Legislatura 16 Atto di Sindacato Ispettivo n° 4-02094

Atto n. 4-02094

Pubblicato il 8 ottobre 2009
Seduta n. 266

LANNUTTI - Al Ministro dell'economia e delle finanze. -

Premesso che:

la cartolarizzazione è la possibilità di cedere i propri crediti pecuniari, presenti e futuri, ad una appositamente costituita, che si occuperà della loro trasformazione in titoli negoziabili sul mercato finanziario;

le cartolarizzazioni fatte da banche e istituzioni finanziarie, a livello globale, sono state nel mese di luglio 2009 pari a 49 miliardi di euro, contro i 54 miliardi di euro del luglio 2008, prima del crack di Lehman Brothers. E contro i 51 miliardi di euro del luglio 2007, prima del credit crunch, della crisi di fiducia tra le banche che ha innescato la crisi prima finanziaria, poi diventata globale;

in Italia, nell’ultimo anno e fino a oggi, le banche hanno cartolarizzato 97 miliardi e 36 milioni di mutui e altri crediti. La parte del leone l’hanno fatta Unicredit, oltre 27 miliardi, e Intesa Sanpaolo, 24,5 miliardi;

dopo due anni di crisi economica mondiale il meccanismo delle cartolarizzazioni sembra funzionare diversamente: prima della crisi i titoli emessi venivano venduti a investitori istituzionali, che a loro volta li rimpacchettavano e li rivendevano in altre forme, all’infinito, adesso è la banca stessa che li riacquista, per darli in garanzia alla Banca centrale europea a fronte di nuova liquidità. È una situazione di emergenza, decisa dalle banche centrali nel piano di crisi;

in realtà non è cambiato il fatto che ai mutui venga variata la veste giuridica mediante assemblaggio delle obbligazioni, e così continuerà ad essere finché non ci saranno nuove regole sulla finanza,

si chiede di sapere:

quali iniziative urgenti intenda assumere il Governo al fine di pervenire a nuove regole per la stabilizzazione del mercato finanziario, che a giudizio dell'interrogazione ha già ampiamente dimostrato la sua fragilità se affidato soltanto alle banche, che vogliono fare profitti a tutti i costi e distribuire i rischi, e agli investitori, soprattutto quelli istituzionali, attratti da rendimenti facili e del tutto teorici;

quali sarebbero a parere del Ministro in indirizzo le conseguenze qualora la Banca centrale europea interrompesse il meccanismo descritto in premessa.