Legislatura 16 Atto di Sindacato Ispettivo n° 4-01557

Atto n. 4-01557

Pubblicato il 27 maggio 2009
Seduta n. 217

CAFORIO , RUSSO , BUGNANO , CARLINO , LANNUTTI , MASCITELLI , BELISARIO - Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. -

Premesso che:

l'Agenzia regionale per la protezione ambientale (ARPA) della Puglia ha da poco pubblicato il “Rapporto sulle emissioni in atmosfera dei complessi IPPC";

tale rapporto analizza i dati e le informazioni del registro INES (Inventario delle emissioni e delle loro sorgenti) desunte dalle dichiarazioni fornite (ai sensi del decreto ministeriale 23 novembre 2001) negli anni 2002-2006 dai gestori dei principali complessi industriali nazionali, i quali annualmente superano le soglie di emissioni previste dal decreto legislativo 4 agosto 1999, n. 372 (recante "Attuazione della direttiva 96/61/CE relativa alla prevenzione e riduzione integrate dell'inquinamento");

secondo tale rapporto la Puglia risulterebbe la prima regione in Italia per emissioni di anidride carbonica (oltre il 21 per cento del totale nazionale viene emesso in atmosfera da complessi industriali che hanno sede in Puglia), benzene (46 per cento del totale nazionale), idrocarburi policiclici aromatici (96 per cento del totale), ossidi di azoto (20 per cento), ossidi di zolfo (23 per cento), monossido di carbonio (81 per cento), particolato (62 per cento) e diossine (92 per cento);

il rapporto ARPA-Puglia fornisce una descrizione dei dati a livello provinciale, da cui risulterebbe come le province maggiormente interessate dall'inquinamento sarebbero quelle di Taranto e Brindisi le quali da oltre 20 anni ospitano aree definite ad elevato rischio di crisi ambientale e accolgono le attività industriali a maggior impatto;

anche l'analisi delle variazioni annuali delle sostanze emesse in atmosfera mostrerebbe come l'emissione degli inquinanti sia stabile e in alcuni casi in aumento;

in base ad uno studio effettuato dal movimento Medicina Democratica e dal gruppo Salute pubblica, utilizzando la stessa banca dati a cui ha fatto riferimento ARPA-Puglia, risulterebbe che anche le emissioni in acqua da parte dei maggiori complessi industriali brindisini (Polimeri Europa, Edilpower, ENIPower, Centrale termoelettrica "Federico II" di Cerano) sarebbero di molto superiori ai valori-soglia fissati dal regolamento (CE) n. 166/2006 del Parlamento europeo e del Consiglio (relativo all’istituzione di un registro europeo delle emissioni e dei trasferimenti di sostanze inquinanti e che modifica le direttive 91/689/CEE e 96/61/CE del Consiglio), anche per quanto riguarda sostanze cancerogene come arsenico (emesso oltre 20 volte la quantità consentita), cadmio (oltre il doppio) e nichel (oltre il triplo);

considerato che:

risulta di tutta evidenza come i territori brindisini e tarantini non siano in grado di ospitare altri impianti industriali oltre a quelli attualmente presenti a causa del loro impatto ambientale incompatibile con la salvaguardia della salute pubblica in una situazione in cui ormai dati oggettivi confermano la non proporzionalità tra costi sociali e opportunità occupazionali;

nonostante il dibattito sul problema dell'inquinamento in Puglia si protragga ormai da anni, anche con denunce di associazioni ed organi di stampa, non sono tuttora cominciate opere di bonifica, non sarebbe stato ridotto l'uso del carbone e soprattutto non vi è stato un potenziamento di ARPA-Puglia;

la prevenzione e la cura delle malattie nelle popolazioni a rischio e le attività di ricerca, sviluppo ed implementazione ad essi connessi potrebbero costituire un elemento di progresso per l'economia locale,

si chiede di sapere quali iniziative concrete il Ministro in indirizzo intenda porre in essere al fine di:

a) porre serie limitazioni all'aumento di emissioni inquinanti e predisporre un piano di rientro;

b) potenziare l'ARPA-Puglia, nello specifico le sedi provinciali, al fine di rendere maggiormente efficiente il sistema dei controlli ambientali e sanitari;

c) porre in essere rigorose procedure sanzionatorie verso le aziende che superino i limiti di emissioni tollerati dalla legge;

d) realizzare a Brindisi un centro ricerche per la prevenzione e la cura delle malattie di origine ambientale;

e) realizzare a Brindisi un centro ricerche per le energie alternative.