Legislatura 16 Atto di Sindacato Ispettivo n° 4-02044

Atto n. 4-02044

Pubblicato il 30 settembre 2009
Seduta n. 261

DELLA SETA - Al Presidente del Consiglio dei ministri. -

Premesso che:

dopo 22 anni dai referendum del 1987, con i quali gli italiani dissero "no" alle centrali atomiche, il Governo ha deciso di riaprire la strada del nucleare, tecnologia energetica i cui problemi ambientali e di sicurezza restano irrisolti. In quella occasione, si recò a votare il 65,1 per cento degli elettori, con i seguenti risultati: l'80,6 per cento contrario alla costruzione di centrali nucleari in Italia; il 71,9 per cento contrario alla partecipazione dell'Enel a impianti nucleari all'estero; il 79,7 per cento contrario ai contributi per incentivare le centrali nucleari;

il Parlamento ha approvato, col voto contrario del Pd, il complesso di norme che consentono il ritorno al nucleare in Italia (legge n. 99 del 2009 cosiddetta "legge sviluppo"), indicato da molti esponenti del centrodestra, in particolare dal ministro Scajola, come la panacea per i problemi energetici del Paese;

i siti per la costruzione delle future centrali nucleari potranno sorgere in aree già sedi di centrali o che comunque abbiano una buona capacità di trasmissione elettrica e disponibilità di acqua. Lo prevede, secondo indiscrezioni di stampa, la bozza di decreto legislativo che segue la "legge sviluppo", che fisserà i criteri per la localizzazione dei nuovi impianti. Secondo indiscrezioni di stampa, sulla base dei contenuti del suddetto decreto legislativo il Governo avrebbe individuato dieci aree candidate ad ospitare i nuovi impianti per la produzione di energia nucleare e per lo smaltimento delle scorie: Trino Vercellese (Vercelli) in Piemonte, Caorso (Piacenza) in Emilia Romagna, Monfalcone (Gorizia) in Friuli Venezia Giulia, Chioggia (Venezia) in Veneto, Montalto di Castro (Viterbo) nel Lazio, Oristano in Sardegna, Termoli (Campobasso) in Molise, Scanzano Jonico (Matera) in Basilicata, Termini Imerese (Palermo) e Palma (Agrigento) in Sicilia;

la localizzazione definitiva delle centrali nucleari, secondo quanto più volte dichiarato dal ministro Scajola, sarà affidata ai soggetti privati che realizzeranno gli impianti. Infatti il Ministero dello sviluppo economico, ricevute le richieste degli operatori, provvederà a trasmettere alla Conferenza Stato Regioni e all'Agenzia per la sicurezza nucleare l'elenco completo delle aree per una valutazione di merito. L'Agenzia avrà 60 giorni per esprimere il proprio parere;

comunque, in base alla "legge sviluppo", i siti delle nuove centrali e i luoghi per la gestione delle scorie potranno essere localizzati anche contro il parere della Regione che dovrà ospitarli, e inoltre gli impianti potranno essere equiparati ad installazioni militari e le informazioni sul loro funzionamento saranno in questo caso inaccessibili ai cittadini;

ad opinione degli interroganti, a fronte di vantaggi incerti e discutibili, il ritorno al nucleare comporta rischi certi: i problemi irrisolti del nucleare legati allo smaltimento delle scorie, ai costi esorbitanti per la realizzazione degli impianti, ai pericoli di proliferazione; procedure quasi militari per la localizzazione e la gestione di siti e impianti; estromissione delle Regioni dalle scelte localizzative;

il 24 febbraio 2009 è stato firmato a Villa Madama, a Roma, dal Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi e dal Presidente francese Nicholas Sarkozy, l'accordo di cooperazione sull'energia nucleare tra Italia e Francia, che dovrebbe portare alla costruzione in Italia di almeno quattro centrali nucleari di terza generazione “European Pressurized Water Reactor” (Epr) entro il 2020;

mentre l'Italia sceglie di ritornare dopo vent'anni all'energia nucleare, nel mondo i grandi Paesi industrializzati incentrano le proprie politiche di innovazione energetica sul risparmio, sulle fonti rinnovabili, sulla ricerca, vedendo in tali opzioni le strade maestre per fronteggiare i problemi ambientali legati ai cambiamenti climatici e per rendere le proprie economie più moderne e competitive,

si chiede di conoscere:

se il Presidente del Consiglio dei ministri sia in grado di confermare che tra le aree dove prevedibilmente sorgeranno le future centrali nucleari e i siti permanenti di stoccaggio delle scorie radioattive vi sia la zona di Caorso, in provincia di Piacenza;

se intenda, urgentemente, riferire sui criteri e le modalità di scelta adottati per la realizzazione delle centrali nucleari, nonché sul numero dei siti individuati per la localizzazione degli impianti e dei depositi per le scorie nucleari.