, debbano essere celermente rese esecutive al fine di impedire il protrarsi di atteggiamenti collusivi e di ricondurre alla normalità la vita amministrativa dell’ente.