Legislatura 14 Atto di Sindacato Ispettivo n° 4-03561
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Atto n. 4-03561
Pubblicato il 16 dicembre 2002
Seduta n. 302
DETTORI, BATTISTI, VALLONE. - Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio. -
Premesso che:
al fine di dare attuazione agli interventi e alle opere infrastrutturali ambientali ed energetiche previsti dal Piano provinciale di smaltimento dei rifiuti del bacino della Valle del Sacco e del versante orientale dei Colli Albani, nel 1998 è stata stipulata un’apposita Intesa di programma tra la Regione Lazio, la Provincia di Roma, il Comune di Colleferro, il Comune di Valmontone e la società Gaia;
il suddetto Piano prevedeva la realizzazione di opere a forte impatto paesaggistico e ambientale, in prossimità di un’area urbana già caratterizzata da un’alta densità di insediamenti industriali, come estesamente rilevato anche dal Servizio di igiene ambientale della ASL RM G, nell’ambito della Relazione tecnica richiesta dall’amministrazione comunale di Colleferro;
il Piano provinciale di smaltimento prevedeva infatti:
a) la costruzione, in prossimità di Colleferro Scalo, di due impianti di termovalorizzazione, funzionanti a combustibile derivante da rifiuti (CDR), di potenza complessiva pari a 20 Mwe;
b) la costruzione, in conformità al decreto legislativo 5 febbraio 1997, n. 22 (il cosiddetto “decreto Ronchi”), di un impianto di preselezione e pretrattamento dei rifiuti per il recupero, il riciclaggio e la produzione del combustibile CDR necessario ad alimentare gli impianti stessi;
c) la realizzazione delle necessarie opere di infrastrutturazione viaria di servizio per i due impianti;
d) la realizzazione, in una zona agricola confinante con il parco naturale della Selva di Paliano, di una discarica di rifiuti solidi urbani, di capacità idonea a soddisfare le esigenze di smaltimento di ben 38 comuni;
tale Piano ha immediatamente destato, presso la popolazione di Colleferro e delle aree contigue ai previsti impianti, legittime e giustificate apprensioni per la salute pubblica e per l’integrità ambientale, che si sono espresse anche in una richiesta d’intervento diretto del Ministro dell’ambiente;
in recepimento di tale istanza fu allora istituita, presso il Ministero dell’ambiente, un’apposita Commissione tecnica incaricata del riesame del Piano; la Commissione riconobbe l’inopportunità dell’ubicazione degli impianti nell’area prevista, in quanto eccessivamente prossima al centro urbano, stimando al contempo in 36 miliardi di lire gli oneri per la delocalizzazione degli impianti;
ad oggi, i lavori di costruzione dei due termovalorizzatori e della discarica di rifiuti solidi urbani sono stati ultimati, senza che tuttavia risultino realizzate né le previste opere infrastrutturali viarie, né l’impianto di pretrattamento dei rifiuti previsto dal “decreto Ronchi”; inoltre, non risulta a tutt’oggi programmata la costruzione di un impianto di inertizzazione delle ceneri - altamente inquinanti - prodotte dalla combustione del CDR;
ad aggravare la prospettiva di emergenza ambientale e sanitaria sono intervenuti ulteriori fatti, evidentemente non sufficientemente valutati nel loro effetto combinato:
1) nel dicembre 2001, la società Italcementi ha presentato un progetto per la costruzione di una centrale turbogas a ciclo combinato, della potenza di 800 Mwe, da ubicarsi in prossimità del fiume Sacco, in una zona agricola di interesse naturalistico e archeologico;
2) dopo pochi mesi anche la società Fiat Avio ha presentato un analogo progetto per una seconda centrale turbogas di analoga potenza, da realizzarsi all’interno della zona industriale, a poche centinaia di metri in linea d’aria dal centro urbano di Colleferro;
3) nel corso del 2002 la società Fisia Italimpianti ha presentato un progetto per la realizzazione di una discarica di rifiuti speciali – tossici e non - di valenza nazionale, nelle immediate vicinanze degli impianti di termovalorizzazione, e dunque a sua volta a poche centinaia di metri dal quartiere di Colleferro Scalo;
4) infine, nell’ambito del Patto territoriale di sviluppo per la zona Colli Albani, Monti Prenestini e Monti Lepini, è stata prevista la realizzazione di un centro intermodale per lo stoccaggio e la movimentazione merci – per un volume di 2,5 milioni di metri cubi - in un’area agricola nei pressi del Parco naturale della Selva di Paliano,
si chiede di sapere:
se non si ritenga che debba essere valutato, con la massima attenzione e sollecitudine, l’impatto complessivo di tali interventi su un’area già satura di insediamenti industriali, quale quella del comune di Colleferro e del bacino della Valle del Sacco, a sua volta contigua a centri abitati e ad aree di pregio naturalistico e archeologico;
se non si ritenga di disporre a tal fine una ricognizione tecnica complessiva dell’insieme delle opere realizzate (la discarica per rifiuti solidi urbani e i termovalorizzatori) e di quelle in via di realizzazione (le centrali elettriche a turbogas, la discarica per rifiuti pericolosi, l’impianto di pretrattamento e di inertizzazione), per verificarne la compatibilità ambientale, anche in relazione ai profili sanitari e demografici;
in generale, se non si ritenga che interventi di tale portata, destinati a provocare nel giro di pochi anni una completa mutazione nella vocazione socio-economica e nell’identità paesaggistica e ambientale di un territorio, debbano essere preventivamente sottoposti alla valutazione della popolazione direttamente interessata, attraverso adeguate forme di partecipazione democratica alle scelte di gestione del territorio.