Legislatura 16 Atto di Sindacato Ispettivo n° 4-01404

Atto n. 4-01404

Pubblicato il 21 aprile 2009
Seduta n. 190

LANNUTTI , CARLINO - Ai Ministri dell'economia e delle finanze e dello sviluppo economico. -

Premesso che:

la crisi finanziaria che ha investito i mercati internazionali negli ultimi mesi del 2008 ha riversato i suoi nefasti effetti nell'economia reale, colpendo la produzione, da un lato attraverso una contrazione evidente dei consumi, dall'altro con una drastica riduzione del credito all'impresa;

sono giunte agli interroganti numerose segnalazioni di imprenditori, tra le quali quella del signor Angelo Suzzani e soci, titolari di un'impresa nel settore della logistica e dei trasporti, che lamentano i duri tagli subiti da parte delle banche in ordine all'assegnazione dei fidi;

in particolare, nel luglio 2008, il signor Suzzani ha visto, inaspettatamente, la riduzione alla metà dell'ammontare dei finanziamenti plurimi fino ad allora erogatigli dalle tre banche con cui operava in seguito alla fusione del gruppo bancario UBI. La decisione del gruppo di ridurre l'affidamento bancario all'azienda in questione ha comportato la segnalazione della stessa alla Centrale rischi (relativa al servizio di informazione sui rischi bancari);

il signor Suzzani denuncia, tra l'altro, la scorrettezza subita con la segnalazione di cui sopra, considerato che la banca stessa aveva accettato il portafoglio commerciale a scadere, salvo poi decidere di dimezzare gli affidamenti con il portafoglio ancora in essere;

la reazione a catena provocata dalla segnalazione ha indotto anche le altre banche a operare una riduzione degli affidamenti, privando così l'azienda della liquidità necessaria per sostenere la competizione quotidiana sul mercato e determinando il concreto rischio di veder scomparire a breve termine posti di lavoro, professionalità e capacità imprenditoriali;

considerato che:

il decreto-legge n. 155 del 2008, convertito, con modificazioni, dalla legge n. 190 del 2008, che ha riprodotto il contenuto del decreto-legge n. 157 del 2008, recante "Ulteriori misure urgenti per garantire la stabilità del sistema creditizio", a quanto risulta agli interrogati da un lato garantisce finanziamenti illimitati agli istituti di credito, dall'altro non offre alcuna tangibile garanzia alle piccole e medie imprese;

i rapporti delle piccole e medie imprese e dei consumatori con le banche sono resi sempre più difficili dalla maggior difficoltà a vedersi erogare un prestito e dal fatto che, nonostante la credibilità conquistata in anni di lavoro e sacrifici, possano essere obbligati al rientro dell'affidamento con un preavviso di sole 24 ore;

il razionamento del credito in atto è radicale e quel poco credito che viene erogato avviene a condizioni di tasso di interesse e di commissioni a giudizio degli interroganti ai limiti dell'usura,

si chiede di sapere:

se il Governo non ritenga opportuno, anche alla luce del citato decreto-legge, la cui ragion d'essere sta nella necessità e urgenza di favorire la liquidità, la capacità di finanziamento e la solvibilità delle banche al fine di garantire il flusso di finanziamento all'economia reale, intervenire in tempi brevi al fine di sbloccare il mercato del credito bancario, causato, da una parte, dal venire meno della soddisfazione dei requisiti patrimoniali minimi delle banche nella concessione del credito e, dall'altra, dall'operare iniquo delle regole di Basilea 2 che bloccano di fatto l'erogazione di nuovi crediti alle imprese e alle famiglie;

se non ritenga necessaria una maggiore vigilanza sugli istituti bancari affinché, pur nel rispetto dell'autonoma valutazione del rischio del credito, non continuino ad adottare misure così restrittive nei confronti delle piccole e medie imprese, al fine di garantire loro la possibilità di proseguire ad investire, mantenere il livello occupazionale e rimanere competitive sul mercato considerato che sono soprattutto queste ad arginare gli effetti dirompenti della crisi in atto.